ROMA – Dopo la vittoria dell’andata a San Siro, la squadra di Daniele De Rossi batte il Milan di Pioli anche all’Olimpico. Il risultato è di 2-1 con la Lupa che per larghi tratti della gara, nonostante l’espulsione di Celik, ha dominato grazie allo spirito di sacrificio degli undici.
Roma-Milan la vincono undici Daniele De Rossi, dodici se si conta l’allenatore, dieci se si considera l’espulsione, quindici se teniamo conto di tutti i calciatori giallorossi scesi in campo nell’ennesima notte di pura magia europea che ha pervaso lo Stadio Olimpico. Quante volte i tifosi romanisti hanno sognato di vedere i giocatori attaccati alla maglia, instancabili, pronti a dare tutto, tecnicamente e fisicamente, per la gloria della Lupa? Quante volte un romanista ha fantasticato sulla frase “con la mentalità di un ultras in campo, DDR il nostro vanto”? Ecco finalmente, dopo anni di assenza, De Rossi è tornato e con lui il suo spirito infuso perfettamente in ogni uomo sceso in campo.
L’ultima spiaggia di Pioli non vedrà il sole e non sarà bagnata da nessun tipo di mare. Che poi il mister giallorosso con quella affermazione non voleva certo offendere l’allenatore del Milan, eppure il navigato tecnico rossonero se l’è legata al dito con la pronta risposta “noi in Champions ci andiamo”. Va bene mister allora buona Champions per il prossimo anno, però, intanto, può salutare l’Europa League che, dopo la retrocessione dalla Coppa dalla grandi orecchie, era l’obiettivo minimo stagionale del Milan.
Roma-Milan: De Rossi batte Pioli, di nuovo
Il Diavolo è stato presuntuoso nella gara d’andata sottovalutando la Roma targata DDR e lo stesso errore ha commesso al ritorno dove al fianco della Lupa c’erano quasi 70.000 cuori che battevano e cantavano all’unisono. Una Roma magnifica, imperiale, travolgente, arrembante e davvero divertente da vedere. Fino all’espulsione di Celik i giallorossi hanno fatto la partita perfetta poi, in inferiorità numerica, la squadra si è coperta di più ma non sfigurando in nessuna occasione. Anzi, anche con l’uomo in meno, l’impressione è che la Roma avrebbe potuto fare anche il terzo gol.
In una serata come quella di Roma-Milan, è pressoché impossibile parlare dei singoli dato che non c’è un giocatore che ha fatto male. Anche il terzino turco, nella sua espulsione (quantomeno discutibile), è intervenuto con un fallo prettamente tattico e non cattivo cercando di fermare la ripartenza di Leao. Il cartellino giallo sarebbe stata forse la decisone più adeguata. Ripensandoci però, Pellegrini ed El Shaarawy meritano una menzione d’onore per via delle loro prestazioni a dir poco commoventi.
Dopo il terzo gol in tre gare di fila dell’ormai attaccante aggiunto Gianluca Mancini e la rete magnifica del solito e divino Dybala, l’infortunio di Lukaku costretto ad uscire e la severa espulsione di Celik, avrebbero potuto portare la serata verso un altro tipo di esito. Proprio in questo momento di apparente fragilità, ci pensa Daniele De Rossi a scacciare vie l’aria dello psicodramma romanista. Fresco di promessa di rinnovo, il tecnico giallorosso ha mantenuto la calma e scelto con estrema lucidità non lasciandosi trascinare dagli eventi e, dopo l’entrata in campo di Jovic, ha subito inserito Llorente prima della fine del primo tempo. Il mister di Ostia ha capito tutto e ha letto alla perfezione ogni scelta di Pioli.
Non fermiamoci sul più bello
Così come De Rossi, anche i suoi uomini si sono mostrati lucidi nel momento più complicato quando ogni tifoso romanista era pronto a soffrire. La Roma gestisce il Milan in maniera piuttosto tranquilla avendo anche ulteriori occasioni per segnare. Da ricordare l’azione corale e stellare che ha portato Spinazzola al tiro o l’occasione che Tammy Abraham avrebbe potuto trasformare nel suo gol della rivalsa. Poco conta il gol di Gabbia arrivato praticamente a fine partita. Roma-Milan va ai romanisti.
Cinque volte nelle ultime sette edizioni delle coppe europee, la Roma è tra le prime quattro. Si, quattro come gli anni di fila in semifinale di una competizione UEFA per club. Forse, in Italia ci si dovrebbe rendere conto che la Lupa è una creatura dal dna ormai europeo che nelle notti di coppa ulula alla luna con più vigore del solito. Ora, tocca al Bayer Leverkusen eliminato dai giallorossi l’anno scorso proprio in semifinale. Certo è che la squadra di Xabi Alonso, imbattuta da tutta la stagione e la cui ultima sconfitta in Europa risale proprio al match europeo contro la Roma, è una corazzata inarrestabile che potrebbe cadere solo con la magia romanista che sta compiendo DDR.
La squadra tedesca è l’ultimo ostacolo prima della terza finale europea consecutiva in tre stagioni, un risultato troppo storico per fermarsi ad un passo dal traguardo. De Rossi ha fatto 30, tanto vale fare 31 e prendersi ciò che da giocatore non ha potuto: la sua prima coppa europea con la Roma.
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