ITALIA – A spasso con il Mago. Merlino e Io: il nuovo libro del regista Marco Tullio Barboni, edito da Viola Editrice. Il commovente dialogo tra un cane e il suo amico umano.
Chi ha avuto un cane lo sa. Chi ce l’ha, lo sente. Chi ancora non ne ha uno, si sbrighi, faccia presto.
Un cane è amore che cammina sopra quattro zampe; amore a cui hanno appuntato una coda sulla schiena: a seconda che resti dritta, si agiti come il pendolo di un orologio capovolto, o si abbassi mite, silenziosa, puoi leggerne i pensieri e le intenzioni.
Un cane è amore col tartufo freddo, baffi col solletico, maglioni sbrindellati a denti, e gente che ti guarda di traverso mentre, ridendo, ti abbandoni ai suoi bacini umidi.
Un cane è la pazienza che ti aspetta dietro l’uscio, il sesto senso che riconosce l’andatura dei tuoi passi a fiuto di intuizione, e non li confonde mai con altri passi. Perché tu sei tu e, per lui, da oggi a sempre, nessuno potrà essere come te.
Un cane è amore che russa come un tromba scordatissima e, nell’evidente paradosso che solo un sentimento incondizionato rende logico, ti quieta, ti concilia il sonno. Un cane è amore dagli occhi grandi e speranzosi: con quelli, ti vince in ogni caso, sei fregato. Ti fa di burro il cuore e se lo spalma sopra il pane.
E’ fedeltà senza accondiscendenza, rispetto senza adulazione, fiducia che non esige pagamenti anticipati. Quella è roba da esseri umani diffidenti. Gli animali no, gli animali sono un’altra cosa.
Ora, prova a immaginare di fare un sogno lucido, di prendere coscienza di stare sognando e di muoverti consapevolmente all’interno di quel sogno, orientandone la direzione, modificandone gli aspetti, scrivendone la trama come faresti per una storia, per una favola. E immagina che a guidarti in questo viaggio sia il tuo cane, lo stesso al quale hai dovuto dire addio, nella sua forma terrena, qualche tempo fa.
E’ quello che succede a Merlino e al suo amico umano, nel bellissimo libro di Marco Tullio Barboni. I due, incontrandosi in un sogno lucido, si concedono una lunga passeggiata, camminando tra i ricordi delle cose che furono e la saggezza degli insegnamenti che verranno. Così, l’uomo impara dal cane, nel sogno e nella vita: impara ad osservare l’ombra della gente, ad esempio, che si fa grigia come le perle o come la canna di un fucile mentre segue il termometro interno di certe scelte coraggiose o, al contrario, dei compromessi più biechi; impara ad osservare la clessidra della giustizia che ognuno di noi si porta dentro, e per mezzo della quale agiamo secondo coscienza o secondo convenienza; oppure la lampadina che abbiamo nel petto e che fa una luce sempre diversa.
Gli uomini nascondono la propria storia dietro sorrisi fulgidi e modi ossequiosi. Perciò, fin tanto che leggiamo gli altri con gli occhi della testa, sulla base di un convincimento puramente neuronale, molte cose ci restano sconosciute, incomprensibili. Ma quando sentiamo, quando ci impegniamo a sentire, con l’intuito che dimora dentro il cuore, cose altrimenti sconosciute si fanno chiare, la vita si spoglia di ogni artificio sovrastrutturale e si mostra nuda, nella sua più autentica bellezza.
Presentato per la prima volta, il 9 novembre, alla Casa del Cinema di Roma, e poi al Book Festival di Pisa, l’opera di Marco Tullio Barboni – che contiene al suo interno un QCode dal quale è possibile vedere il cortometraggio con Philippe Leroy e il cane Merlino – è un dialogo che lascia senza fiato e che il lettore segue con il ritmo incalzante di una partita a tennis; è un palleggio di parole e sentimenti tra l’uomo e il cane, il cane e l’uomo. E’ la certezza che la morte non possa cancellare ciò che abbiamo amato in vita: gli cambia forma, questo sì, ma non riesce a comprometterne l’essenza. L’amore che abbiamo dato e l’amore che abbiamo ricevuto non muoiono mai.
Un libro bellissimo e commovente, ve lo consiglio.
NOTE BIOGRAFICHE
Marco Tullio Barboni è nato a Roma dove vive e lavora. Soggettista, sceneggiatore e regista, rappresenta la terza generazione di una famiglia di “cinematografari”, dopo lo zio Leonida, direttore della fotografia prediletto da Anna Magnani, e il padre Enzo, creatore, con lo pseudonimo di E. B. Clucher, della saga di Terence Hill e Bud Spencer.
Dopo una breve esperienza come aiuto regista, Marco Tullio si laurea con lode in Scienze Politiche presso l’Università romana “La Sapienza”, con una tesi sulla censura cinematografica di cui è relatore il prof. Aldo Moro e quindi intraprende l’attività professionale come scrittore per il cinema e la televisione.
Dopo oltre cinquanta film, cortometraggi e tv-movie, nel 2015 pubblica la sua prima opera editoriale “…e lo chiamerei destino” (Edizioni Kappa).
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Magica Antonia, se dovessi scegliere qualcuno per introdurre un libro, sceglierei lei.
Ha il dono di far riaffiorare i desideri.
Vado a comperare il libro 🙂
Ciao Tiziana 🙂 Grazie infinite per le bellissime parole, per la stima e la considerazione che emergono da esse. Te ne sono grata. Il libro è commovente in molti tratti, pieno di riflessioni colte, filosofiche e aderentissime alla realtà. Per chi ha o ha avuto un cane, poi, è probabilmente ancora più impattante perché sa che tutto ciò che c’è scritto, tutto l’amore che si evince, è autentico.
Un sorriso ed un grande abbraccio,
Antonia