Inaugurata Giovedì 29 Settembre al Palazzo del Quirinale, in presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica Slovacca, Andrej Kiska, l’esposizione Tesori gotici dalla Slovacchia. L’arte del Tardo Medioevo in Slovacchia, realizzata in occasione della Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea affidata alla Slovacchia nel secondo semestre del 2016.
Fino al 13 Novembre sarà possibile apprezzare, presso la Palazzina Gregoriana, una selezione di 36 opere risalienti al periodo a cavallo tra il XV e XVI secolo, in larga parte esposte per la prima volta e provenienti dai più importanti musei e chiese della Slovacchia.
Tanto dalle parole dei due capi di Stato, quanto da quelle di Louis Godart, Consulente del Presidente Mattarella in materia di iniziative ed eventi culturali, si desume che l’importanza dell’esposizione vada al di là dell’obiettivo immediato di presentare al di fuori del territorio slovacco una parte del patrimonio culturale poco nota di uno dei paesi dell’Unione Europea, come dichiara invece Gabriela Podušelová, Vice Direttrice generale per le attività professionali del Museo Nazionale Slovacco. I primi due inseriscono infatti la mostra nel solco delle iniziative volte a consolidare i fattori di unione tra le genti della vecchia Europa, fra le quali serpeggiano sempre più insofferenti le spinte disgregatrici che, a fronte del recente incalzare delle criticità economiche e umanitarie, premono per infrangere l’antico sogno di un’unione di popoli liberi e uguali che marciano insieme verso un futuro di armonia.
I presupposti teorici rintracciabili nelle dichiarazioni dei Presidenti paiono ad ogni modo più lucidi di quelli tragicamente pragmatici sbandierati dai tecnocrati, i quali intendono tenere unita la macchina europea a suon di “spread” e di “austerity” senza badare non solo alle conseguenze reali che ricadono sulle popolazioni (specie quelle di alcuni Paesi economicamente meno solidi), ma neppure ai fattori ideologico-culturali comuni e necessari perché si possa concretamente continuare a parlare di Europa negli anni a venire.
Godart, Curatore della mostra insieme a Mária Novotná, Curatrice dell’Arte medievale del Museo Nazionale Slovacco, e ad Alena Piatrová, Curatrice dell’Artigianato del Museo Nazionale Slovacco, ravvisa in particolare nei valori della Classicità, della Cristianità e dell’illuminismo il minimo comun denominatore in grado di consentire ai cittadini europei di riconoscersi in una storia comune.
Dopo il tramonto dell’Impero carolingio seguì nel Vecchio Continente una frantumazione del potere laico, donde l’unico fattore unificante, nonché punto di riferimento culturale, morale e politico della civiltà occidentale, restò la Chiesa, almeno sino al XIV secolo.
La grande narrazione alla base della mostra è una delle espressioni artistiche che meglio esprimono i secoli del Medioevo, meno bui di quanto una vecchia vulgata storiografica intendesse tramandare: il Gotico e con esso il cristianesimo più anelante al trascendente, espressosi nelle architetture vertiginose e austere che, ad eccezione dell’Italia, si imposero in tutti i Paesi d’Europa aprendo la strada, come sarebbe stato più tardi per l’Umanesimo, al superamento illuminista di certi aspetti deteriori legati ai nazionalismi.
Il periodo preso in considerazione è quello a ridosso del Rinascimento; la data del 1508, infatti racchiude una cesura e un ponte tra il Tardo Gotico e qualcosa di nuovo. Era l’anno in cui il pennello di Michelangelo poneva le prime pennellate al ciclo di affreschi della Cappella Sistina, mentre, a quasi 1280 Km di distanza, veniva portata a compimento la maggiore opera del maestro Pavol di Levoča: il grande altare tardogotico della basilica di S. Giacomo a Levoča; scolpito in legno e decorato in oro, è il più alto d’Europa, con i suoi 18,62 metri d’altezza e rappresenta un bene culturale iscritto dall’UNESCO nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità.
