Art Basel Miami Beach: una banana ci seppellirà

Art Basel Miami Beach: una banana ci seppellirà

MIAMI – Si è aperta ufficialmente il 5 dicembre, dopo l’intensa giornata delle preview per i collezionisti, la diciottesima edizione di Art Basel Miami Beach, kermesse artistica in suolo americano targata dal colosso svizzero Art Basel in collaborazione strettissima con UBS, che si concluderà l’8 dicembre.

Più di 200 le gallerie di arte Moderna e Contemporanea, tra le più importanti del mondo, con in mostra un totale di oltre 4000 artisti attingendo da pittura, scultura, installazioni, fotografia, video e arte digitale. Per la vastità e la varietà dei pezzi proposti, i visitatori saranno in grado di spaziare in un ampio range: dai lavori numerati di giovani artisti emergenti fino a pezzi di rilevanza museale.

Art Basel Miami Beach compie quindi diciotto anni, e come illustrato nella conferenza stampa di apertura per la stampa dal sindaco di Miami, Dan Gelber, la manifestazione è ormai maggiorenne, e come un figlio visto crescere con occhi benevoli duranti gli anni, di strada ne ha fatta davvero parecchia e non solo lei.

La città è infatti cresciuta con essa, Miami è radicalmente cambiata dal 2002, quando si inaugurò la primissima edizione dell’appuntamento invernale  della forse più importante fiera d’arte al mondo. La struttura della città e i quartieri stessi  attorno alla Washington Avenue e allo splendido Miami Beach Convention Center, hanno a poco a poco abbandonato la patina di trappole per turisti fuori strada rispetto alla più centrale Collins e Ocean Drive, per tramutarsi in sofisticati quartieri con ampi giardini e una cura maniacale nel recupero degli historical landmark, rappresentati dalle numerosissime villette a massimo due piani, in delizioso stile Art Decò declinato all’americana.

Quindi il mutuo legame che lega la fiera d’arte alla città si è fatto via via più stretto ed intenso, culminando nelle ultime edizione in veri happening artistici che coinvolgono oltre 70,000 visitatori e numerosissimi punti della città, letteralmente disseminata di opere d’arte, appuntamenti, visite guidate, approfondimenti.

Ma che cos’è in definitiva Art Basel?
Nata da un’idea dei galleristi e collezionisti Trudl Bruckner, Balz Hilt e i coniugi Ernst e Hildy Beyeler, la fiera d’arte di Basilea (la prima e l’originale, che ha luogo a metà giugno) si è affermata negli anni come un importante appuntamento internazionale non solo dal punto di vista del mercato dell’arte, ma anche della ricerca artisticaL’eco che Art Basel riesce oggi a raggiungere, grazie alla contemporanea presenza nello stesso luogo di un vasto insieme di operatori del settore e alla facilità dello scambio delle informazioni, coinvolge un considerevole bacino di utenza.
La rassegna include ogni forma di espressione artistica come la pittura, il disegno, l’installazione, la fotografia, la performance e la videoarte, con stand di gallerie internazionali provenienti da Nord America, America Latina, Europa, Asia e Africa, e uno spazio per progetti artistici Site-specific di dimensione e livello altrettanto elevati (come il progetto presentato in questa edizione al Collins Park dal titolo ‘Disruption’ con sei opere su larga scala ad opera di un gruppo di artisti argentini: Matías Duville, Graciela Hasper, Marie Orensanz, Pablo Reinoso, Marcela Sinclair, e Agustina Woodgate). Alla fine degli anni novanta il momento espositivo all’interno della fiera dal titolo “Video Forum” era dedicato all’interazione dell’arte con i media tecnologici e soprattutto alla videoarte; in seguito ha preso il via “Art Unlimited” che dà spazio a installazioni di dimensioni elevate realizzate attraverso l’uso dei più diversi mezzi espressivi. 

Nel 2002 Art Basel Miami Beach vide la luce sotto la direzione di Sam Keller. Dal 2013 si aggiunse anche il terzo appuntamento stagionale ad Hong Kong, che si tiene nel mese di marzo.

La fiera d’arte di Miami si articola in più settori: oltre alle già citate Galleries, troviamo

  • Nova: modellato per le gallerie che vogliono presentare i lavori di uno, due o tre artisti emergenti, creati negli ultimi tre anni;
  • Positions: creato al fine di garantire a curatori, critici e collezionisti la possibilità di scoprire nuovi talenti, garantendo una piattaforma espositiva per un singolo artista e il suo progetto;
  • Editions: i più importanti editori di tirature limitate e stampe esibiscono il lavoro prodotto in collaborazione  con i più importanti artisti;
  • Kabinett: all’interno dello stand di alcune gallerie, vengono presentati mini mostre di artisti a loro scelta;
  • Survey: si configura come la rappresentazione di progetti di arte storica.  Può coinvolgere sia una presentazione esclusiva di un singolo artista, che esibizioni tematiche da artisti che rappresentano un range di culture, generazioni ed approcci artisti differenti,

A questi si affianca il progetto Meridians, curato da Magali Arriola, in grado di offrire alle gallerie l’opportunità di presentare lavori monumentali ed ambiziosi come sculture su larga scala, installazioni, video proiezioni e performance live.

Elevatissimo il livello dei pezzi proposti: si parte da pregiati pezzi di Arte Moderna come dipinti di Chagall, Juan Mirò o Fontana, passando attraverso numerosi pezzi anni 80 di Keith Haring fino ad approdare alla più illusoria e rocambolesca arte Contemporanea. E tra i pezzi più provocatori e “catturanti” c’è anche l’ultima prodezza di Maurizio Cattelan: una banana (vera) appesa al muro con un pezzo di nastro adesivo grigio. Titolo “Comedian“, valore 120,000 dollari. E già venduto.

Cattelan Art Basel Miami Beach
La banana presso il Booth della Gallerie Perrotin

Così, dopo ‘America’ – il water in oro 18 carati, poi rubato dal museo inglese in cui era stato installato – Maurizio Cattelan torna a stupire tutti con un’arte “deperibile”, destinata a non durare, ma a rendere molto, moltissimo. Ma quando si parla dell’arte di Cattelan le cifre sono queste, anche davanti a provocazioni estreme. Benché non sia chiaro se e come l’artista deciderà di intervenire quando il frutto inizierà inevitabilmente a marcire, in poche ore è stata venduta anche una seconda versione dell’installazione. Erano quindici anni che Cattelan, l’artista italiano più pagato al mondo e noto per la sua arte provocatoria, non presentava un’opera nuova in una fiera. Secondo la galleria Perrotin, dietro a ‘Comedian’ si cela in realtà un messaggio più serio: l’obiettivo di Cattelan è far notare in che modo e a quali oggetti diamo valore, ma anche far riflettere sul concetto di valore legato ai manufatti artistici.

Sia come sia, i visitatori ignorano beati ben altre opere con caratteristiche stilisticamente ben più avanzate (marmi, pitture, ricerche di materiali ed effetti ottici) e si prestano tra il soddisfatto, l’incredulo  e l’ammirato a infiniti selfie con quello che sembra essere diventato il frutto più desiderato nella storia dell’arte contemporanea: la banana.

ArtBaselMiami

Marianne Bargiotti

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