Storytelling e tecniche di scrittura per uscire dall’anonimato

Storytelling e tecniche di scrittura per uscire dall’anonimato

FROSINONE – lo Storytelling è una tecnica o un’arte? Perché imparare a raccontar storie ci aiuta ad uscire dall’anonimato? A cosa serve e qual è la differenza tra lo storytelling e lo storyselling?

Imparare l’arte della scrittura per lasciare tracce tangibili nel mare magnum digitale e uscire dall’invisibilità.

Raccontare una storia, storytelling appunto, padroneggiando le strutture e le tecniche narrative delle diverse tipologie di testo per poi adattarle ai criteri di indicizzazione del web.

Comunicare efficacemente i contenuti di un’azienda per raggiungere i clienti. Trasformare una passione in un’opportunità di lavoro pubblicando i propri articoli in una rete di testate online nazionali che spaziano tra moda, arte, cinema, food, viaggio, teatro, libri, musica e design.

Tutto questo e non solo nella prima edizione nazionale del Corso L’Arte dello scrivere. Storytelling e Web Writing per Giornalismo Online, in partenza dal 3 febbraio all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone.
 

Oggi viviamo nell’era digitale in cui sono progressivamente cadute le barriere rappresentate dalla classica dimensione pubblica degli Stati, dissolti di fatto come il Leviatano da quella stessa dimensione privata che secoli fa siglava un contratto sociale per tutelare il suo spazio vitale e che oggi risponde alle sole leggi e frontiere dell’economia neoliberale. Mentre siamo circondati da dispositivi smart e da un’infosfera intangibile e globale in cui gli unici morons siamo rimasti presumibilmente noi umani, ridotti a categorie mercificate prive di un’importanza individuale, constatiamo di essere parte della civiltà dell’accesso a buon mercato al mondo della comunicazione.

Nell’universo interconnesso che attraversa pelle, muscoli e nervi, tutti possono trovare un piccolo spazio con un click del mouse o un tocco del polpastrello su touchscreen aderenti alle nostre mani come gli artigli di Wolverine. Da tempo la visibilità raggiungibile dall’uomo comune va ben oltre la volatilità dei 15 minuti di fama che Andy Warhol (vera o falsa che sia l’attribuzione) negli anni ’60 profetizzava come una certezza che si sarebbe realizzata nel prossimo futuro. Ciò è stato possibile grazie alla democraticità del mezzo tecnico, cui ha fatto seguito un corollario dato da molti per acquisito: quello secondo cui non sia più necessario studiare e imparare a costruire un testo efficace nel contenuto e nella capacità di raggiungere i potenziali lettori sul web.

Della fallacia di questa credenza, come del fatto che mai come ora siano necessarie nuove forme di resistenza contro la barbarie dell’analfabetismo funzionale, condizione (per la cui diffusione l’Italia detiene il primato mondiale) che identifica coloro che sono in grado di parlare correttamente ma non di produrre o comprendere un testo anche semplice, sono convinti i professionisti della

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Cartella Stampa dell’evento di presentazione del Corso

comunicazione che  hanno presentato all’Accademia di Belle Arti di Frosinone la prima edizione nazionale del Corso L’Arte dello scrivere. Storytelling e Web Writing per Giornalismo Online. Ideata e coordinata da Fabiola Cinque, Direttore di MyWhere, l’iniziativa si propone di illustrare gli aspetti creativi della narrazione nel processo progettuale del giornalismo multimediale, unendo i linguaggi di diversi settori culturali quali moda, arte, design, enogastronomia, cinema, musica e sport alla passione per la scrittura.

Passione è appunto la parola-chiave che legherà insieme il ciclo di incontri del corso, che si svolgerà, a partire dal 3 febbraio, ogni sabato per 8 settimane, con lezioni dalle 9,00 alle 14,00 nella bellissima cornice dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Se, come spiegato dal Direttore di MyWhere durante la recente intervista rilasciata al nostro Editore qualche giorno prima della presentazione ufficiale, la scrittura è da considerarsi una forma d’arte come disegnare, dipingere, cantare, suonare uno strumento e così via, la scelta di una location carica di tradizione come quella di Palazzo Tiravanti appare simbolicamente importante, ancor più per il fatto che l’edificio fu progettato come sede delle scuole elementari e in quanto tale nacque come luogo di studio e formazione. Uno degli elementi di novità de L’Arte dello scrivere è senz’altro quello di coniugare l’alta qualità dell’insegnamento, data la presenza di un esperto per ognuno dei settori giornalistici che verranno approfonditi nei vari incontri teorico-pratici, con l’assenza di requisiti particolari per gli iscritti.

