Steve McCurry Una testa, un volto. Pari nelle differenze

Steve McCurry Una testa, un volto. Pari nelle differenze

BOLOGNA – Un’esposizione da non perdere, (fino al 6 gennaio) che combatte ogni forma di discriminazione. Steve McCurry con suoi 40 grandi ritratti, di cui alcuni inediti, che ci ricordano l’unicità dell’individuo e il rispetto per la vita.

Fino al 6 gennaio la straordinaria location di Palazzo D’Accursio, ospita la mostra Una testa, un volto. Pari nelle differenze, in altre parole, 40 scatti del grande Steve McCurry – 4 volte vincitore del World Press Photo e autore di una delle immagini più iconiche del XX secolo, la Ragazza afgana – che raccontano l’unicità di ogni persona e il rispetto per la vita, realizzata in collaborazione con la Biennale della Cooperazione.

steve mccurry a Bologna
Questa foto di steve mccurry a Bologna mi ha ricordato i fiamminghi, in particolare La Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer.

Le fotografie di McCurry sono esposte su strutture antropomorfe in ferro battuto, ideate dallo scenografo Peter Bottazzi, che,  posizionate come fossero persone in cammino all’interno della Sala e della Cappella Farnese, emergono dall’ombra con una spettacolare illuminazione che ne evidenzia i contrasti cromatici.

Avevo visto già diverse mostre dedicate a Steve McCurry, tra cui l’ultima era stata la mostra “oltre lo sguardo” presentata a Cinecittà nel 2015. Ma qui mi fa piacere sottolineare che è la prima volta che gli spazi della Grande Sala e della Cappella Farnese vengono utilizzati per un’esibizione di questo genere.

Chiunque visiterà l’esposizione fotografica di Steve McCurry, imparerà qualcosa sugli usi e sui costumi di popoli lontani, sulla loro storia e sulle guerre che hanno dovuto combattere, si ricorderà che la passione può spingere un uomo a fare delle esperienze incredibili per poterla assecondare e vivrà in una sola giornata infiniti viaggi in luoghi che forse non avrà mai la possibilità di vedere con i propri occhi.

CHI E’ STEVE MC CURRY

steve mccurry

Da più di 30 anni, Steve McCurry è considerato una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea. Nato a Philadelphia nel 1950, ha lavorato per la Magnum Agency viaggiando in tutti i continenti, pubblicando su testate come New York Times, Time e National Geographic.

Le sue fotografie raccontano conflitti, culture che stanno scomparendo, tradizioni antiche e abitudini contemporanee, mantenendo sempre al centro l’elemento umano, valorizzato attraverso il focus sui volti. McCurry (per saperne di più date un’occhiata al nostro articolo cliccando qui) è universalmente riconosciuto come “il fotografo di Sharbat Gula”, la ragazza afgana ritratta in un campo di rifugiati a Peshawar, in Pakistan: nel giugno 1985 la foto è stata scelta come copertina del National Geographic, diventando un’icona di quella e di molte altre guerre. McCurry è stato insignito di importanti premi della fotografia, come la Robert Capa Gold Medal, il premio della National Press Photographers Association e quattro premi World Press Photo. Il ministro della Cultura francese lo ha nominato cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere e la Royal Photographic Society di Londra gli ha conferito la Centenary Medal for Lifetime Achievement.

steve mccurry a Bologna
Vi assicuro che questa foto di Steve McCurry che ho visto alla mostra a Bologna sembra un quadro rinascimentale, con i più bei colori del Pontormo.

Le fotografie di McCurry fanno parte delle collezioni di musei come l’International Center of Photography di New York, il Tokyo Museum of Modern Art e il Philadelphia Museum of Art. McCurry ha pubblicato molti libri, tra cui The Imperial Way (1985), Monsoon (1988), Portraits (1999), South Southeast (2000), Sanctuary (2002), The Path to Buddha: A Tibetan Pilgrimage (2003), Steve McCurry (2005), Looking East (2006), In the Shadow of Mountains (2007), The Unguarded Moment (2009), The Iconic Photographs (2011), Untold: The Stories Behind the Photographs (2013), From These Hands: A Journey Along the Coffee Trail (2015), e India (2015).

INFO

steve mccurry

Ecco alcune informazioni per chi volesse visitare la mostra:

  • Apertura: da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 18.30.
  • Chiusura: tutti i lunedì e il 25 dicembre.
  • Aperture straordinarie: 24 dicembre e 1 gennaio.

Biglietti d’ingresso (per la mostra di Steve McCurry e visita alle Collezioni Comunali d’Arte): intero 10 euro; ridotto 8 euro per soci Coop e 5 euro per Card Musei Metropolitani Bologna, Bologna Welcome Card e minori tra i 12 e 18 anni; gratuito per minori fino a 12 anni, persone con disabilità e persone con invalidità e loro accompagnatori.

La mostra “Una testa, un volto. Pari nelle differenze” è promossa dall’Alleanza delle Cooperative italiane, il coordinamento delle centrali Confcooperative, Legacoop e Agci.

