Bob Dylan. Retrospectrum. Viaggio nel diario visivo dell’artista

Bob Dylan. Retrospectrum. Viaggio nel diario visivo dell’artista

ROMA – Questa mostra al MAXXI è un viaggio. Il viaggio di Bob Dylan attraverso l’America più profonda. Se l’andrete a vedere vi sentirete trasportati ed immersi nella sua pittura. Qui c’è tutta la sua creatività di musicista, poeta e artista. Grandi metropoli, paesaggi brulli e sterminati, binari ferroviari, strade aperte, automobili, camion, pompe di benzina, motel, baracche, bar, negozi, cortili, cartelloni pubblicitari, insegne al neon. Come nelle sue canzoni e nelle sue poesie, anche nei suoi dipinti Bob Dylan rende poetica la sua terra. Avete ancora pochi giorni: l’esposizione durerà fino al 30 aprile 2023.

Bob Dylan. Retrospectrum è una mostra che percorre la vita dell’artista nelle sue creazioni di arte visiva attraverso viaggi e geografie, sia interiori che fisiche. Una mostra che documenta la trasformazione delle fonti e degli stili che hanno ispirato e influenzato l’artista nel corso del tempo.

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

Se pensate che il premio Nobel per la letteratura sia stato sovrastimato e immaginate di andare a vedere una mostra che non rappresenti un vero artista vi state sbagliando in pieno. Pur amando sconfinatamente Bob Dylan sono andata al MAXXI a vedere la mostra retrospettiva con molte remore. Ero certa di ritrovarmi davanti un’arte non definita frutto di improvvisazione ma, ovviamente, caldeggiata e supportata dalla fama del grande musicista. Invece sono rimasta totalmente esterrefatta e affascinata dallo stile e dall’evoluzione che hanno avuto le sue creazioni di arte visiva.

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

Questa mostra al MAXXI è organizzata benissimo e scandisce i vari periodi artistici in cui Bob Dylan si esprime attraverso l’arte del disegno, della pittura, della scultura. Retrospectrum è un vero e proprio viaggio da intraprendere con gli occhi dell’artista per attraversare la sua America più profonda e vivere con lui i vari luoghi scanditi dal tempo delle sue tournée.

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

Nei suoi quadri ci ho visto tanto Edward Hopper con la rappresentazione della desolazione e solitudine tipica dell’America anni 70, qui rappresentata nella sua pienezza.

Ma il ciclo di New Orleans, così come quello di The Beaten Path, ritraggono la poesia e la fusione tra le sue parole, la sua musica ed il colore con il quale ferma le immagini nelle sue opere.

La prima idea per questa serie di dipinti è stata quella di creare immagini che non si prestassero a essere male interpretate o fraintese, da me o da altri. Le opere sono accomunate dallo stesso tema: il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è. Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà.

The Beaten Path. Bob Dylan

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

È una mostra che ti accompagna in sentieri dove non intravedi la luce. Qui la sua pittura ti attrae tra le dissestate strade del centro America per poi farti perdere tra i volti dei suoi personaggi. 

Davanti a queste composizioni l’osservatore non ha bisogno di chiedersi se si tratta di un oggetto reale o se è frutto di un’allucinazione: se visitasse il luogo in cui quell’immagine è realmente esistita, vedrebbe la stessa cosa. È questo che ci unisce tutti.
Bob Dylan

 

Dal 16 dicembre al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo la mostra BOB DYLAN. Retrospectrum, a cura di Shai Baitel, prima retrospettiva in Europa dedicata alle opere di arte visiva di una delle più importanti icone della cultura contemporanea mondiale. Dopo essere stata al MAM di Shanghai e al Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami, la mostra approda a Roma in una versione completamente ripensata per interagire con gli spazi dinamici e avveniristici del MAXXI di Zaha Hadid. Esposte oltre 100 opere tra dipinti, acquerelli, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo, materiale video, che esplorano oltre 50 anni di attività creativa di Bob Dylan.

