L’ultimo saluto italiano a Zaha Hadid in occasione dell’inaugurazione del suo progetto della Stazione Marittima di Salerno. Qui tutte le foto per avere un assaggio emozionante di questa visita che vi consigliamo di programmare al più presto.
Una mattina di nuvole, di pioggia e vento. Una sera di cielo terso, rosso di tramonto e blu di un mare fortunato. E’ proprio il mare fortunato della città di Salerno, che Lunedì 25 aprile 2016 vede finalmente l’inaugurazione ufficiale della Stazione Marittima progettata dalla grande archistar Zaha Hadid. A poche ore dall’apertura al pubblico della stazione, la lectio magistralis guidata dall’architetto e urbanista Stefano Boeri per rendere ancora vivo il ricordo dell’architetto a distanza di poche settimane dalla sua morte. Il primo memoriale in Italia dedicato a Zaha Hadid ed il suo primo progetto portato a compimento subito dopo la scomparsa.
Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, Zaha Hadid vince il concorso internazionale indetto dal Comune di Salerno per l’ideazione di una struttura dedicata all’attracco di imbarcazioni turistiche, progetto che si inserisce in un disegno di rivalutazione urbanistica e che coinvolge architetti del calibro internazionale. Un altro esempio e un altro nome: il porto a forma di isola di Marina D’Arechi progettato per la costa sud di Salerno e nella sua parte di terra dall’architetto Santiago Calatrava. I lavori procedono a rilento. Nel 2013 il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo annovera la Stazione Marittima tra gli interventi architettonici d’alta qualità.
Oggi Zaha Hadid la sentiamo presente più che mai, anche se chiaramente all’inaugurazione della sua ultima opera, la Stazione Marittima, fisicamente non c’è (ne abbiamo parlato qui).
C’è, però, nelle parole dei politici che credono nella potenza economica di quest’opera immensa. C’è negli sguardi attoniti dei cittadini schivi e negli sguardi ammirati e incantati degli studenti, dei viaggiatori, degli appassionati.
E Zaha Hadid c’è nel suo progetto e c’è con tutta se stessa dal guscio esterno della sua “ostrica” alle linee fluide del suo interno che s’intrecciano, si sciolgono, si rincorrono e si abbracciano.
La costruzione che nasce sulla costa, vista dall’esterno e dall’alto, sembra voglia imporsi sul mare. Ma il suo interno respira di onde e cielo, li cerca disperatamente. Così il calcestruzzo di pavimenti e pareti continue si mette alla ricerca dell’azzurro scorgendolo in trasparenti vetrate, si appropria di aria e di blu, e torna a fluire, a connettere interno ed esterno, mare e terra, movimento e stasi.
Nella mente di Zaha, spiega alla conferenza stampa l’architetto Patrik Schumacher, senior office partner del Zaha Hadid Architects Studio London, c’è un insieme unitario e organico con un preciso senso: uno spazio che vuole raccogliere tutti i flussi in entrata e uscita, e tutto questo converge in un unico volume, nelle rampe che pur se in movimento garantiscono una chiara direzionalità.
L’idea è semplice: tutto quello che si vede in natura, ha in questa struttura una caratteristica funzionale. L’edificio, la scultura, quest’opera d’arte e di natura, andrà ad accogliere i servizi d’accoglienza per i viaggiatori e punti per la ristorazione, ma gli occhi degli spettatori dell’inaugurazione sembrano non riuscire ad immaginare nulla da aggiungere in questo organismo che sembra viva quasi già così.
Salerno non ha una storia forte rispetto a città italiane come Roma, Firenze, Venezia, Napoli. E′ un territorio difficile da ridisegnare e che conserva solo pochi tratti del passato longobardo e normanno. L’idea dei governatori è di legare, così, la labile storia della città al futuro. E lo hanno fatto in questo giorno, nel giorno dell’inaugurazione della Stazione Marittima, giorno della memoria del grande architetto Zaha Hadid, cercando, in tal modo, non solo di ridisegnare la stratificazione urbana, ma cercando di creare emozioni per la gente, infondendo curiosità e stimolando la passione degli studenti e dei giovani.
Con le parole del poeta Alfonso Gatto “Salerno rima d’eterno”, il governatore della Campania apre il ricordo di Zaha Hadid, al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno. L’architetto Stefano Boeri guida questo incontro e questo momento intenso. Seguono le voci del collaboratore Patrik Schumacher e degli architetti italiani dello studio londinese della Hadid. Una lezione di architettura, e una lezione di umanità. Chi ha preso voce a questo incontro non è riuscito a prescindere dal raccontare il lato umano dell’archistar, il lato caparbio, duro, sicuro e forte.
Più di una voce ha raccontato di una donna e di un architetto ruvido, una “architetta babilonese”, come essa stessa si definiva.
<<Tesse tra loro gli spazi e cuce i mondi>> creando <<ponti tra le mille città che ha frequentato e la sua città interiore, lei, araba, borghese colta e nostalgica>> le parole di Stefano Boeri. Zaha Hadid <<con chiari fili ha cucito nei territori delle città le lettere di un mondo che abbiamo appena iniziato a leggere>>.
Vi lasciamo alla visione delle foto, che sono scatti della stessa autrice dell’articolo.
Salerno omaggia Zaha Hadid
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Mentre leggevo la descrizione così dettagliata e curata nei minimi particolari mi sembrava di essere lì con voi all’inaugurazione, ho chiuso gli occhi e l’ho vissuta anche io, che esperienza unica!
Mi ha colpito molto la metafora dell’ostrica ma d’altronde, questa stazione sembra essere davvero un tesoro del mare che porterà grandi ricchezze a Salerno, ne sono convinti i politici ma allo stesso modo ne devono essere convinti anche i cittadini perchè è da loro che si deve partire, da noi tutti, per migliorare e migliorarsi giornalmente.
Io credo in un’Italia che guarda al futuro, che non si deve far superare dagli altri ma deve superarsi, credo in un nuovo modo di pensare comune a quello delle archistar, perchè di posti belli e colmi di storia, l’Italia è piena, ma dobbiamo anche pensare al futuro e crescere da un altro punto di vista. Abbiamo molti esempi, vedi il Bosco Verticale di Milano, il Maxxi di Roma o il MUSE di Trento e oggi anche Salerno può vantare una chicca tutta contemporanea!
Appena possibile mi recherò a Salerno per riempire i miei occhi di gioia!
P.S.: foto al tramonto che rendono unica la location, il mare dalle vetrate poi, profumo di casa!
Simona, mi trovi d’accordo riguardo ogni tua riflessione. Ho cercato appunto di tralasciare quello che è il lato oscuro della mia città, proprio perchè questo evento potesse essere percepito nella sua semplice potenza. Da cittadina e da ex studentessa avrei potuto lamentarmi di quanto i trasporti siano a zero, di quanto.. No! Io sono una cittadina in fuga così ho deciso di guardare quest’opera, questo monumento d’architettura, questo inno al futuro, semplicemente vestendo i panni di un qualsiasi giovane, di un qualsiasi studioso che guarda all’arte, all’architettura e al domani.
Mi ritengo figlia del mare, e amo la mia città, fino alla profondità delle sue insenature. E amo l’arte. Ieri per me è stato un giorno speciale. Sono riuscita ad emozionarmi, respirare, spalancare gli occhi al mondo senza essere fuggita, questa volta. Chi nasce dal mare, chi ama il sud, e chi ama l’arte, tutto questo, lo sa!