Walter Chiari: protagonista immortale della comicità italiana

Walter Chiari: protagonista immortale della comicità italiana

ACCADDE OGGI – L’8 marzo del 1924 nasceva Walter Chiari, personaggio poliedrico e grandissimo mattatore televisivo. Il suo particolarissimo modo di intrattenere il pubblico è famoso ancora oggi, a distanza di vent’anni dalla sua scomparsa.

La vita di Walter Chiari è stata costellata da molti avvenimenti non sempre piacevoli ma la sua eredità comica vive ancora oggi attraverso il premio Walter Chiari-Il Sarchiapone istituito nel 2011 e destinato ai giovani comici emergenti.

CHI ERA WALTER CHIARI

walter chiari
Fonte: profilo Instagram @walterchiari_

Nato a Verona ma di origini pugliesi e milanese di adozione, Walter Michele Armando Annichiarico prima di trovare la strada verso la sua vera vocazione fece molte esperienze diverse. Fu anche un eccellente sportivo. Inizialmente si dedicò alla boxe riuscendo addirittura nel 1939 a diventare campione lombardo dei pesi piuma.  Ottenne vari riconoscimenti anche nel gioco delle bocce, nel tennis e nel nuoto, vincendo i 100 metri stile libero nei campionati promossi dall’organizzazione fascista GIL, Gioventù Italiana del Littorio.

Non altrettanti riconoscimenti arrivarono dalle sue disparate esperienze lavorative che si rivelarono tutte fallimentari, tanto da indurlo a riprendere gli studi interrotti e a diplomarsi.

DA MILITARE A SHOWMAN: L’INIZIO DELLA CARRIERA DI WALTER CHIARI

Fonte: Wikipedia

Gennaio 1944, Teatro Olimpia di Milano. Walter Chiari, arruolatosi l’anno precedente come volontario nella  Xª Flottiglia Mas, si trova ad assistere ad un concorso per aspiranti comici e durante lo spettacolo viene letteralmente gettato sul palco dai suoi camerati, che sicuramente conoscevano bene la sua vena comica. Lo sketch del balbuziente e l’imitazione di Hitler ne decretarono il successo e posero le basi alla sua carriera da showman.

Da questo momento in poi la sua ascesa nel mondo dello showbiz dell’epoca sembra inarrestabile. Il suo innegabile fascino e le sue doti di grande intrattenitore gli apriranno le porte dei teatri di tutta Italia spesso insieme ad altri grandi attori, come Carlo Campanini sua fedele spalla con cui interpretava il celebre sketch del Sarchiapone, e attrici come Delia Scala o Sandra Mondaini.

Il talento di Walter Chiari non fu riconosciuto solo nel mondo del teatro, ma anche in quello cinematografico. Nel 1966 fu scelto come interprete del film australiano “Sono strana gente” di Michael Powell per il quale riscosse un grande successo di critica impersonando un giornalista italiano emigrato a Sydney alle prese con le difficoltà dello slang australiano. Fu  diretto anche da grandi registi come Dino Risi, Damiano Damiani e Luchino Visconti.

Non solo grande attore ma anche grande seduttore. Le sue love story con donne dello spettacolo riempivano quelli che negli anni ‘60 erano chiamati rotocalchi. Mina, Lucia Bosè ma anche Ava Gardner, con cui ebbe un flirt che lo fece conoscere oltreoceano e lo catapultò direttamente nei teatri di Broadway.

L’INGIUSTA CADUTA DEL RE

Foto: profilo instagram @walterchiari_

La sua parabola purtroppo si interruppe per non riprendere mai più la stessa ascesa quando nel 1970, durante la registrazione di un programma radiofonico per la RAI, Walter Chiari fu arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. Trascorse nel carcere di Regina Coeli 98 giorni di detenzione durante i quali apprese da una guardia carceraria di essere diventato padre del piccolo Simone.

L’iter giudiziario si concluse solo nel 1977 quando Walter Chiari  fu prosciolto per lo spaccio, ma non per il consumo personale di droga e quelle accuse infamanti gli rimasero cucite addosso come una lettera scarlatta. Lui, sovrano del palcoscenico, abituato alle folle osannanti, re dell’intrattenimento, improvvisamente relegato nell’oscurità quasi come un paria.

La vicenda, che vedeva coinvolti anche altri volti noti dello spettacolo come Franco Califano e Lelio Luttazzi, catalizzò l’attenzione mediatica su di lui trasformandolo da re a emarginato. Da quel momento in poi gli verranno affidati solo ruoli di secondo piano. Il suo arresto rappresenta una delle pagine peggiori della cronaca giudiziaria italiana insieme alla vicenda di Enzo Tortora che negli anni ‘80 subì la stessa sorte venendo poi totalmente assolto nel 1986. Uno dei grandi accusatori di Tortora, Gianni Melluso detto Gianni il Bello, fu accusatore anche di Walter Chiari.

Proprio la credibilità che il sistema giudiziario di quegli anni dava ai falsi pentiti o pentiti di comodo creò la gogna mediatica che intrappolò personaggi come Tortora e Chiari che videro le loro vite irrimediabilmente segnate se non addirittura distrutte. Le sentenze di assoluzione e la riabilitazione pubblica, arrivate con le tempistiche geologiche tipicamente italiane, non furono in grado di sanare tutte le ferite soprattutto quelle psicologiche.

Walter Chiari non era nuovo all’esperienza della detenzione. Alla fine della seconda guerra mondiale era stato nel campo di prigionia di Coltano come appartenente alle forze militari della Repubblica di Salò. Ma un ventenne preso dall’esuberanza della sua gioventù metabolizza diversamente rispetto ad un uomo che si era abituato al successo e all’ammirazione di tutti, soprattutto quando viene costretto suo malgrado a difendersi dall’infamia di un reato odioso come lo spaccio.

Fu trovato morto nell’appartamento 508 del Residence Siloe a Milano dove abitava da solo, di fronte a quel piccolo schermo che lo aveva reso celebre al grande pubblico e che tutt’oggi lo ricorda con grande affetto.

di Veronica Ciancolini

Autore MyWhere

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