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

I lavori esposti mettono in luce quei motivi che da sempre fanno parte dell’immaginario di musicista di Dylan e che tornano, sotto forma di disegno e di colore, anche nei suoi dipinti. Come scrive lui stesso nel catalogo della mostra a cura di Shai Baitel:

“il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è. Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà”.

Grandi metropoli, paesaggi brulli e sterminati, binari ferroviari, strade aperte, automobili, camion, pompe di benzina, motel, baracche, bar, negozi, cortili, cartelloni pubblicitari, insegne al neon: come nelle sue canzoni e nelle sue poesie, anche nei suoi dipinti Dylan rende poetica l’America più profonda.

“Scelgo le immagini per ciò che significano per me. Questi dipinti hanno il realismo dell’istante, arcaico, statico perlopiù, ma comunque percorso da un fremito. Sono il mondo che vedo o che scelgo di vedere, di cui faccio parte o in cui entro. Ad ogni modo, questo è il mio lavoro”.

 “Questa mostra, che abbraccia tutta la carriera di Bob Dylan, presenta il suo approccio unico all’arte visiva e la sua padronanza della pittura, del disegno e della scultura. Offre l’opportunità unica di vedere il viaggio creativo di Dylan attraverso il tempo e i luoghi…”.

il curatore Shai Baitel

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

IL PERCORSO DI MOSTRA

Il percorso di mostra si articola in otto sezioni che ripercorrono il viaggio di Dylan nelle arti visive e, al contempo, ci fanno entrare in contatto con la sua creatività di musicista, poeta e artista: Early Works, The Beaten Path, Mondo Scripto, Revisionist, The Drawn Blank, New Orleans, Deep Focus, Ironworks.

Early Works presenta una serie di disegni degli anni Settanta nei quali Dylan prende nota della realtà che lo circonda, di ogni immagine che ha a portata di mano, disegnando a piena pagina figure e oggetti. Queste illustrazioni anticipano i lavori del 2018 quando, con Mondo Scripto, l’artista torna a far dialogare musica e arte visiva realizzando una serie nella quale i testi scritti a mano delle sue canzoni sono accompagnati da disegni originali che richiamano i titoli o i momenti chiave dei brani stessi.

New Orleans Bob Dylan Retrospectrum MyWhere©

The Beaten Path è un ritratto del paesaggio americano, un viaggio visivo attraverso gli Stati Uniti per intravedere la bellezza in quei luoghi dimenticati che fanno da sfondo alla vita quotidiana. Le opere mostrano scorci di motel e tavole calde sempre aperte, di luna park abbandonati e di auto d’epoca, di grandi palazzi illuminati dai lampioni. In molti casi la strada scandisce la scena con lunghe autostrade che sembrano dispiegarsi all’infinito verso l’orizzonte.

Mondo Scripto presenta alcuni dei testi più noti di Dylan, trascritti personalmente dall’artista e accompagnati da suoi disegni a grafite. Queste combinazioni di parole e immagini sottolineano il nesso profondo e diretto tra la sua arte visiva e le sue composizioni scritte. I disegni a matita illustrano quel dialogo fra immagine e testo, passato e presente, che – grazie al continuo flusso creativo che alimenta l’arte di Dylan – ha cambiato il rapporto tra musica e parole. Di questa serie fa parte Subterranean Homesick Blues Series, che enterà in Collezione MAXXI.

Revisionist è una serie in cui Dylan rielabora la grafica, le parole e il contenuto cromatico delle copertine di celebri giornali, da “Rolling Stone” a “Playboy”, per trasformarle in nuove immagini serigrafate di grandi dimensioni.

The Drawn Blank è una sorta di diario illustrato nel quale sono raffigurate istantanee della vita in strada: ritratti, luoghi storici, panorami e angoli nascosti. La serie nasce da una raccolta di schizzi a matita carboncino e penna realizzati tra l’89 e il 92 durante le tournèe in America, Europa e Asia. Negli anni, Dylan ha più volte modificati i disegni, aggiungendovi dettagli, colore e profondità.