A cura di SudEst 57 e Biba Giacchetti, con Monica Fantini e Fabio Lazzari, scenografie di Peter Bottazzi, video di Matteo Lolletti e Juan Martin Baigorria per Sunset Comunicazione, grafica di Nicola Lazzari, allestimenti di Sistema Lab.

Steve McCurry

00170_01, Afghanistan, 2006, AFGHN-12947. A young boy in Afghanistan.NN11470892IG OLD: The hands which beckon,embrace, soothe, and comfort usBid us farewell - Kaye EarleJuly 30, 2015IG: I photographed this young Hazara boy in the Bamiyan Province of Afghanistan. The Hazaras, residents of an isolated region in Afghanistan's central highlands known as Hazarajat. Hazaras make up about 20% of the population of the country.Retouched_Sonny Fabbri, Kylie Wright, Sam Wallander 10/2/2018

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_DSC4677, Lavazza, Lambari, Brazil, 08/2010, BRAZIL-10106NF3. A young boy looks out the window of a truck.final print_MonzaPORTRAITS_APPretouched_Sonny Fabbri 11/2014

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00340_01, Lhasa, Tibet, 2000, TIBET-10009. Monk at Jokhang temple.'There was something about his face,' McCurry has said of this monk at the Jokhang temple in Lhasa, Tibet. There was some 'ancient feeling, some kind of ancient truth there. I have never seen a face quite like his.' He looks with intensity into McCurry's camera, deeply aware of the transience of the moment."The lines of time trace a deep personal history across this old monk's face. It seems as though his has been a life of enquiry, a quest for a truth, on a higher level. He looks into the lens of the camera with a searching gaze. That is what attracted McCurry, as he visited the Jokhang Temple on his photographic pilgrimage through Tibet, sketching with his camera the various pathways to the Buddha. - Phaidon 55Magnum Photos, NYC31836, MCS2000009 K001Phaidon, 55, Looking East, The Path to Buddha, Iconic Images, final book_iconic, Iconic PhotographsPath To Buddha_BookSteve McCurry_BookLooking East_BookIconic_BookPORTRAITS_bookUntold_bookfinal print_MACROfinal print_Sao Paulofinal print_Milanfinal print_BirminghamPORTRAITS_APPfinal print_HERMITAGEretouched_Sonny Fabbri 7/13/2015

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L'Editore

6 Responses to "Steve McCurry Una testa, un volto. Pari nelle differenze"

  1. Lamberto Cantoni
    Lamberto   2 Gennaio 2019 at 15:49

    McCurry è come sempre commovente. Insieme a Salgado è un grande poeta della foto umanistica. Ottima recensione.

    Rispondi
    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   2 Gennaio 2019 at 16:50

      Salgado! Quale poesia! Però devo essere sincera, questa mostra colpisce e rimane più impressa delle altre per l’allestimento scenografico. Decisamente strategico.

      Rispondi
  2. Aneta Malinowska
    aneta   2 Gennaio 2019 at 16:17

    Bellissima mostra da non perdere .Un vero genio del ritratto a cogliere non solo le teste ma soprattutto i voci ….si le sue foto parlano,lamentano,chiedono ,pensano…..muovono l’anima di chi le guarda.Una vera emozione vederle da vicino.Colori vividi,emozioni caturati e la mano del maestro fanno le foto che rimangono stampate per sempre nella mente….

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  3. Fabiola Cinque
    L'Editore   2 Gennaio 2019 at 19:45

    Sono passato quasi per caso alle Collezioni Comunali d’arte, e mi ero ripromesso di non visitare la mostra di McCurry dal momento che lo ritenevo più un “prodotto commerciale” che un vero artista, ma era compreso nel biglietto d’ingresso per l’altra mostra, per cui titubante mi sono affacciato. È proprio vero quello che dice Fabiola, la scenografia ti colpisce e avvince. Il salone è immerso in un buio totale e i faresti illuminano solo i tratti espressivi e i contrasti cromatici. Davvero complimenti agli organizzatori!

    Rispondi
  4. Antonio Bramclet
    Antonio   3 Gennaio 2019 at 12:15

    I ritratti di McCurry sono molto potenti e nobilitano i sentimenti dei soggetti ripresi dal fotografo. Le sue immagini danno dignità a tutti, prescindendo dalla razza, dal colore, dalla ricchezza, dal potere, dalla miseria, dal dolore. Per me al fondo di tutto ci sono i valori universali dell’uomo che McCarry vuole difendere.

    Rispondi
  5. Andrea   6 Gennaio 2019 at 14:45

    Sono passato quasi per caso alle Collezioni Comunali d’arte, e mi ero ripromesso di non visitare la mostra di McCurry dal momento che lo ritenevo più un “prodotto commerciale” che un vero artista, ma era compreso nel biglietto d’ingresso per l’altra mostra, per cui titubante mi sono affacciato. È proprio vero quello che dice Fabiola, la scenografia ti colpisce e avvince. Il salone è immerso in un buio totale e i faresti illuminano solo i tratti espressivi e i contrasti cromatici. Davvero complimenti agli organizzatori!

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