GERMANIA – Cos’è Sylt? Ma in particolare dov’è Sylt? Per noi mediterranei che il mare lo individuiamo solo nelle acque trasparenti di Grecia, Sicilia o la più popolare riviera, adriatica e non, Sylt, ovvero il mare e le vacanze sul Mare del Nord, è quasi una follia.
Per l’italiano che sogna la sabbia rovente sotto i piedi, il chiacchiericcio da spiaggia e la forzata convivenza sotto tende od ombrelloni con famiglie urlanti e campioni inespressi di racchettoni, o altro gioco da spiaggia, Sylt è quanto di più lontano si possa immaginare: Sylt (Danese: Sild, Frisone: Söl) è un’isola della Germania settentrionale, facente parte della Frisia Settentrionale, Schleswig-Holstein. Assieme alle isole Föhr, Amrum, Nordstrand e Pellworm costituisce la parte tedesca delle isole Frisone Settentrionali, e un tempo faceva parte della terraferma, ma a causa dell’erosione del Mare del Nord (che continua tuttora) è diventata un’isola.
Qui le spiagge sono enormi, gli spazi a misura di libertà, la frittata del tuo vicino non ti arriverà mai a sfiorare ne il telo ne le narici, i cani sono ben accetti e hanno vere spiagge a disposizione in cui possono correre, giocare e fare bagni, il nudismo non è un tabù di cui sussurrare ipocritamente a mezza bocca, e nelle spiagge FKK (Frei Korper Kultur, nudista appunto), ci si saluta con tranquillità e nessun imbarazzo, perché il corpo, bello o brutto che sia, non deve destare un imbarazzo legato ad un perbenismo indotto da stereotipi sociali.
La pecca più grande che un mediterraneo potrà trovare qui è senza dubbio il clima e la paura di non poter stare in spiaggia per 15 ore filate: nel cielo si rincorrono nubi e i venti sono raramente assenti. Il mare non è la placida tavola caldiccia e appiccicosa della riviera, e la temperatura dell’acqua si aggira sui 20 gradi… Ma questo tuttavia non significa che non ci si goda la spiaggia, non si diventi neri (carboni direi), o ci debba barricare in casa nel terrore del maltempo. E questo molti tedeschi che disertano la nostra riviera, l’hanno già scoperto, rendendola dal primo dopo guerra ad oggi ai vertici del gradimento come meta di vacanza entro confine.
Colori stridenti e rutilanti, paesaggi tempestosi, cavalloni incessantemente rivoltati dal vento, luci fredde e radenti. E poi maree, paludi, case dai tetti spioventi in paglia pettinata e spiagge interminabili. Il mare di Sylt – nordica Saint Tropez tedesca mondana ed elitaria – l’espressionista Emil Nolde lo dipingeva così. Sempre con toni saturi e scioccanti.
E in quella striscia di sabbia di terra rubata dal Mare del Nord allo Schleswig-Holstein a pochi chilometri dal borgo pittoresco di Husum, gli scenari vigorosi si palesano davvero come l’inquieto pittore del gruppo “Il Ponte” li ha poi ripensati negli anni Dieci del secolo scorso. Stati d’animo forti e sconvolgenti immortalati anche a pochi anni di distanza in “Nosferatu” (1922) e ne “Il Cammino della Notte” (1921) dal geniale regista espressionista F.W. Murnau e recentemente messi in scena da Polanski ne “L’uomo nell’ombra” teoricamente ambientato a Marta Vineyards – le isole si assomigliano – ma in parte girato tra le dune di Sylt calpestate dal Principe delle Tenebre.
Quello che non era stato previsto da Nolde, fu invece sicuramente il successo che dal primo dopoguerra a oggi ha proiettato Sylt ai vertici delle mete turistiche dei suoi connazionali: Rilke e Zweig furono di casa e anche Thomas Mann frequentò i borghi di Kampen e Westerland tre volte, nel 1921 nel 1927 e nel 1928. Ora per i facoltosi tedeschi del centro e nord-ovest, soprattutto di Amburgo – che con Londra concentra il maggior numero di milionari del Vecchio Continente – e di Stoccarda, Colonia e Düsseldorf, Sylt è paragonabile a Capri o Portofino. Un’esclusiva, ecologica, bio-diversa destinazione da godere in pace e indisturbati. Gli Zar dell’euro se ne stanno nascosti e protetti nei villaggi di Keitum e Kampen sotto gli immensi tetti spioventi di paglia di irraggiungibili ville intonacate di bianco o a traliccio in mattoni rossi, celate tra dune di sabbia e muri di siepi di rosa rugosa, che cresce libera nell’isola, creando vere e proprie foreste odorose in luglio ed agosto.
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