Mimmo Rotella e i suoi manifesti, décollages e retro d’affiches in mostra

Mimmo Rotella e i suoi manifesti, décollages e retro d’affiches in mostra

ROMA – In occasione del centenario della nascita di Mimmo Rotella, il 30 ottobre è stata inaugurata la mostra Mimmo Rotella. Manifesto presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

L’esposizione Mimmo Rotella. Manifesto è curata da Germano Celant con Antonella Soldaini e ha previsto la collaborazione tra il museo romano, la Fondazione Mimmo Rotella e il Mimmo Rotella Institute di Milano.

Nell’anno del centesimo anniversario dalla sua nascita, la mostra si presenta come la più completa ricognizione scientifica mai realizzata sulla produzione di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006).

In Mimmo Rotella. Manifesto è stato evitato l’allestimento tradizionale, scegliendo di reinterpretare lo spazio espositivo come uno spazio urbano: ben si presta a questa lettura il salone centrale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma che viene concepito come fulcro del percorso espositivo. Esso si trasforma in una piazza intorno alla quale sono stati articolati ‘edifici’ e pareti ovvero quelle superfici che ospitano in un contesto cittadino i manifesti di Mimmo Rotella.

Mimmo Rotella
“Mimmo Rotella Manifesto”, veduta della mostra alla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2018

Le oltre 160 opere vanno a comporre sei grandi manifesti o billboards, ognuno dei quali incentrato su una delle tecniche principali che l’artista ha sperimentato, considerando sempre come punto di partenza la rielaborazione del poster pubblicitario. In tal modo al pubblico sembrerà di camminare e fruire dell’opera di Mimmo Rotella in un contesto cittadino.

Le scelte espositive mostrano una sorta di inversione rispetto a ciò che Rotella fece dal 1953 al 2005, quando strappava nelle strade le immagini cartacee per trasporle nei suoi dipinti: ora i frammenti tornano a ricomporre un enorme “manifesto” in cui è possibile rintracciare tutti i suoi momenti creativi.

La volontà è stata anche quella di offrire al pubblico uno spaccato a tutto tondo dell’ampia produzione dell’artista che, letteralmente, possiamo dire essere “spalmata” nello spazio con un perimetro quasi circolare. Questo proposito ha guidato la selezione delle opere da portare a Roma, scegliendo lavori che appartenessero a diversi momenti creativi dell’artista, di cui almeno una trentina mai esposti: dal décollage al retro d’affiche, dal riporto fotografico al blank, alla sovrapittura fino al décollage più tardo.

E’ possibile così osservare la variazione di tecniche che Rotella ha adottato nel corso degli anni, con una forte tendenza alla sperimentazione. Il primo grande riquadro composto da 47 opere riguarda i décollages iniziali realizzati tra il 1953 e il 1963, proprio a Roma. A seguire troviamo i più astratti retro d’affiches, compiuti tra il 1953 e il 1961, così chiamati per l’utilizzo del retro dei manifesti strappati.

Seguono manifesti con riporti fotografici e gli artypos; se in precedenza i manifesti pubblicitari venivano prelevati dalla città, con gli artypos l’appropriazione avviene direttamente nelle tipografie, da cui Rotella sottraeva i fogli di carta utilizzati per le prove di stampa e poi scartati. Nei riporti fotografici, invece, sono utilizzate immagini provenienti dal campo dell’editoria e della comunicazione che vengono proiettate su una tela emulsionata.

Ma Rotella tornò anche alla pittura tra il 1884 e il 1995: il penultimo insieme-manifesto in mostra infatti ci racconta le pitture e le sovrapitture di quegli anni. Un ritorno al colore e al pennello, sia direttamente sulla tela sia sopra i décollages, a loro volta incollati su supporti metallici, gli stessi usati per le strade urbane come struttura d’appoggio.

Mimmo Rotella
“Mimmo Rotella Manifesto”, veduta della mostra alla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea, Roma 2018, insieme-manifesto degli Acrilici (1984) e Sovrapitture (1988-1995)

Dall’intero percorso espositivo si evince che l’artista, nato a Catanzaro nel 1918, ha un percorso artistico lungo e articolato: dalle prime opere astratte alle esperienze informali degli anni ’50, passando attraverso i contatti con il Nouveau Réalisme di Pierre Restany fino alle tangenze con la Pop Art e il rapporto con l’America.

La sua ricerca più nota ruota intorno ai décollages e ai retro d’affiches senza tralasciare i suoi rapporti con città come Roma, Parigi, New York e Milano.

Parallelamente alla piazza principale, compongono il percorso espositivo due ulteriori sezioni; da un lato vengono esemplificati gli aspetti performativi con una sezione molto ampia di film e documentari di cui Mimmo Rotella è protagonista, dagli anni Cinquanta; dall’altro quelli ci troviamo di fronte alla sua produzione scultorea con la serie dei Replicanti del 1990: porcellane dall’aspetto tra il pop e il surreale che alludono a un’umanità ridotta a replicante di se stessa e senza più sentimenti.

Ad arricchire l’esposizione anche un percorso di vetrine contenenti materiali che si snoda per delineare il contesto e il periodo storico entro cui  collocare l’opera di Mimmo Rotella; una struttura cronologica che pone le vicende dell’artista in relazione a quanto accadeva intorno a lui, da un punto di vista politico, culturale e artistico.

Mimmo Rotella
“Mimmo Rotella Manifesto”, veduta della mostra alla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2018

Come accennato in apertura, la mostra nasce dalla volontà di celebrare l’artista nel suo centenario di nascita. La Fondazione Mimmo Rotella è nata nel 2000 per volontà dell’artista ed ha l’obiettivo di tutelare, promuovere e valorizzare nonchè archiviare  le opere di Mimmo Rotella.
Il Mimmo Rotella Institute di Milano è un’associazione culturale fondata nel 2012 per volere di Inna e Aghnessa Rotella al fine di promuovere a livello nazionale e internazionale la conoscenza e la tutela della figura e dell’arte di Rotella.

 

Mimmo Rotella. Manifesti
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (sito web)
30 ottobre – 10 febbraio 2018

Giulia Chellini

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