Videoarte ma non solo, storia di un legame ricco e indissolubile tra Arte Contemporanea e Cinema

Videoarte ma non solo, storia di un legame ricco e indissolubile tra Arte Contemporanea e Cinema

ROMA – Non solo Videoarte nel saggio di Piermarco Pieracciani che verrà presentato mercoledì. L’arte contemporanea chiama e il cinema risponde, intrecciando i loro percorsi e costruendo relazioni proficue e articolate all’insegna di uno scambio reciproco di specificità e suggestioni. Arte Contemporanea e Cinema: ambiti culturali paralleli e, in qualche caso, complementari. Ho incontrato l’autore per darvi qualche anteprima sulla presentazione di domani.

L’arte contemporanea si nutre e si confronta continuamente con il cinema e il video, non solo per quella che chiamiamo Videoarte. Crea in questo modo una nuova estetica, un nuovo stile. Non lo fa da sola. Questa nuova estetica nasce anche dalla contaminazione del tempo in cui vive: attraverso insolite e precarie condizioni e situazioni. In questo contesto l’artista non si può fermare alla proprio opera per raccontare qualcosa al fruitore. Ha bisogno a questo punto di un aiuto e lo trova attraverso il cinema.

Ma come si esprime un artista attraverso il cinema? In che modo arricchisce la sua estetica attraverso il video?  A queste domade il saggio Arte Contemporanea e Cinema. La reciproca dialettica di Piermarco Parracciani, storico del cinema e dell’arte contemporanea.

arte contemporanea e cinema

Parracciani nel suo stimolante lavoro ripercorre quest’evoluzione tecnologica ed estetica, analizzando acutamente le figure dei principali protagonisti e seguendo con attenzione i progressi della Videoarte, cogliendone sia i momenti di crescita e di sviluppo sia quelli di stallo o di caduta e seguendone e monitorandone variazioni e diversificazioni.

Così ho colto l’occasione per fare un’interessante chiacchierata con Parracciani. Per capire bene lo stato di salute del cinema e dell’arte contemporanea.  Come entrambe possono evolversi in questo periodo storico difficile .

 Arte contemporanea e cinema. Perchè ha sentito la necessità di scrivere un libro su questo legame? 

In qualità di storico dell’arte contemporanea e del cinema ho avuto modo di affinare le mie competenze tecniche e teoriche presso il master of Art della Luiss. Durante il corso ho seguito le lezioni di Storia dell’arte contemporanea del Prof. Pierpaolo Pancotto, storico d’arte e curatore. Da lui ho appreso tante nozioni importanti sulle principali forme di arte contemporanea: Process Art, Minimalismo, Arte povera, Body art, Video Art, Concettuale, Fotografia, Performances.

Come cultore della Videoarte ho voluto approfondire quegli artisti che maggiormente hanno sperimentato il video nella loro estetica, per vedere in che modo rappresentavano la realtà e vedere che tipo di relazione esisteva con il video. Ciascun artista rappresenta nel video la propria filosofia artistica e la illustra allo spettatore attraverso modalità diverse. E’ bello e appassionante portare il pubblico a scoprire tali differenze estetiche nella fruizione e rappresentazione del video. In una realtà sempre più mediatizzata bisogna portare lo spettatore a conoscere ciò che non vede. Sviluppare la percezione sensoriale, usare l’arte come collante sociale e la galleria, il museo come “Foro dialogante”. L’esperienza del Mitreo di Iside di Corviale che ho fatto in qualità di curatore mi ha portato a scrivere con maggiore coraggio e passione del valore sociale dell’arte contemporanea.

Lei parla di come il cinema abbia influenzato le arti visive del nostro tempo. Ma secondo lei adesso non sono le arti visive che influenzano il nostro cinema? 

In alcuni casi sì. Per esempio quando Michelangelo Antonioni girò il filmato sul Mosè di Michelangelo sembra quasi che sia la scultura stessa ad impossessarsi della macchina da presa attraverso le sue forme sinuose e imponenti. Nell’opera “Land Art” 1969 di Gerry Schum, gli interventi compiuti sul territorio di Walter De Maria, Marinus Boezem, Richard Long sembrano andare oltre il video. Il gesto dell’artista influenza ed arricchisce l’estetica del video.

 Dentro il museo approda la street art.. secondo lei può essere il futuro della nostra arte cinematografica? 

La Street Art ha la stessa dignità delle altre forme d’arte. Il futuro dell’arte cinematografica risiede in tutte le forme dell’arte contemporanea. Il cinema è continuamente influenzato dalla babele linguistica dei linguaggi dell’arte di oggi.

Documetario e il ritorno al neorealismo. Si ritorna alla realtà, abbandonando la finzione.

Nella nostra epoca si parla di ritorno al Neorealismo. Ho parlato dei documentari di Gianfranco Rosi come “Sacro Gra” o “Fuocoammare” ma cito anche svariati film d’artista come “Rodolfo 102” di Giulia Piscitelli del 2002. La sofferenza e la difficoltà di un uomo di 102 anni che mangia un piatto di pasta. Le immagini e i frammenti del reale entrano nel cuore dello spettatore grazie alla forza delle immagini. Il Neorealismo non è morto ma è ancora vivo e vegeto.

Se volete conoscere l’autore, o volete approfondire questa interessante visione, non mancate alla presentazione di domani alla Libreria Caffè Letterario Mangiaparole a Roma, vi aspettiamo!

VideoArte contemporanea e cinema

Arte contemporanea e cinema. La reciproca dialettica

di Piermarco Parracciani
pubblicato da Progetto Cultura

40 pagine 

Annamaria Gargani

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