TORINO – L’Arte Contemporanea conquista il novembre torinese e archivia anche per quest’anno un’edizione ricca di spunti e ispirazioni per Artissima, la grande kermesse, diretta per il primo anno da Ilaria Bonacossa, e giunta quest’anno alla sua ventiquattresima edizione. Dialogando dall’altra parte della città con l’altro evento che ha tenuto banco negli stessi giorni, ovvero Paratissima.
Ma andiamo per gradi, cominciando dall’Oval Lingotto, che aperto i battenti di Artissima, dal 2 al 5 novembre, totalizzando 52mila visitatori e superando la quota 50mila raggiunta lo scorso anno, consacrando Artissima tra gli appuntamenti d’arte contemporanea imprescindibili a livello mondiale. Tra gli ingredienti di quest’anno: grande spazio agli artisti emergenti e al collezionismo giovane e una nuova sezione Disegni, collocata proprio al centro del Padiglione dell’Oval.
Anche i numeri del 2017 si confermano importanti. Circa 206 gallerie provenienti da 32 paesi, con una presenza in fiera di espositori stranieri che ha inciso per il 62% (80 italiani e 126 stranieri). Complessivamente, nelle 7 sezioni della fiera di cui tre dirette da board di curatori internazionali, sono state esposte oltre 2.000 opere. Larghissima come sempre l’affluenza di curatori e direttori di musei che ha superato le 300 presenze da tutto il mondo, tra cui 89 professionisti inseriti a vario titolo dalla fiera stessa nelle diverse iniziative (comitati, giurie, incontri, walkie talkies, etc.) oltre naturalmente a collezionisti e responsabili acquisizioni da 23 paesi di cui 7 extraeuropei (principalmente Sud America e Stati Uniti) che ha contato oltre 5.000 presenze in fiera e nella città di Torino.
Le tre sezioni curate che danno ad Artissima la sua particolare identità hanno riscosso un grande successo: Back to the Future, con un focus sugli anni ’80 e curata da un board diretto da Anna Daneri ha presentato 27 artisti da 29 gallerie (12 italiane, 17 straniere) ottenendo grande attenzione. Anche Present Future, curata da un board diretto da Cloé Perrone, si è rivelata geograficamente eterogenea e inaspettata per la varietà del lavoro dei 20 artisti selezionati presentati da 23 gallerie (17 straniere e 6 italiane). E naturalmente la nuova sezione Disegni dedicata alle peculiarità di questa forma espressiva che per la sua prima edizione ha presentato i lavori di 26 artisti, rappresentati da 26 gallerie (10 italiane, 16 straniere) ed è curata da Luís Silva e João Mourão.
L’edizione di quest’anno ha poi coinciso con i cinquant’anni dell’Arte Povera, rievocata in fiera con i due progetti speciali, il Deposito d’Arte Italiana Presente e il Piper. Learning at the discotheque, che hanno generato molta attenzione e successo di pubblico.Ma la kermesse quest’anno si apre anche al digitale: il catalogo è diventato virtuale con la piattaforma www.artissima.art consultabile anche in fiera grazie a postazioni dedicate. Inoltre, un’agenda online ha consentito agli utenti registrati di archiviare anche gli eventi favoriti: talk, visite guidate, premiazioni e incontri. La fiera ha proposto la terza edizione di #ArtissimaLive, redazione dal vivo composta da riviste on-line,blogger e siti web di settore che collaborano alla creazione di contenuti prodotti in fiera e ha introdotto la #SocialRoom, uno spazio per ricaricare i propri dispositivi e diventare protagonista dei canali social della fiera.
A conclusione della manifestazione Ilaria Bonacossa ha detto: “Sono davvero molto felice. Felice dei risultati: di affluenza e di qualità del pubblico, che per tutta la durata della manifestazione è stato altamente qualificato e specifico, premiando il rigore e l’identità della Fiera; felice dei riscontri positivi dai galleristi, nostri primissimi interlocutori, con cui quest’anno abbiamo anche festeggiato insieme l’inizio di Artissima con un aperitivo di buon auspicio; felice di avere visto Torino ancora una volta piazza internazionale dove il mondo dell’arte si è dato appuntamento. Ma soprattutto, essendo questa la mia prima Artissima, felice di aver vissuto la magia della creazione della Fiera, di cui sono stata curiosa e appassionata frequentatrice prima ancora che direttore: il dietro le quinte con i mesi di preparazione e di avvicinamento, in cui ogni giorno è diventato l’occasione per imparare, per ampliare la conoscenza dell’universo del contemporaneo cercando di intuirne gli sviluppi. Ringrazio quindi la Fondazione Torino Musei, la Città, la Regione e le altre istituzioni per l’opportunità che mi hanno voluto accordare e tutta la squadra di Artissima per l’entusiasmo con cui mi ha accompagnata in questa avventura”.
Dall’altra parte di Torino, negli stessi giorni, tenevano banco gli artisti emergenti di Paratissima, che quest’anno, per l’edizione numero 13, dedicata non a caso al tema della superstizione “Superstition“, ha sfidato la sorte, cambiando sede. Dopo l’appartamento di via Po, il fabbricato industriale di via Aosta, le ex carceri “Le Nuove”, il quartiere di San Salvario, il MOI e Torino Esposizioni, Paratissima quest’anno si svolta dall’1 al 5 novembre alla Caserma La Marmora di via Asti 22. L’area è uno spazio imponente architettonicamente, denso e prezioso sul piano storico e culturale, di proprietà di CDP Investimenti Sgr (Gruppo Cassa depositi e prestiti), che ne ha avviato la valorizzazione ospitando manifestazioni culturali e temporary art, in attesa della definitiva trasformazione del complesso immobiliare in un nuovo format urbano per smart-housing e co-working secondo il progetto dello studio Carlo Ratti Associati.