La selezione di opere esibite rappresentano la punta di un iceberg di cui non ci è possibile conoscere l’effettiva portata, in quanto molto del patrimonio gotico slovacco è andato perduto in seguito ai rocamboleschi eventi storici susseguitisi. Il tutto è aggravato dalla difficoltà nella datazione precisa delle singole opere e nell’attribuzione della relativa paternità artistica, dovuta alla scarsità delle fonti archivistiche e all’uso diffuso presso gli autori di non apporre il proprio autografo.
In esposizione sono presenti essenzialmente due gruppi di opere: da una parte i capolavori scultorei del maestro Pavol di Levoča, del quale abbiamo riferimenti certi nella scena civile e artistica dal 1506 agli anni ’30 del XVI secolo; dall’altra gli oggetti di produzione artistico-artigianale che evidenziano soprattutto la maestria dell’oreficeria slovacca nel periodo di riferimento. Di questo gruppo di opere colpiscono il livello di rifinitura e il pregio degli oggetti liturgici (molti dei quali ancora in uso) quali i calici, le croci d’altare e i grandi ostensori che richiamano lo slancio delle guglie e dei pinnacoli delle architetture gotiche. Non mancano qui i cenni ai due grandi patroni d’Ungheria, S. Stanislao e S. Stefano. Ricchissime anche le tovaglie d’altare e la pianeta liturgica in seta blu-bianca, lino e seta rossa intrecciata con fili variopinti di metallo e tessuto.
Il notevole livello dell’arte orafa slovacca è motivato dalla ricchezza mineraria del territorio, documentata dalla tavola in legno che apre la mostra: Sant’Anna (Metterza) di Rožňava in cui, accanto ai soggetti protagonisti dell’iconografia cristiana riuniti dal sigillo delle Tre ipostasi trinitarie, viene documentata sullo sfondo tutta l’attività mineraria nella varie fasi di svolgimento.
A prorompere in tutta la loro bellezza sono però le opere di Mastro Pavol, tra cui ricordiamo il pathos realistico della Crocefissione di Spišshé Vlachy, mossa da un vento divino di evangelica memoria; l’Altare in legno scolpito della Madonna di Spišshé Podhradie; il grande gruppo della Natività, coposto da 7 statue; la policromia e le tinte auree del Compianto del Cristo morto, il cui volto ritorna nella statua lignea Meditatio Christi di Prešov. È il volto assorto di quella figura assisa e con il capo cinto da una corona di spine a congedarci dalla visita, interrogandoci, attraverso la maestria della grande arte mitteleuropea, su noi stessi e sui nostri propositi per il futuro.
Sponsor unico di Tesori gotici dalla Slovacchia, magistralmente prodotta e organizzata da Civita, è BNL Gruppo BNP Paribas, che dimostra da tempo la sua volontà di investire in progetti di education come valido corollario ai precipui obiettivi economici normalmente propri agli istituti di credito. Il medesimo gruppo ha infatti curato numerosi altri progetti culturali, tra cui la recente mostra Guttuso. Inquietudine di un realismo (clicca qui), curata ancora da Civita.
INFO: Tesori gotici dalla Slovacchia. L’arte del Tardo Medioevo in Slovacchia
Roma, Palazzo del Quirinale – Piazza del Quirinale
Periodo: 30 settembre – 13 novembre 2016;
Orari: 10.00 – 16.00; Giorni: Martedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato, Domenica;
Informazioni: www.palazzo.quirinale.it
Ingresso gratuito ma è necessaria la prenotazione
Modalità on line dal sito palazzo.quirinale.it;
Call center, tel. 06 39.96.75.57 da Lunedì a Venerdì 9.00-13.00/14.00-17.00, Sabato 9.00-14.00
INFOPOINT, Centro informazioni e prenotazioni (Salita di Montecavallo, 15), il Martedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato e Domenica dalle 9.00 alle 17.00.
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