Il futuro del lampredotto secondo due aspiranti designer

Il futuro del lampredotto secondo due aspiranti designer

Packaging alimentare, questo sconosciuto
Il packaging alimentare rappresenta un fattore chiave nella conservazione degli alimenti ma non solo: è, infatti, il principale responsabile della protezione, della comunicazione, dell’identificazione del prodotto seppure questa lista non appaia comunque esaustiva rispetto a tutte le sue numerose e mutevoli funzioni. La scelta del materiale padre del packaging, dunque, si rivela di fondamentale importanza poiché gli errori commessi in questa fase possono innescare ripercussioni anche molto gravi.

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L’arte di arrangiarsi
Il cibo da strada rappresenta una quota consistente del consumo alimentare di milioni di persone al mondo ed è oggi oggetto di un vero e proprio revival. È proprio in Toscana, a Firenze per l’esattezza, che nasce uno degli street food più antichi e apprezzati della penisola: il Lampredotto. Si tratta di un piatto tipico della regione realizzato con l’abomaso di bovino, lessato in brodo con verdure e infine condito con olio extravergine d’oliva e pepe. Lo servono famosi “trippai”, venditori ambulanti che è possibile incontrare nei mercati, in alcune postazioni storiche e per le strade di Firenze in generale.

vaschetta2Usi e costumi del Lampredotto
Un’indagine sul territorio di Firenze ha segnalato la tendenza ormai consolidata dei venditori ambulanti di servire il Lampredotto in vaschette in materiale polimerico.
Le stoviglie per consumare il cibo di strada hanno un utilizzo temporale che va dai 5 ai 15 minuti e, soltanto nell’intervallo del pranzo, un chiosco di piccole dimensioni arriva a distribuire fino a 180 vaschette. Si tratta di una grandissima quantità, soprattutto pensando che l’unica separazione dei rifiuti effettuata da 7 chioschi su 10 è la raccolta differenziata del vetro.
Il progetto di due giovani studentesse di Design dell’ISIA di Firenze nasce proprio dalla volontà di sostituire la vaschetta in materiale plastico con un packaging ecologico in polpa di cellulosa: Pushing Celeries, from earth to heart.

Pushing celeries logo exp

L’obiezione potrebbe nascere spontanea: “Ma non esistono già le vaschette in polpa di cellulosa?”. E’ vero, ma Pushing Celeries, il nuovo prototipo di vaschetta, risponde a un bisogno preciso: far fronte all’ingente quantità di plastica utilizzata in un settore poco sensibile allo smaltimento rifiuti, quello del consumo locale del cibo da strada. L’intervento di sostituzione non varia la funzione dell’oggetto, bensì incide profondamente sull’abitudine del parco utenti, ormai avvezzi alla consistenza e alla trasparenza delle vaschette plastiche.

In due sole settimane, i resti della vaschetta saranno già utilizzabili come compost. (il marchio compostabile e il requisito fondamentale del prodotto). Ciò comporta un’ulteriore riduzione sul costo della vaschetta per il commerciante, che arriverà a spendere, grazie all’incentivo previsto per la fornitura diretta di materiale per compostaggio, la stessa cifra oggi utilizzata per stoviglie in plastica.

ciclo pushing celeries

Chi ha partorito e curato il progetto:
Margherita Banchi
Giulia Ursenna Dorati

Silvia Valesani
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