Il Corso è infatti aperto a tutti coloro che, indipendentemente dall’età o dall’esperienza pregressa nella scrittura, siano mossi dal desiderio di imparare a raccontare storie legate al mondo della cultura e del Made in Italy dalle angolazioni più diverse; il tutto attraverso la lente del proprio punto di vista critico.

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Il Direttore dell’Accademia di Belle Arti Luigi Fiorletta e il Direttore di MyWhere Fabiola Cinque

Il talento letterario tuttavia non basta per essere letti. Sono altrettanto necessari in questo momento saperi tecnici che permettano al nostro messaggio di essere scelto dal destinatario-cliente fra altri centinaia o migliaia. Per questo motivo, fra le lezioni tenute da professionisti titolari di testate o blog nazionali di settore, ne sono previste alcune dedicate specificatamente all’utilizzo di wordpress e a quell’insieme di strategie che vanno sotto il nome di SEO (Search Engine Optimization).

Su quanto il termine storytelling o arte nella narrazione possa presentare livelli di lettura che ricollegano la valenza pre-cartesiana e forse pre-cristiana del mito con quella altamente tecnica di un corretto uso dei media e della rete. La mattinata di presentazione del Corso è stata introdotta dai saluti di Luigi Fiorletta, Direttore dell’Accademia di Belle Arti e dall’intervento di Fabiola Cinque, che dopo aver fornito informazioni di carattere generale ha passato in rassegna le numerose testate partner, sulle quali verranno pubblicati i migliori articoli prodotti dagli allievi durante il corso.

Per raccontare una storia bisogna in primis avere qualcosa da raccontare, sapere come raccontarla e come diffonderla, ha affermato

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Il giornalista Roberto Di Caro, inviato de L’Espresso e moderatore dell’incontro di presentazione

Roberto Di Caro, inviato de L’Espresso e moderatore dell’incontro.

A darci una prima idea del come raccontarla, sono stati i densi ed interessanti interventi dei relatori, fra i quali è purtroppo mancato per motivi di salute quello di Barbara Martusciello, titolare della testata Art a Part of culture, per il settore ARTE. L’apertura vera e propria dei lavori, affidata a Lamberto Cantoni, Vicedirettore di MyWhere e docente al Polimoda di Firenze, ha introdotto la programmatica del Corso muovendo dal tema dell’intreccio tra moda e storytelling. Se la prima ha molto a che fare con le emozioni e con l’universo dell’intangibile, si rende necessario un dispositivo in grado di rendere questo comunicabile: l’elemento demiurgico in questione può essere identificato nella narrazione e in tutta la capacità di traduzione metaforica che la scrittura ha in relazione all’astratto. Il concetto ha fornito al Prof. Cantoni lo spunto utile ad illustrare almeno 4 punti di forza di un’esperienza formativa come quella de L’Arte dello scrivere: la prima è indubbiamente quella di poter cogliere un’opportunità per uscire dal cono d’ombra dell’invisibilità, in una società liquida in cui si pone l’urgenza di lasciare delle tracce della propria identità, che va costruita tassello dopo tassello facendo in modo ove possibile che il nostro IP lasci nel web solchi più profondi rispetto alla gran parte degli altri. Altri importanti frecce all’arco della buona scrittura sono, a detta di Cantoni, la capacità di

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Il Vicedirettore Lamberto Cantoni (al centro), con Fabiola Cinque e Roberto Di Caro

resistere al disordine del mondo avventurandosi in un tentativo ordinatore della realtà; la portata persuasiva e simbolica del mito, che ci conduce nel regno alchemico della magia e del simbolico esplorato solo in parte dalla cultura occidentale; il rapporto con le emozioni e la conseguente forza persuasiva che, pur non essendo sempre fondata sull’oggettività del reale, è efficace sul piano eristico ed è spendibile sul mercato nel caso dei rapporti commerciali. La riflessione colta di Lamberto Cantoni non ha poi trascurato il ruolo dei neuroni specchio e del risvolto scientifico ancora tutto da esplorare che sta dietro il meccanismo dell’identificazione, della persuasione e del potere del mito, elemento, quest’ultimo, mai preso troppo sul serio dalla nostra cultura scientista fondata sul razionalismo.

