Bello! Sarà forse riduttivo definirlo tale, certamente ma di sicuro impatto, lo spettacolo che ieri sera è andato in scena, al Teatro Duse ci riferiamo ad “Around”, presentato niente meno che dalla Compagnia di hip hop ma non solo!, M’NAIS, con tutta probabilità la più interessante compagnia nel suo genere, al mondo.
Una crew eterogenea non solo per formazione ma anche per origine, visto che molti di loro sono italiani di seconda generazione, d’altra parte non poteva che essere così visti gli esordi stessi del genere, nato da commistioni afro americane con parecchi influenze latine, al suo interno. Unica data a Bologna, ha però saputo compiacersi di un pubblico numeroso, fra i quali molti i giovani e i giovanissimi a vivacizzare la sala, con la loro presenza e il vivo entusiasmo dimostrato durante tutto il tempo e sì che si è trattato di un’ora e quaranta minuti tutti di seguito e senza intervallo. D’altra parte, il linguaggio underground di questa disciplina che si caratterizzava come street dance, al suo apparire, è ormai un fenomeno che “dalla strada” è giunta di buon grado fino al palcoscenico, ma è sempre stato molto vicino a un pubblico tendenzialmente giovane, che ne ha intuito da subito sia l’interesse che le potenzialità, apprezzandone le qualità con grande anticipo rispetto la critica. Quest’ultima si era dimostrata, in passato, se non fredda certamente un po’ tiepida a riguardo. Al contrario, sin dal suo apparire, l’hip hop ha da subito incontrato l’entusiasmo dei più giovani, ispirando seguaci ed emulatori sin dal suo esordio, influenzando la musica ma sicuramente anche la moda. Superficialmente considerata un po’ di “serie B” o un tipo di danza “senza fatica”, dove si “arriva subito”, lasciava spesso gli esperti un po’, sulla difensiva. Normalmente questo tipo di danza, non segue una narrazione coreutica unitaria, le storie sono spesso forti, tipicamente versate sul bullismo e configurandosi come “danza dura” da “macho” destinata di preferenza agli uomini.
Around si profila curiosamente, ben diverso da altri spettacoli del genere, per il tipo o le tipologie di danza lì ammesse, forti però nell’integrarsi in un unico fenomeno, “Around” non è tanto e solo hip hop, quanto invece un amalgama di stili che si fondono dando unitarietà e coesione al tutto al tempo stesso però sarebbe banale parlare di “fusion”, esiste anche un’attorialità ben espressa non solo dalle risate o dalle parole pronunciate dagli artisti, prassi questa, piuttosto estranea al mondo della danza.
Innanzitutto ha una sua storia interna che necessita e le permette questo eclettismo stilistico, a sua volta, quest’ultima, viene arricchita egregiamente da un interessante impiego di tecnologia e light design ad esaltarne lo schema narrativo; proiezioni digitali su quinte mobili che entrano ed escono dalla scena in modo repentino, lasciando comunque spazio agli artisti e non rubandolo per nascondere un vuoto espressivo. Tutt’altro!
Il luogo iniziale è un aeroporto, un non-luogo per eccellenza, simbolo dell’internazionalità per antonomasia, lo spunto di partenza invece una valigia oggetto e soggetto che si perde e si ritrova, generando una serie di incontri, scontri, confronti, nel suo itinerante smarrirsi e ritrovarsi fa in modo che i contendenti si confrontino, si aprano fondendosi dentro una storia. Metafora del viaggio interno ed esterno a noi, dell’incontro dell’apertura o della chiusura di fronte al diverso, con sguardo attento “ai vizi o alle virtù”, senza tralasciare una forte ironia con cui rappresenta i ruoli o le persone, con uno sguardo molto attento al presente, metafora che poi è mirabilmente esaltata dalla grande abilità e dall’inventiva di questi ottimi atleti, in grado di plasmarsi nelle più varie immagini, capaci di simulare una partita di calcio e nel trasformarsi in una motocicletta rombante con tanto di equipaggio a bordo.
Destrezza, grande abilità, fantasia, superba dose di energia, sincronismo e precisione, fanno di questo spettacolo un evento che vorresti vedere e rivedere già appena terminato.
Nove gli artisti che pur provenendo da un diverso background, hanno saputo fare gruppo riportando sul palco una sfaccettata e ricchissima esperienza di danza, i cui stili diversi confluiti nella stessa espressione coreutica, ha rivelato la grande potenzialità e la loro grintosa sicurezza, in grado davvero di lasciare un segno nello spettatore.
Il calore con cui sono stati salutati in chiusura di spettacolo, credo sia stato il più sincero omaggio che il pubblico potesse tributare, a questi ottimi artisti.
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