Notebook on Cities and Clothes

Notebook on Cities and Clothes

di Ilaria Poggi

In questo film, il regista tedesco Wim Wenders segue lo stilista giapponese Yohji Yamamoto mentre si prepara a debuttare per un’altra stagione a Parigi. I due protagonisti discutono del processo creativo e riflettono sul rapporto tra la città, l’identità e il cinema nell’era digitale.
notebookLa moda che trionfava negli anni ottanta era caratterizzata da una forte scultura del corpo e dalla corsetteria, tagli aderenti e silhouette accentuate, un look altezzoso e aggressivo. In contrasto con questa corrente, Yamamoto presenta la sua prima collezione a Parigi nel 1981, proponendo idee nuove e strane, tagli indefiniti, grandi squarci all’interno dei tessuti e soprattutto il nero, che raramente era spezzato dal bianco e dai toni del grigio. Lo stilista mandò le sue modelle in passerella con abiti neri asimmetrici e trucco bianco, innescando così una reazione da parte del mondo della moda che gridò allo scandalo, mentre la giovane generazione di creatori accolse con entusiasmo l’Hiroshima chic di Yamamoto, appellativo macabro che fu attribuito dalla stampa a Yohji Yamamoto, per elogiare il suo stile “esplosivo” e “da fine del mondo”.
Potremmo definire meglio la moda di Yamamoto come l’anti-fashion che consiste in tre parole: stratificata, monocromatica e oversize. Yohji Yamamoto, infatti, sostiene le asimmetrie e fugge dalle decorazioni tradizionali come il ricamo o il motivo stampato, spesso introduce tagli non funzionali, orli e colletti irregolari come unici punti d’interesse delle sue creazioni. Presenta per la prima volta abiti asimmetrici, avvolti intorno alla figura, sovrapposti a strati anziché tagliati, modellati e cuciti. Questo designer è ambivalente circa il suo ruolo come ideatore di moda, la vede come parte di un potere, una forza generata dalla natura, le sue creazioni uniscono rigore intellettuale e romanticismo, rappresentando così il punto d’incontro tra la modernità essenziale, spesso molto provocatoria, e l’haute couture parigina.
clothesLo stilista fonde l’estetica dell’abbigliamento giapponese tradizionale con certi aspetti della moda occidentale, creando una concezione dell’alta moda del tutto diversa. Per lui la bellezza non è altro che una condizione dovuta a una coincidenza o al caso, secondo cui un bel fiore non esiste, ma c’è solamente un momento in cui un fiore sembra bello. Yamamoto introdusse gradualmente una silhouette strutturata che grazie all’uso di materiali particolari e all’unione di elementi moderni e tradizionali, che donano agli abiti una qualità scultorea impeccabile, lo portarono a essere celebrato per la sua sartoria superba.
Da questo film emerge la spiritualità dello stilista, si nota che è una persona molto tranquilla, anche prima di una sfilata, e di com’è attratto dai tessuti e dal tempo, soprattutto dalla relazione fra i due. Lo stilista pensa ad abiti che durano nel tempo, idea che deriva da una serie di ritratti scattati d’August Sander, in particolar modo da una foto ‘Gypsy’, che raffigura un gitano che indossa dei pantaloni a vita alta neri, una maglia bianca di cotone senza colletto e una giacca gessata, anche questa nera, un abbigliamento tipicamente vintage, Yamamoto trova in questa persona un uomo che non indossa abiti, ma che veste la realtà. I personaggi fotografati da Sander non consumano gli abiti, potrebbero indossarli per tutta la vita, seguendo questa ispirazione lo stilista dichiara che il suo scopo è creare un cappotto che duri per sempre, un abito che sia stupendo perché fuori fa freddo, e quindi lo devi indossare poiché ti serve e senza il quale non si può vivere. La funzionalità dell’abito e l’utilità di quest’ultimo sono caratteristiche fondamentali che evidentemente seguiranno tutto il percorso creativo di Yamamoto.

Cities

Regia: Wim Wenders
Sceneggiatura: Wim Wenders
Editore: Dominique Auvray
Musica: Laurent Petitgand
Cast: Yohji Yamamoto
Produttori: Ulrich Felsberg, Wim Wenders
Produzione: Road Movies Filmproduktion/Berlin
Durata: 79 min.
Formato: 35mm Colore
Titolo originale: Aufzeichnungen zu Kleidern und Städten
Lingua originale: Inglese
Anno: 1989

Redazione

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