La piazza d’armi di 5mila metri quadrati, intorno alla quale si distribuivano gli otto edifici dedicati alle differenti sezioni, ha ospitato opere fuori misura per il progetto “Massive Attack – Outdoor Exhibition”: sculture e installazioni monumentali realizzate da quattro artisti selezionati dalla direzione artistica che interpretano un luogo ricco di storia e memoria – durante la seconda guerra mondiale la caserma fu un luogo di detenzione, tortura ed esecuzione – con opere legate al passato della struttura. Special guest di questa edizione: il pittore Daniele Galliano, che ha inaugurato la mostra con una esclusiva performance di live painting nello spazio “Lefranc Bourgeois” accompagnato dal chitarrista Giovanni Portaluppi e lo scultore Paolo Grassino che ha guidato il workshop di progettazione “Building Art” per la realizzazione di un’opera di grandi dimensioni con materiali da cantiere, collocata nel cortile della caserma.
In questa edizione i numeri sono di tutto rispetto: 536 creativi emergenti, 8 sezioni e 7 mostre curate dai 12 allievi di N.I.C.E. (New Independent Curatorial Experience), il corso per giovani curatori. Giunta alla sua quarta edizione, N.I.C.E. ci permette di conoscere gli allievi del corso per curatori di Paratissima, ciascuna composta da almeno 10 artisti selezionati tramite call. Le mostre: “A doppio filo”, a cura di Annachiara De Maio; “Beyond the map”, a cura di Soriana Stagnitta; “Infanzia interrotta”, a cura di Aida Biceri e Carolina Bottisio; “In/Stabilità”, a cura di Gaia Disarò e Tommaso Pagani; “L’ombra della luce”, a cura di Annalisa D’Apice e Corinna Trucco; “Monstrum Vel Prodigium”, a cura di Camilla Ballor e Giulia Nelli; “Pre-giudizio universale”, a cura di Rita Alessandra Fusco e Maria Elena Levoni.
Tra le più visitate e interessanti, Infanzia interrotta, a cura di Aida Biceri e Carolina Bottisio, che ha ricevuto anche il plauso della sindaca Appendino, e che è di forte impatto, per il tema non facile, che indaga soprattutto l’essere fanciulli oggi. Gioco, spensieratezza e immaginazione caratterizzano l’infanzia, l’età dell’innocenza dove tutto sembra possibile. Ma anche aspettative tradite, paure, consapevolezze e innocenze perdute. L’infanzia viene tradita proprio da coloro che ne dovrebbero essere i custodi, i genitori, che impediscono ai bambini di essere pienamente loro stessi e di vivere la propria età, per la smania di proiettare su di loro sogni irrealizzati e frustrazioni inconfessabili. Gli artisti in mostra erano: Elisa Anfuso, Enrico Azzolini, Fosca Boggi, Stefano Bonazzi, Francesca Candito, Marco Ferrari, Daria Petrilli, Alexis Rosas, Graziano Russo, Davide Sforzini e Gabriele Zago.
Una delle giovani curatrici, Aida Biceri, ci ha spiegato: “Ai visitatori abbiamo chiesto di sospendere il giudizio sull’infanzia, perché è davvero difficile, in primo luogo mettere in relazione l’infanzia che conosciamo con quella dei bambini di altre parti del mondo, sia per contesto geografico, che storico, e poi capire cos’è l’infanzia in generale. Le opere che abbiamo scelto dialogano tra loro, spesso si rifanno all’autobiografia degli artisti, come per il peruviano Alexis Rosas, che ha vissuto senza la madre per molto tempo, e ha raccolto delle immagini di vita quotidiana, dal 1935 al 1979, che lavora in serie, oscurando la figura della madre in contesti di quotidianità, evidenziandone così l’assenza ingombrante. Mentre nel caso di Graziano Russo, con l’installazione dell’altalena “A dubbia distanza” si mette in risalto l’incontro-scontro, che ne impedisce l’uso, essendo le quattro altalene troppo vicine, e ci racconta così i primi scontri che avvengono proprio nell’infanzia, andando a scuola, confrontandoci con gli altri e con noi stessi, ed è l’opera che più si collega a tutte le altre. Concludendo in maniera positiva possiamo pensare che i bambini l’infanzia la vivono senza pensarci troppo, ed è bene così”
Paratissima è un evento artistico variegato, che si propone di avvicinare il pubblico all’arte attraverso un ricco calendario di workshop, presentazioni e laboratori basati sul concetto di “learning by doing” e di creare opportunità concrete per i giovani talenti dell’arte contemporanea con progetti curati, premi e iniziative oltreconfine sviluppate a Skopje, Cagliari, Lisbona, Napoli, Togliatti. Da sempre aperta a tutti, Paratissima offre un’occasione di visibilità agli artisti emergenti che non trovano spazio nei circuiti “istituzionali” dell’arte e, allo stesso tempo, compie una preziosa azione di talent scouting scovando nuovi talenti nella folta schiera degli artisti che partecipano alla rassegna.
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