Toccando la patina digitale di un mondo che sa ancora di celluloide, la movie writer Eleonora Saracino ci ha condotto nella specificità dei contenuti del cinema. Come l’accesso al web e alla visibilità, ha

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La movie writer Eleonora Saracino (al centro) con Fabiola Cinque e Roberto Di Caro

spiegato l’esperta, anche la settima arte è caratterizzata da una potenzialmente nefasta democraticità, tanto da far dire al regista François Truffaut: Ognuno ha il suo mestiere, più quello del critico cinematografico. Andare al cinema a vedere un film non è infatti la sola condizione essenziale per poterne parlare con competenza. Occorre avere delle cognizioni sulle fasi di scrittura di una sceneggiatura, come pure formare una cultura di base sulle teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo, tale da permettere la formulazione di giudizi che non siano banalmente estetici o frutto dell’emozione del momento.

Si è poi cosi  posto l’accento sulla necessità, per chi produca testi nel suo ambito di pertinenza, di saper scrivere genuinamente di un qualcosa che si “sente” altrettanto genuinamente. Essere dei professionisti nel proprio campo, capire cosa vuole dire il cliente e trovare le parole giuste per comunicarlo all’esterno sono ingredienti fondamentali del successo. Come i religiosi, i guru, gli psicologi, i medium o gli stregoni, i Mad Men, ossia i Madison Avenue, come sono chiamati gli uomini della pubblicità per via dell’omonima strada di New York che sin dagli anni venti è sinonimo dell’industria pubblicitaria, devono avere la capacità di persuadere descrivendo sensazioni ed emozioni che non possono essere mostrate, soddisfacendo i bisogni del cliente meglio dei propri competitors. Questa tecnica ultimamente denominata storyselling è stata illustrata in una lectio magistralis che si è tenuta proprio all’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Qui, il Mad Men Mario Messina, (uno dei più autorevoli personaggi dell’advertising internazionale),  ha illustrato le tecniche dallo storytelling allo storyselling che hanno fatto della sua agenzia di NewYork, la MgMGold Communications, un eccellenza nel mondo dell’advertising firmato Made in Italy.

Se la scrittura è un’arte che mette in gioco tutti noi stessi e, per dirla con Feuerbach, siamo quello che mangiamo, non poteva mancare all’appello il cibo, con la piattaforma Food Design Manifesto di Marco Pietrosante e Francesco Subioli. Da un lato, però, data la fortuna anche televisiva di cui godono negli ultimi anni i professionisti della cucina, ci saremmo aspettati nel caso del food l’irriverenza sussiegosa di Joe Bastianich o il piglio severo di Carlo Cracco; dall’altro abbiamo inizialmente faticato a comprendere perché avremmo dovuto affrontare l’argomento enogastronomico ascoltando dei designer.

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Il Direttore di MyWhere Fabiola Cinque al desk

I due giovani professionisti hanno presto fugato i nostri dubbi definendo anzitutto il concetto di food design, disciplina che esiste da tempo e riguarda la progettazione delle modalità di consumo di distribuzione del cibo. Visionando il sito di Food Design Manifesto si può capire ancor meglio come tale attività si carichi necessariamente di una mission anche sociale, toccando temi delicati come il dialogo tra i popoli, la divisione delle risorse alimentari e la relazione tra uomo e territorio. Attraverso un piccolo

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Marco Pietrosante e Francesco Subioli, titolari di Food Design Manifesto

esempio di storytelling applicato, Subioli ha chiarito come un food designer possa entrare nel merito della soluzione di problemi che ci si potrebbe aspettare di competenza di altre figure professionali. Nel caso della partnership con Italo, compagnia di trasporti competitor di Trenitalia che entrava prepotentemente sul mercato nel 2012, Food Design Manifesto si è occupato della progettazione, vendita e distribuzione della scatola di alimenti di cui sarebbero state provviste le carrozze, non essendo prevista la presenza di vagoni-bar o ristorante. Nello specifico si trattava di una confezione di prodotti alimentari forniti da Eataly, altro partner di Italo coinvolto nel progetto. Il design, ha poi proseguito Pietrosante, è una disciplina spesso confusa con l’armonia delle forme di sedie o automobili, ma riguarda qualcosa di molto più sofisticato nel caso del designthinking.

Il cosiddetto design del pensiero ha infatti a che vedere con la capacità di leggere la contemporaneità e di capire cosa sia importante in un dato momento per il mondo. Una capacità di intuizione che si intreccia con competenze specifiche e con la stessa arte della narrazione allorché ci si trova a dover descrivere o a far un’indagine sulle emergenze del contemporaneo. Se le scatole di alimenti progettate per Italo, ad esempio, dovevano essere sostenibili, è compito del designthinking capire se nell’attuale presente, rispetto a 20 o 30 anni fa, la categoria di sostenibilità rappresenti un’emergenza da soddisfare sul mercato.