New Orleans è la serie che immortala il legame tra Dylan e New Orleans, città natale del jazz, situata all’estremità meridionale della Route 61, una delle strade più famose d’America, nota anche come “The Blues Highway”, la strada del blues, che attraversa da nord a sud la sezione centrale degli Stati Uniti, passando per i luoghi dell’infanzia di Dylan. In ogni angolo di New Orleans, l’occhio dell’artista individua infiniti spunti per le sue opere; i gesti e le abitudini dei suoi cittadini sono per Dylan fonte di ispirazione che si traduce, sulla tela, in scene di vita quotidiana dove viene privilegiato uno sguardo ravvicinato, capace di creare una certa intimità tra i soggetti ritratti e chi li osserva.

Deep Focus sono dipinti con particolari inquadrature e tagli dell’immagine, composizioni suggestive e spesso misteriose, sospese tra vita e teatro, che si ispirano allo spirito documentaristico della fotografia e del cinema. Il titolo fa riferimento a una tecnica cinematografica in cui la narrazione è il risultato della combinazione di primo piano, secondo piano e sfondo, tutti contemporaneamente a fuoco per poterne distinguere i dettagli a ogni profondità.

Ironworks. Il percorso di mostra si chiude con una serie di sculture in ferro, strutture funzionali composte da oggetti e attrezzi convertiti a nuovo uso che richiamano, insieme al ricordo dell’infanzia di Dylan nella zona mineraria del Nord del Minnesota, anche l’iconico passato industriale degli Stati Uniti.

