Bar Settembrini nel cuore di Prati: Chef a confronto

Bar Settembrini nel cuore di Prati: Chef a confronto

ROMA – Luigi Nastri e Gianluca Esposito alla festa dei 10 anni di Settembrini

Per chi vive a Roma da una vita ed ha imparato ad amare la zona denominata Prati, non potrà che sorprendersi ancora un volta della varietà d’offerte del quartiere. La nota piazza Mazzini, dal quale si diramano Via Ferrari, Via Sabotino, oltre al più noto Viale Mazzini dove risiede la famosa Direzione RAI, rappresentare comunemente il quartiere della “city” con studi legali ed uffici, ma io l’ho sempre chiamato il “triangolo delle Bermuda”.

Perché? Se mai deciderete un giorno di mettervi a dieta, dovrete assolutamente evitare di attraversare questo crocevia. È impossibile mostrarsi disinteressati alla gastronomia del Bar Ferrari (nell’omonima via), o dinanzi le tartine ai gamberetti più famose di Roma di Antonini a Via Sabotino, come anche il gelato del Gran Bar Mazzini a piazza Mazzini o addirittura la pasticceria di Vanni.
Storicamente c’era anche un’altra pasticceria e gelateria in Via Settembrini: Giolitti. La Pasticceria più nota ed antica di Roma rimasta solo al Parlamento. Pellegrinaggio obbligatorio per tutti i golosi e, in special modo, per chi ama le creme!

Il ristoranteComunque, Giolitti a Via Settembrini non c’è più e il bar, gastronomia, gelateria e pasticceria è stato rilevato da un’altra proprietà. Rinnovato, è rinato sotto il nome di “Caffè Settembrini”.
Questo bar è stato accorpato all’enoteca e ristorante divenendo un locale molto ampio che prende gran parte di tutta la via Settembrini fino ad uno slargo dove, nell’angolo opposto sorge anche, da poco, la Libreria. Qui ci sarà un ricco programma di incontri e presentazioni di libri in onore dell’arte culinaria e del buon bere.

Noi c’eravamo il 9 settembre, serata in cui si inaugurava anche la birreria dal nome razionalista e descrittivo: “Birra e Porchetta”.

Voci di corridoio dicono che in futuro potrebbe esserci ulteriore spazio in zona da acquisire. Attualmente ci sembra che via Settembrini sia un’unica strada gourmet denominata appunto, Settembrini.

In questi locali si sta svolgendo la “festa dei 10 anni” che ha preso il via venerdì 6 settembre: si alterneranno (fino al 30 settembre) dieci regioni divenendo protagonisti di serate l’arte emergerà grazie a diverse esperienze degli chef a confronto.

Noi abbiamo avuto il privilegio di degustare il menù a base di pesce, creato ad hoc per l’occasione, dei due diversi chef: Gianluca Esposito e Luigi Nastri.

Gianluca Esposito era una nostra conoscenza dal momento che ha vissuto 3 anni a Bologna, dove è stato executive chef di Eataly Bologna. Benché giovanissimo (ha circa 30 anni) si è dimostrato pronto per il grande salto ed è arrivato a dirigere il ristorante gourmet più importante di Eataly Roma. Il Ristorante Italia, dedicato ad Amedeo Modigliani, è noto infatti per la varietà dell’offerta che varia attraverso una scelta di proposte provenienti dalle 20 diverse regioni italiane. C’è sempre un menù studiato nel rispetto della tradizione, arricchito della passione e professionalità di Gianluca, e dalla sua inesauribile creatività.

La personalità dello chef di casa Settembrini, Luigi Nastri, è totalmente differente. Uomo più maturo (37 anni) ma dal carattere più introverso, di religione buddista ed ex vegetariano, aspetto sicuramente unico per chi lavora nel suo ambito. Nastri ha lavorato con chef di caratura internazionale come Gennaro Esposito (chef del ristorante La Torre del Saracino, Marina d’Aequa, Vico Equense) e lo chef Davide Scabin, un paio di stelle Michelin, divenuto ancora più noto, o forse più personaggio, dopo la Terra dei cuochi, il talent culinario di Antonella Clerici. Attorno a questo chef ora aleggia un’aria di mistero.

Da sinistra Luigi Nastri e Gianluca Esposito settembrini
Da sinistra Luigi Nastri e Gianluca Esposito

Triglie

La degustazione, dove i piatti erano creati alternativamente dai due chef, iniziava con “Un mare di alici con pomodoro, ricotta di bufala, arancia piccante e basilico accompagnato da pane raffermo avvolto in una colatura di alici e polvere di porcini”. Era delicatissimo e dal sapore semplice.

Più elaborato l’altro antipasto che consisteva in “Triglie di scoglio cucinate con pomodoro spellato ed essiccato, ricci di mare e verdure di terra”. Il profumo ed il gusto della triglia, anche così raro, si sposava perfettamente con l’agre del riccio attutito dalla dolcezza delle verdure.

Poi al primo di Nastri, “Tortello ripieno di crema di fagioli e cozze” mi sono esaltata riscoprendo un sapore antico della tradizione, ma arricchito dalla leggerezza della pasta del tortello ed il profumo ineguagliabile ottenuta dalla crema di fagioli e cozze.

Tortello settembrini

Il primo di Esposito “Minestra di pasta mista con cacciucco alla livornese”, più saporito rispetto al Tortello, è risultato un interessante spunto della ricetta tradizionale.

A seguire abbiamo gustato un “Polpo, patate, ‘nduja e cipolla agrodolce” molto croccante, che conservava il pieno profumo del polpo.

La cena ha avuto termine con la “Delizia al limone sfusato di Amalfi” degno dessert di un menù eccezionale.

La serata è stata allietata dalla simpatia del Sommelier di Settembrini Luca Boccoli, nostra vecchia conoscenza. Boccoli proviene da studi di sala e bar presso l’Istituto alberghiero, con una lunga carriera alberghiera dietro ai banconi di locali prestigiosi, è fondatore dell’enoteca Settembrini, annoverata tra le enoteche capitoline più autorevoli. Luca è un appassionato conoscitore della Borgogna e della Champagne, prediligendo per la sua cantina i vini francesi (Vino in cantina: 20% Italia ed 80% Francia!) ed è autore di testi come “Il mistero è il sale della sala”. É esperto degustatore e attento selezionatore, si definisce “un po’ più di sommelier”. E noi approviamo sicuramente la sua autodefinizione! Per la serata ci ha fatto pasteggiare con un eccelso Pradalupo Roero Arneis 2012 DOCG, di Fontanafredda, dal sapore poco solforoso dal momento che subisce un affinamento solo in acciaio. Seguito dal “Borgogno, NO NAME 2009 Langhe Nebbiolo DOC”, vino con un’etichetta di protesta. No Name è il Barolo-non Barolo dell’azienda Giacomo Borgogno e figli acquisito da Oscar Farinetti, proprietario di Eataly. Il Borgogno, infatti nasce da vigneti di pregio, a Cannubi, Fossati e San Pietro delle Viole, sempre nel comune di Barolo. Non essendo registrato come Docg, è “solo” un Nebbiolo. Ma un nebbiolo che, a nostro avviso, è molto meglio di molti Baroli.

Luca Boccoli sETTEMBRINI
Luca Boccoli

Insomma dopo questa bellissima serata siamo felici che la “festa dei 10 anni” proseguirà per diversi giorni con un calendario altrettanto interessante quindi arrivederci al prossimo evento!

Fabiola Cinque