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Fabiola Cinque con Marcello Mascellini (a destra) e Pierpaolo Villani, titolari di Webnovo

Non meno importanti sono stati i successivi interventi della mattinata, in cui si è accennato agli altri due elementi fondamentali del web journalism, ossia il come veicolare i propri contenuti distrecandosi nella selva di metadati, parole-chiave e criteri di indicizzazione, e soprattutto come scrivere una storia.

Marcello Mascellini e Pierpaolo Villani, titolari di Webnovo, agenzia di marketing viterbese dal nome latineggiante, hanno sfruttato efficacemente il tempo a disposizione spiegando che, se le aziende vivono di fatturati e non solo di like sui social, i contenuti stessi da comunicare diventano elemento di una strategia di marketing. Una strategia di marketing digitale consiste appunto in un metodo che le aziende adottano per comunicare efficacemente ad un cliente il loro prodotto o servizio.

Se è fondamentale sapere come indicizzare dei contenuti e a chi rivolgerli, lo è ancor più l’averne. La produzione di testi nel giornalismo culturale cartaceo come in quello web, reca in sé necessariamente una componente letteraria che ci permetta di esporre le nostre conoscenze di settore o le nostre storie in una maniera interessante.

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Patrizia Finucci Gallo, scrittrice e titolare di PFGStyle con Roberto Di Caro

Chi pensa, in altre parole, che sia sufficiente conoscere trucchi come le famose 5W del giornalismo per scrivere un buon articolo, è destinato a rimanere deluso. Prima di avviarci alle conclusioni parlando di storytelling applicato alle serie TV con Valentina Mallamaci, autrice collaboratrice de Il Mucchio Selvaggio Magazine, e lasciando il posto a qualche domanda dal pubblico, Patrizia Finucci Gallo, scrittrice, docente di scrittura creativa a Bologna e titolare del portale online PFG Style, ci ha confermato che scrivere per il web, e in generale scrivere un testo narrativo, giornalistico, cinematografico o teatrale, è un’operazione relativamente complessa. Accanto a una creatività pronunciata occorre infatti la padronanza di tecniche specifiche, che nel caso del web limitano ulteriormente la libertà dell’autore, costretto a rispettare criteri di sintesi diversi da quelli cui è ad esempio soggetto uno scrittore di romanzi. Competenza di settore e scrittura creativa devono poi essere adeguate alle ulteriori restrizioni richieste dalla piattaforma wordpress. Ecco perché, ha concluso la scrittrice Finucci Gallo, il corso che inizierà il prossimo 3 febbraio comprenderà un lavoro tecnico e creativo allo stesso tempo, in un percorso di ricerca e sperimentazione che richiederà impegno e voglia di mettersi in gioco, ma che risulterà certamente emozionante.

Nell’augurare un buon lavoro a docenti e studenti di questa prima edizione del corso L’Arte dello scrivere, nutriamo la speranza che il mondo di internet non rimanga solamente l’attuale nuovo Far West in cui è possibile oltraggiare tutto e tutti in termini che non sarebbero consentiti in nessun luogo pubblico, ma che in esso crescano spazi in cui coltivare anche i valori più arcaici ed elevati tradizionalmente legati al testo scritto, come la cura di un pensiero meditato o il pudore di sentimenti chiusi in una busta indirizzata a qualcuno che potrà aprirla dopo molto tempo.

Modalità iscrizione e prenotazione per il 

Corso L’Arte dello scrivere. Storytelling e Web Writing per Giornalismo Online

in partenza dal 3 febbraio all’Accademia della Belle Arti di Frosinone

Su: www.mywhere.it – info@mywhere.it

Termine ultimo per effettuare l’iscrizione 25 gennaio 2018.

Presentazione del Corso L'Arte dello Scrivere

Stefano Maria Pantano

One Response to "Storytelling e tecniche di scrittura per uscire dall’anonimato"

  1. Giuliana   12 Gennaio 2018 at 12:26

    Mi viene da dire “sounds really interesting”! E’ vero, non basta saper scrivere dignitosamente per raccontare qualcosa, ci sono aspetti che non consideriamo a primo impatto ma che sono importanti e fanno poi la differenza nella sfera percettiva dei lettori. Mi sembra un’iniziativa molto utile, interessante e ben organizzata. Per quanto mi riguarda spero tanto si potrà organizzare in futuro anche a Firenze o dintorni. Per ora invio un grande e sincero…in bocca al lupo!

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