Roma-Lazio: De Rossi spezza la maledezione

Roma-Lazio: De Rossi spezza la maledezione

ROMA – Nel derby della Capitale a trionfare è la Roma per 1-0.Un colpo di testa di Mancini e vari colpi di puro genio tattico di Daniele De Rossi abbattono i biancocelesti.

Roma-Lazio, il derby della Capitale, termina 1-0 per i giallorossi. Poteva sembrare il solito derby contratto ed equilibrato invece la Roma ha messo in campo intensità e compattezza, caratteristiche fondamentali per gare come questa. Finalmente la città eterna torna ad essere “gialla come er sole e rossa come er core mio”. De Rossi è riuscito a vincere finalmente la sfida stracittadina spezzando la maledizione di cui era caduto vittima José Mourinho. La Lupa è tornata ad ululare in cima ad ogni colle della Capitale mentre l’aquila è volata impaurita e claudicante a rifugiarsi tra gli alberi.

Lorenzo Pellegrini e Gianluca Mancini, Roma-Lazio

Roma-Lazio: De Rossi batte Tudor con l’intelligenza tattica

De Rossi mette in campo il suo 4-3-3 con Celik e Angelino, schierato a sorpresa al posto di Spinazzola, sulle fasce. I centrali sono Mancini e Llorente mentre a centrocampo agiscono Cristante, Paredes e Capitan Pellegrini. In avanti Dybala ed El Shaarawy vengono schierati a supporto di Lukaku. La neo Lazio di Tudor risponde con un 3-4-2-1 duttile e malleabile, che diventa 4-4-2 in fase di non possesso con Immobile al centro dell’attacco, Isaksen e Kamada dietro di lui e la coppia Vecino-Guendouzi a centrocampo. Come esterni l’allenatore biancoceleste sceglie Marusic e Felipe Anderson.

La Roma, come ci ha ormai abituato con DDR, da subito costruisce dal basso, palleggiando davanti alla propria area e attirando, grazie anche all’ottimo lavoro con i piedi di Svilar, la pressione della Lazio che viene eseguita senza eccessiva convinzione perché Tudor teme di cadere nella trappola romanista. Il piano giallorosso è proprio quello di far scoprire i laziali, soprattutto con i due centrocampisti centrali, andando poi a colpire tra il centrocampo e la difesa. Dybala si rivela essere una pedina fondamentale. Da quando De Rossi siede in panchina la Joya ha maggiore libertà di svariare sulla trequarti offensiva. Sin dall’inizio del derby l’argentino riesce a liberarsi e a farsi trovare pronto a ricevere alle spalle di Vecino e Guendouzi spesso troppo in linea e quindi facilmente attaccabili da dietro.

Roma-Lazio
Paulo Dybala, Roma-Lazio

L’altro trequartista è El Shaarawy che fa una partita di grande sacrificio correndo senza remore a fare il difensore aggiunto in fase di non possesso, annullando così Marusic, e facendosi anche trovare pronto in fase offensiva. Il Faraone svolge questo doppio ruolo con grande generosità, facendo sempre quella corsa in più per aiutare un compagno perdendo, di contro, qualche tacca di lucidità in alcuni momenti. Da segnalare il suo palo che sarebbe valso il raddoppio.

Roma-Lazio: Il capolavoro tattico

Sulla fascia destra, con le continue anche se non qualitativamente impeccabili spinte di Celik, la Roma guadagna spazio soprattutto in virtù del fatto che la Lazio su quel lato, schiera Gila che non è esattamente un terzino e Felipe Anderson, il quale è pur sempre un calciatore con attitudini offensive. Sulla sinistra invece, i giallorossi spingono meno ma sono più pericolosi. Infatti. proprio da una combinazione tra Angelino ed El Shaarawy, nasce il calcio d’angolo che porta al gol di testa di Mancini.

Nel secondo tempo, sopra di una rete, la Roma gestisce la gara con esperienza, approfittandosi di una Lazio in evidente difficoltà. Tudor prova a trasmettere più aggressività ai suoi, ma i ragazzi di De Rossi non rischiano praticamente nulla nel palleggio, mandando a spasso per il campo i giocatori laziali. Lukaku migliora nella seconda frazione facendo un buon lavoro spalle alla porta permettendo ai compagni di rifiatare e creare gioco sulla trequarti.

Roma-Lazio
Tammy Abraham, Roma-Lazio

Il capolavoro tattico di De Rossi in Roma-Lazio arriva quando questo vede la squadra stanca e decide di passare a giocare con due punte. Abraham torna in campo dopo mesi e mesi di assenza e l’ Olimpico è una bolgia. Tammy al fianco di Lukaku, tutto per avere più fisicità e presenza sulle palle alte. Dietro, intanto, DDR torna a tre facendo entrare  Smalling, con Bove, Cristante e Pellegrini in mezzo al campo. Celik e Spinazzola giocano larghi e, in questo modo, la Roma si porta a casa tre punti pesantissimi. La Roma ha vinto con l’intelligenza tattica del proprio condottiero.

Ode a Gianluca Mancini

Gianluca Mancini, romanista vero, nato a Pontedera per sbaglio. Romano d’adozione come Romolo e Remo, figlio della Lupa acquisito ma amato incondizionatamente. Mancini è l’ultimo dominatore dell’arte della difesa, è un leader assoluto. Assurdo pensare che sarebbe dovuto uscire da questo Roma-Lazio perché non si sentiva bene. Il numero 23 della Roma però, ha tenuto duro come fa sempre “non esco senza gambe rotte, non posso lasciare queste partite” dirà a fine gara. Un guerriero formidabile che non si tira mai indietro, una guerra per ogni pallone unita però alla capacità di impostare il gioco non sbagliando mai scelta, concedendosi a volte dei lanci o dei passaggi filtranti di traiettoria quasi divina.

Roma-Lazio
Gianluca Mancini, Roma-Lazio

Per non parlare della sua costante pericolosità in zona offensiva, soprattutto di testa, la specialità della casa. Sono 5 le reti messe a referto dal difensore ex Atalanta in questa stagione. Insomma, Mancio logora chi non c’è l’ha. Tutto alla faccia di chi dice “prima o poi questo lo trova qualcuno che gli mena”…Mancio, non ti preoccupare, “questo che ti mena” non arriverà mai e anche se dovesse arrivare saranno in 70.000 ad annichilirlo. Questo gol è un’occasione per celebrarti come si deve. Allora grazie Mancio per essere partito da Bergamo per innamorarti di Roma.

Stefano Gentili

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