Uomini con la gonna

Uomini con la gonna

Dal ‘600 in Europa la gonna diviene un capo d’abbigliamento esclusivamente femminile. Precedentemente, abiti dalla forma di gonna caratterizzavano le apparenze di entrambi i sessi.
Alla fine del ‘700 il codice vestimentario occidentale codifica le diversità tra i sessi in modo sempre più rigido. Soprattutto tra gli uomini il divieto di emulare la vivacità dell’abbigliamento femminile diviene la norma.

Le donne invece sembrano più libere di effettuare delle incursioni nel guardaroba maschile. Non mancano i casi nell’800 di personaggi importanti che usavano regolarmente abiti maschili per le loro apparizioni in società (George Sand fu una delle scrittrici più chiacchierate proprio per i suoi “travestimenti”).
Tuttavia, il calzone e la giacca di taglio maschile, vengono emulate sistematicamente solo nel novecento. Marlen Dietrich a partire dagli anni trenta si fa fotografare con i calzoni. E’ noto che Chanel amava indossare alcuni capi d’abbigliamento tratti dal guardaroba dei propri amanti e tentò di tradurne le comode forme al femminile.

Gonna uomo by Jean Paul Gaultier

Naturalmente ad eccezione di usi sportivi il senso comune etichettava le donne che usavano abiti maschili come devianti.
Comunque si può dire che la fusione tra guardaroba maschile e femminile sia stato per le donne un processo inarrestabile, culminato negli anni sessanta con il famoso smoking maschile nelle collezioni femminili di Saint Laurent. Oggi la donna ha conquistato la libertà di indossare praticamente qualsiasi abito, anche a forte connotazione maschile, senza alcun problema.

Per quanto riguarda l’uomo il discorso è molto diverso.

Malgrado alcune tradizioni locali presentino gonnellini come il Kilt nel guardaroba dei maschi ( in Scozia e in Irlanda), e che il Africa e nei Paesi islamici essi portino quotidianamente una gonna chiamata djellaba, per non parlare del sarong indonesiano, gli uomini occidentali resistono all’interdetto lanciato contro la gonna.

Jean Paul Gaultier, couturier francese da sempre amante della libertà e della trasgressione intelligente, ha provato a mettere in scena a più riprese modelli con la gonna nelle sue famose sfilate. Ma non ha avuto il successo che sperava. Settori della stampa specializzata provarono a sostenere le sue proposte ma pochissimi uomini seguirono le provocazioni del geniale stilista.

Se interpretiamo l’uso della gonna dal punto di vista funzionale emerge in modo evidente la sua praticità e il maggiore comfort che questo capo d’abbigliamento sarebbe in grado di aggiungere al guardaroba maschile, rispetto alle varie tipologie di calzoni utilizzate per le differenti situazioni che scandiscono le attività dei maschi.
Allora perché gli uomini occidentali non osano portare la gonna? Hanno forse paura di apparire poco virili?

Non esiste una risposta univoca a questo problema. Comunque colpisce questa impossibilità in un mondo nel quale la moda è riuscita a fondere qualsiasi tradizione e a superare ogni norma del passato.

I tentativi di smuovere l’indifferenza dei maschi nei confronti della gonna non si sono fermati alle provocazioni di Gaultier. Dopo di lui ci hanno provato grandi firme come Prada, Vivienne Westwood, Armani, Dolce & Gabbana e Agnes b. Il risultato è però rimasto lo stesso di sempre: gli uomini sono rimasti sordi alle nuove tendenze.

Probabilmente le connotazioni di femminilità evocate dalla gonna sono ancora troppo potenti per smuovere il mercato dell’abbigliamento maschile. Di fatto le donne sembrano non avere problemi di identità quando si mascolinizzano. Gli uomini invece vivono la gonna come una catastrofe del loro io più intimo. Ecco perché la gonna per maschi resta interdetta da un tabù che solo uno psicoanalista potrebbe spiegare nelle sue delicate complicazioni con una virilità maschile sempre più fragile e contestata.

David Beckham anni ’90
Gonna Amok modello Casanova Gris

Tuttavia i tentativi di superare l’interdetto continuano. Su internet ci sono molte proposte di gonne per uomini. Segnalo in particolare le proposte di Sandra Kuratle per il marchio svizzero Amok.

Il movimento dei metrosessuali nati intorno al 1990 stanno tentando, con testimonial come David Beckham (una sua foto con indosso un sarong Gaultier del 1998 ha fatto il giro del mondo) stanno moltiplicando i loro fans.Ma non possiamo parlare di una vera rivoluzione. Di quanti anni avranno ancora bisogno gli uomini per accettare di indossare senza problemi una gonna? Probabilmente è lecito attendersi uno sviluppo graduale della nuova tendenza. Magari all’inizio diverrà di moda tra i maschi una specie di gonna-pantalone; più avanti apparirà una quasi gonna, infine le pressioni del sistema moda vinceranno e allora tra il guardaroba di maschi e femmine non si sarà più alcuna distinzione strutturale.

Si realizzerà allora la profezia di J.P.Gaultier: “Men must learn to deal with their fragility”.

Saranno maschi migliori? Noi donne saremo più felici?

