Festival inDivenire: ecco il ricchissimo programma teatrale del weekend

Festival inDivenire: ecco il ricchissimo programma teatrale del weekend

ROMA – Dal 20 settembre al 19 ottobre, Spazio Diamante (via Prenestina) ospita una kermesse che pone al centro del suo progetto lo scopo di valorizzare nuove opere presentate in forma di studio che grazie al premio diventeranno spettacoli completi, dando così visibilità all’intensa e vivace attività condotta dalle nuove generazioni.

Dopo il grande successo di pubblico e critica delle prime due edizioni sarà in scena dal 20 settembre al 12 ottobre 2019 – allo Spazio Diamante – la terza edizione del Festival inDivenire, l’ormai atteso evento nato nel 2017 dalla volontà di Alessandro Longobardi, con la direzione artistica di Giampiero Cicciò.

Il Festival inDivenire, organizzato da O.T. I. – Officine del Teatro Italiano, il consorzio presieduto da Longobardi, ha come evento centrale il “Premio inDivenire per il Teatro e la Danza” che nasce con lo scopo di individuare e valorizzare nuove opere presentate in forma di studio che grazie al premio diventeranno spettacoli completi, dando così visibilità all’intensa e vivace attività condotta dalle nuove generazioni.

festival indivenire

Oltre al Premio rivolto a compagnie e artisti con esperienza (senza un limite di età), da quest’anno OTI promuove la prima edizione del “Festival inDivenire – Lazio per il Teatro” allo scopo di sostenere la crescita artistica di attori diplomati da non più di 5 anni nelle Accademie/Scuole di teatro di chiara fama con sede nella Regione Lazio.

FESTIVAL INDIVENIRE: IL PROGRAMMA DEL WEEKEND: SABATO 5 E DOMENICA 6 OTTOBRE

Il primo weekend di ottobre presenta un programma davvero ricco. Ecco nel dettaglio, gli spettacoli che verranno proposti.

Sabato 5 ottobre – TEATRO 

Ore 21:00 compagnia Collettivo Imperfetto

PROGETTO ANTIGONE

festival indivenire

Con Sofia Taglioni, Giovanni Serratore, Piero Cardano, Francesco Lamantia, Giusy Emanuela Iannone.

Costumi Aurelia Laurenti

Disegno luci: Roberto Di Maio

Regia e Drammaturgia Anil Alessandro Biswas

Progetto di Anil Alessandro Biswas e Sofia Taglioni

Ci siamo interessati alla drammaturgia antica e in questo caso a quella greca per la sua capacità di rappresentare l’uomo nella sua forma essenziale e allo stesso tempo di indagare le connessioni e i cortocircuiti tra l’individuo e le leggi della stato. Siamo partiti nel cercare un contatto fra una tragedia scritta agli albori della civiltà e il nostro presente. Lo spettacolo ha il carattere di un convivio, un rito tra una conferenza e l’ultima cena. Il pubblico diventa un altro personaggio, a cui gli attori raccontano se stessi, le proprie storie, scherzano, offrono da bere e da mangiare, s’interrogano sui vari temi, improvvisano sul testo e lentamente cominciano a definirsi i personaggi, secondo le differenti posizioni sugli argomenti. È in questo ambiente, apparentemente festante, che si sviluppa la tragedi

Ore 19:30 compagnia Unaltroteatro

FRANTUMI

con Anna Bocchino, Ettore Nigro, Arturo Scognamiglio
Testo e Regia Tony Laudadio

Un rapimento o forse meglio dire un sequestro. Gli antagonisti sulla scena raccontano fatti precisi, accadimenti che li hanno coinvolti e a cui non hanno potuto sottrarsi. Quello che loro rivivranno sul palco, arriverà agli spettatori come se essi stessi lo stessero vivendo, provocando la domanda per eccellenza: cosa farei io al loro posto?

Lo scenario è quello della crisi economica che ha messo in ginocchio l’occidente negli anni passati e che ancora fa sentire la sua coda velenosa. Quanto ogni singolo membro di questa organizzazione mondiale che chiamiamo società, ha la propria fetta di influenza sull’andamento delle cose? Infine sarà il pubblico a scegliere, e sarà una decisione esiziale.

Domenica 6 ottobre – TEATRO

Ore 19:30 compagnia Collettivo I.T.A.C.A.

ION

festival indivenire

Drammaturgia e Regia Dino Lopardo
Con Alfredo Giovanni Tortorelli, Andrea Tosi
Assistente di scena e costumi Iole Franco

Due fratelli. Un luogo, tanti luoghi. Paolo, è stato fin da bambino molto legato al padre; al contrario Giovanni ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la madre. Una madre osservata con occhi  differenti dai due: Giovanni la ricorda premurosa, mentre Paolo come la “grassa” del paese! Paolo fin da bambino ascolta il padre parlare della madre come un peso, una palla al piede e di Giovanni come il figlio mai voluto. Giovanni vive sulla sua pelle il non essere accettato come figlio e tacciato dal padre stesso come diverso. Un padre “Padrone”, anaffettivo, chiuso nelle sue convinzioni che non accetterà mai la diversità di suo figlio neanche davanti alla morte.

Ore 21:00 Associazione Culturale Officina

LA SINDROME DI DIOGENE

di Sandro Cappelletto, Cecilia d’Amico
musiche di Matteo d’Amico
con Cecilia d’Amico, Alessandro Pala Griesche
scenografia Laura Giusti

Regia Giovanni Maria Briganti

La Sindrome di Diogene affronta uno dei temi più urgenti e problematici del giorno d’oggi, il tema dei rifiuti. Partendo da un fatto di cronaca e da una sindrome clinicamente riconosciuta, il testo scandaglia l’animo umano in rapporto al rifiuto, inteso come problematica ambientale, seria e minacciosa e come rifiuto della società, emarginazione sociale e chiusura ai sentimenti. Due attori in scena e una scenografia che rappresenta la casa del Professore: una mole di rifiuti in cui i personaggi dovranno trovare il proprio spazio, attraverso il quale sapranno raccontare i rispettivi mondi.

Ore 22:30 compagnia Teatro “A” (Ass.Ariadne)

AMORE #PROTOCOLLO: novella coreografica per voci e corpi

Musiche di Marco Terracciano
Con Cristina Colonnetti, Giacomo De Rose
Video Gerardo Filocamo
Coreografia Rita Marozza

Regia e drammaturgia Valeria Freiberg

Amore #Protocollo è’ un racconto scenico ambientato in un vecchio cinema dove, alla fine dello spettacolo serale, i due corpi improvvisano la storia narrata da P.Mérimée. E’ uno spazio abitato dai gesti sussurrati, rituali da scoprire per generare nuovo senso oltre i concetti tradizionalmente legati all’Amore e alla Gelosia, alla Passione umana – per cancellare la dimensione folcloristica, stereotipata del personaggio di Carmen. Gli attori frammentano e ricompongono di nuovo il soggetto a tutti noto di Carmen senza però perdere realismo e verità della storia originale di P.Mérimée.

Paolo Riggio

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