Un cappio per Archibald Mitford: un giallo di tutto rispetto

Un cappio per Archibald Mitford: un giallo di tutto rispetto

MONDO – È un bene sospettare di tutti, finché non si riesce a dimostrare che sono innocenti. 

Lo diceva il caro e buon vecchio Poirot, investigatore privato per eccellenza, sintetizzando, in questo modo, al meglio, le caratteristiche del genere giallo. Tuttavia, Un cappio per Archibald Mitford è più di un semplice delitto da risolvere.

Tradotto per la prima volta in italiano, dalla casa editrice Le Assassine, per la collana Vintage, il libro, scritto da Dorothy Bowers, è un autentico romanzo dell’epoca d’oro del giallo. Un cappio per Archibald Mitford è disponibile, oggi, in libreria.

Il titolo originario è “Deed without a name”, tratto direttamente da un atto del Macbeth, così come i sottotitoli di ogni capitolo sono versi di Shakespeare. Durante la “Golden Age”, infatti, gli scrittori attingevano a diverse fonti di informazioni: i modelli a cui si ispirò la Bowers furono, senz’altro, Shakespeare, Agatha Christie, GK Chesteron e Dorothy L. Sayers. L’autrice, difatti, frequentava il Detection Club, un prestigioso circolo di scrittori di romanzi polizieschi, costituitosi nel 1930.

Inoltre, Dorothy Bowers poteva essere l’erede della Sayers, ma il suo lavoro come insegnante di storia e la sua salute precaria le impedirono di raggiungere il successo meritato. Tuttavia, rileggendolo ai giorni nostri, ci accorgiamo di come Un cappio per Archibald Mitford rappresenti il suo capolavoro, il romanzo che rende “il giallo”, ancora oggi, “un’opera letteraria di tutto rispetto”.

Archibald Mitford

Lo ha dichiarato l’editrice Tiziana Prina, che ha aggiunto: “Sono molteplici i motivi che mi hanno portato a scegliere questo libro per la collana Vintage. Prima di tutto l’atmosfera che l’autrice sa ricreare: sembra proprio di accompagnare i personaggi nelle loro varie peregrinazioni per una Londra che fa i primi conti con lo scoppio della II Guerra Mondiale nel periodo definito “phoney war” – strana guerra – perché ancora segnata da una sostanziale stasi nelle operazioni militari”.

La Seconda Guerra Mondiale, dunque, fa da sfondo alla vicenda: siamo nel 1939, poco dopo la dichiarazione da parte dell’Inghilterra alla Germania, e il giovane Archibald Mitfold, Archy per gli amici, racconta a due vecchi compagni di scuola una serie di attentati alla sua vita. Proprio nello stesso giorno, però, viene trovato morto nella casa della zia. Omicidio o suicidio? Il detective Pardoe porterà avanti le indagini, durante le quali verranno resi noti alcuni aspetti misteriosi della vita di Archie. La giovane vittima aveva un diario, misteriosamente scomparso; aveva la passione per il disegno: in particolar modo riproduceva compulsivamente diverse specie di uccelli; aveva anche un eccessivo interesse per un giovane milionario. Chi ha ucciso il povero Archy?

Il lettore viene catapultato all’interno della storia, in cui l’autrice affianca fatti fantastici e episodi realistici, come la presenza delle “aringhe rosse”. È questo connubio, tra l’immaginario e la realtà, che rende il romanzo unico nel suo genere. Il lettore ha il compito di mettere insieme i pezzi, di scovare gli indizi, di prestare attenzione ai dettagli, come se stesse costruendo un puzzle. Alla fine, però, la conclusione è quasi sempre sbagliata e nessuno riesce mai a capire chi sia il colpevole. Perché? Per lasciare la soddisfazione al detective, che sia Pardoe per la Bowers, e Poirot per la Christie, di aver svolto bene il proprio lavoro.

Testo di Elena Calabrese

Autore MyWhere

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