Bob Dylan. Retrospectrum

The Beaten Path, Bob Dylan

Nel 1974 tenni il primo di una lunga serie di concerti con The Band dopo otto anni di interruzione. Eravamo in uno stadio di hockey a Chicago, ci saranno state 18.000 persone. Io e The Band non suonavamo insieme in pubblico dal 1966, anno in cui i nostri spettacoli avevano dato luogo a disordini e contestazioni: in generale, tanta rabbia. Ora eravamo lì per ricominciare, ma era impossibile prevedere cosa sarebbe successo. Alla fine del concerto, dopo aver suonato più di 25, 30 brani, eravamo sul palco e ci guardavamo intorno. Il pubblico era in penombra. All’improvviso, qualcuno accese un fiammifero. Subito dopo se ne accese un altro. In breve tempo, alcune zone dello stadio erano avvolte dalle fiammelle. In pochi secondi sembrava che lo stadio intero fosse in fiamme e che tutti i presenti avessero acceso fiammiferi per bruciare ogni cosa. Io e i ragazzi cercammo l’uscita più vicina, visto che nessuno di noi voleva andare a fuoco. Sembrava la solita storia che si ripeteva: se nelle precedenti tournée avevamo trovato estrema la reazione del pubblico, questa era decisamente apocalittica. Ciascuno di noi pensava: ecco stavolta ci siamo riusciti davvero, la gente darà fuoco all’arena. Ovviamente sbagliavamo, avevamo totalmente frainteso la reazione della folla. Quello che credevamo un gesto di disapprovazione era in realtà il segno di un grande apprezzamento. Le apparenze possono ingannare.
La prima idea per questa serie di dipinti è stata quella di creare immagini che non si prestassero a essere male interpretate o fraintese, da me o da altri. Le opere sono accomunate dallo stesso tema: il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è. Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà. Credo che la chiave del futuro risieda in ciò che resta del passato e che sia necessario padroneggiare i linguaggi del proprio tempo per poter acquisire un’identità nel presente. Il passato inizia il giorno stesso in cui si nasce e non tenerne conto significa ingannare sé stessi su chi si è veramente.
La mia idea era di fare cose semplici, occuparmi solo di ciò che è visibile all’esterno. Questi dipinti hanno il realismo dell’istante, arcaico, statico perlopiù, ma comunque percorso da un fremito. Sono in contraddizione con il mondo moderno. Ad ogni modo, questo è il mio lavoro. La strada della Chinatown di San Francisco si trova a soli due isolati di distanza dai palazzoni aziendali privi di finestre. Ma queste strutture glaciali e gigantesche non hanno alcun significato per me, nel mondo che vedo o che scelgo di vedere, di cui faccio parte o in cui entro. A mezzo isolato di distanza dal chiosco di hotdog di Coney Island, il cielo è occupato dai grattacieli. E io scelgo di non vedere neanche quelli. In fondo alla strada,
dall’altra parte della highway rispetto a Cabin in the Woods, c’è un campo da golf ben curato, che però non mi dice niente al confronto di quella baracca apparentemente insignificante. L’Alabama Side Show è circondato da boschi in tutte le direzioni. Si dà il caso che il “side show” si trovi in una radura a cui si accede da una strada sterrata. Io ho scelto di dipingere questa attrazione secondaria anziché i boschi infiniti. E lo stesso vale per innumerevoli altre opere.
Tutta l’iconografia è utilizzata in modo semi-consapevole. Scelgo le immagini per ciò che significano per me; in queste immagini ripetute – vie, baracche, moli, automobili, strade, paludi, binari ferroviari, ponti, motel, fermate di camion, linee elettriche, cortili, insegne di teatri, chiese, segnali, simboli eccetera – si riconoscono determinati modelli che stabiliscono un certo tipo di valore compositivo. Direi che il fine è semplice, non sperimentale né esplorativo. […]
C’è stato un tentativo consapevole di respingere il fenomeno del consumismo e la cultura popolare: i mass media, l’arte commerciale, le celebrità, il packaging, i cartelloni pubblicitari, i fumetti, le réclame delle riviste. Le opere di The Beaten Path rappresentano soggetti diversi rispetto all’immaginario quotidiano della cultura del consumo. Nulla in questi dipinti suggerisce un’ispirazione freudiana o riferimenti a immagini oniriche, né vi sono richiami a mondi fantastici, contenuti mistici, credenze religiose, soggetti ambigui. Davanti a queste composizioni l’osservatore non ha bisogno di chiedersi se si tratta di un oggetto reale o se è frutto di un’allucinazione: se visitasse il luogo in cui quell’immagine è realmente esistita, vedrebbe la stessa cosa. È questo che ci unisce tutti.

IL CATALOGO

La mostra è accompagnata da un catalogo in doppia edizione italiano e inglese, 224 pagine, edito da Skira e curato da Shai Baitel. Nel volume la vasta produzione artistica di Bob Dylan viene raccontata attraverso le immagini e il contributo di importanti scrittori, critici e artisti, tra cui Shai Baitel, Alain Elkann, Anne-Marie Mai, Greg Tate, Richard Prince, Bob Dylan, Caterina Caselli.

BOB DYLAN. RETROSPECTRUM
Il Catalogo della mostra BOB DYLAN. RETROSPECTRUM. foto MyWhere©

INFO MOSTRA

BOB DYLAN. RETROSPECTRUM
la prima retrospettiva in Europa dedicata alle sue opere di arte visiva con oltre 100 lavori tra disegni, dipinti, sculture per scoprire aspetti inediti di un’icona assoluta della cultura contemporanea mondiale.

La mostra sarà inoltre accompagnata da un programma di incontri che ne approfondiscono i temi e da un film screening per scoprire il rapporto di Dylan con il cinema.

16 dicembre 2022 – 30 aprile 2023

www.maxxi.art | #bobdylan | #retrospectrum

Biglietti e info qui maxxi art
Solo mostra Bob Dylan. Retrospectrum : Intero € 13,00 | Ridotto € 11,00
Mostra Bob Dylan. Retrospectrum + Museo MAXXI: Intero € 22,00 | Ridotto € 20,00
Solo Museo MAXXI: Intero € 12,00 | Ridotto € 9,00

 

Tutte le foto MyWhere©

Fabiola Cinque

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