Giorgia Ceroni
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9 Responses to "Uomini con la gonna"

  1. Antonio Bramclet
    Antonio   7 Gennaio 2013 at 20:51

    Mi piacerebbe sapere se Louison uscirebbe con un maschio con la gonna. Non avrebbe dei dubbi sulla sua consistenza? Sarebbe disponibile a prenderlo sul serio?

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  2. Louison   11 Gennaio 2013 at 19:41

    Gentile Antonio,

    secondo me la virilità di un uomo non si dimostra assolutamente con il suo modo di vestire ma con la sua personalità e il suo modo di essere. Guarda ad esempio Victoria Beckham non sembra vergognarsi di avere un marito che porta la gonna! Anzi sarei fiera anch’io di avere un marito così!

    Grazie per il tuo commento!

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  3. Antonio Bramclet
    Antonio   15 Gennaio 2013 at 23:47

    Se e’ cosi’ buona fortuna! A proposito sembra che gli stilisti a Milano ti abbiano ascoltata. Ma viste tante gonne per l’uomo in passerella. Quella di Richmond potrei anche portarla. Forse. Beh! Si fa per dire.

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  4. Ivan   28 Gennaio 2013 at 11:49

    Ottimo articolo! Chissà che un giorno qualche star riesca a smuovere il muro che blocca gli uomini occidentali!

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  5. Elisa   28 Gennaio 2013 at 12:15

    Complimenti per l’articolo, tratti un argomento che richiama un’infinità di citazioni collaterali, dagli aspetti culturali e psicologici a quelli di “semplice” marketing. Non sono del tutto competente in materia, ma di fatto questo discorso – come tu hai accennato nel testo – lo si può fare per molte altre cose, come ad esempio il binomio abito/occasione d’uso… saremo sempre così vincolati? Ahi noi il divario uomo-donna esiste da sempre e credo che l’apertura mentale degli ultimi decenni sia ancora insufficiente per il salto culturale che ipotizzi. Una riflessione: in fondo sono i disequilibri che fanno andare avanti il mondo, no? Cosa ne pensi?
    Buon lavoro!

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  6. riccardo   28 Gennaio 2013 at 23:10

    heiiii Lou !!! bhe che dire hai scritto un bel articolo su un tema che è sotterrato nella moda maschile e visto come tabù…complimenti !!!

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  7. Anonimo   30 Gennaio 2013 at 19:42

    Articolo lodevole: auspichiamo che, a breve, un maschio possa indossare un qualunque indumento che non fasci singolarmente gli arti inferiori senza ricevere strali da parte di chicchessia, giacché l’anatomia maschile sembrerebbe avvantaggiarsi della gonna, mentre i pantaloni, pur assicurando agilità nei movimenti, rappresenterebbero un minimo di costrizione. L’unico indumento veramente femminile, sempre per evidenti ragioni anatomiche è il reggiseno; tutto il resto è confinato a questioni di gusto personale: ci sarà sempre qualcuno per il quale, a suo giudizio, un determinato capo starà meglio su un uomo o su di una donna, piuttosto che su di una persona di capelli biondi o castani, ma, a parte i reggiseni per le sole donne, non esistono capi da donna, da uomo, da biondi, da castani e via dicendo. Inoltre, se non si debbono compiere movimenti d’agilità, gonne od abiti lunghi sono più confortevoli anche dal punto di vista termico e, con la pioggia, meglio una gonna con gli stivali.
    Molti capi, dal disegno sobrio ed elegante potrebbero essere portati indifferentemente dall’uno o dall’altro sesso, anche in occasioni formali od assimilabili, senza modificazione alcuna, così come già accaduto nel senso opposto, quando non vi era l’esigenza della comodità, ma quella della praticità d’uso e dell’agilità nel compiere certe manovre (come il montare a cavallo). Quanto al problema delle gambe totalmente o parzialmente a vista, non si riesce a capire perché il problema non sussista con i calzoni corti, mentre si ponga con le gonne o con gli abiti a foggia di tunica, lunghi o corti essi siano.

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  8. riccardo   5 Gennaio 2017 at 13:55

    …io già metto zeppe e tacchi…quest’estate oserò la gonna…chissà le facce….e la mia fidanzata ama il mio modo libero di vestire. Coraggio ragazzi! Lottiamo per la nostra libertà!

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  9. No name   20 Giugno 2017 at 16:58

    Le donne che criticano hanno solo paura di perdere i loro indumenti baluardi del loro enorme narcisismo.la donna é l’essere più narcisista della terra tra selfie alle gambe ed in ogni dove,e poi etichettano invece noi come narcisisti. Come con il fatto dei collant,se un homo si depila non sta male ne con gonna,ne collant,ovvio se hai un bel fisico,e altra cosa ovvia non esibire troppo,nel limite diciamo,gonna non sopra il ginocchio e scarpe sobrie.anche le donne con gambe grosse quando le vedi con collant e gonna ti viene da vomitare.poi criticano perché non sono abituate a vedere.ma dovrebbero guardarsi loro allo specchio,che spesso dei cessi con il giusto trucco diventano delle Belén.. E via con selfie in tutte le maniere… Sarebbe troppo lunga,ma mi fermo qua,io quoto sia collant che gonna,certo in forma sobria e non troppo sbarazzina.

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