Carlo Gajani (1929-2009): retrospettiva di un artista poliedrico

Carlo Gajani (1929-2009): retrospettiva di un artista poliedrico

BOLOGNA – Si apre l’8 Ottobre, una grande retrospettiva dell’artista Carlo Gajani, a cura di Renato Barilli, coadiuvato da Piero Casadei e Luca Monaco per la fotografia e Giuseppe Virelli per la pittura, negli spazi del Centro Studi della Didattica delle Arti di Via Cartoleria 9. Ve ne parlo in anteprima, consigliandovi vivamente di andarla a vedere.

L’artista Carlo Gajani, nato a Bazzano nel 1929, parte da una formazione musicale di promettente pianista in gioventù e di stimato medico nella Bologna di fine anni sessanta. Professione che decide poi di abbandonare a 43 anni, per dedicarsi in maniera totale all’arte con il sostegno di importanti conferme da critici di valore quali Renato Barilli, Franco Russoli, Filiberto Menna e altri, e incoraggiato dall’apprezzamento di galleristi quali Forni a Bologna e Toninelli a Milano.

Venne invitato a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia nel 1964, e poi di nuovo alla XXXVI nel 1972, stesso anno in cui inizia l’insegnamento dell’Anatomia artistica presso l’Accademia delle Belle Arti, prima ad Urbino poi a Bologna, fino al 1999.

Nella sua carriera artistica si cimenta in “periodi” tra loro molto differenti e nettamente separati, che lo portano ad esplorare settori dell’arte figurativa molto differenti tra loro, ottenendo in tutti eccezionali risultati.

LA MOSTRA

La mostra ripercorre l’intera carriera di Carlo Gajani, attraverso una vasta selezione di opere che copre un arco temporale di oltre quarant’anni diviso in tre sezioni principali. La prima e la seconda sono dedicate rispettivamente all’incisione e alla pittura e vanno dagli anni Sessanta agli anni Settanta del secolo scorso, con un percorso che pone sotto la lente d’ingrandimento il passaggio dell’artista dalla prima fase Informale a quella propriamente Pop, per concludersi con un ultimo periodo caratterizzato dalla sperimentazione di una sorta di pittura “neo-divisionista”.

La terza e ultima parte, invece, è interamente dedicata alla fotografia, vera e propria seconda “giovinezza artistica” di Gajani, in cui l’artista procede con il testare e saggiare le diverse possibilità espressive del mezzo fotografico attraverso l’esplorazione di temi diversi, del ritratto e dell’autoritratto, del nudo e, infine, del paesaggio, quest’ultimo inteso sia come luogo al di fuori di sé, sia come spazio per una riconquista di una memoria più intima e personale.

Dalla pittura alla fotografia, Gajani ha eseguito numerosi ritratti di artisti, scrittori e intellettuali di rilievo – da Moravia a Pasolini, da Calvino a Eco, da Arbasino a Ginzburg etc.,  raccontati e commentati poi nel 1976 nel volume “Ritratto, identità, maschera” pubblicato con la Nuovo Foglio.
Dagli anni ’80 l’artista ha poi dedicato la sua produzione alla fotografia, lavorando sui paesaggi urbani del Nord America, sull’esplorazione in Italia della pianura di qua e di là del Po e concentrandosi nel proprio studio e all’Accademia su un lavoro di vent’anni sul nudo e sui rapporti che si instaurano tra fotografo e modella.
Carlo Gajani mostra mywhere

IL LAVORO DI GAJANI RACCONTATO DAL CURATORE RENATO BARILLI

Nelle parole del curatore della mostra Renato Barilli: “Carlo associava brillantemente l’uso dello strumento fotografico a un agile, acuto, ingegnoso intervento di forbici. Dal riporto fotografico ritagliava lembi, aree, tratti di superficie, come fossero ingegnose ed enigmatiche ombre cinesi. Queste larghe falde sottratte ai corpi viventi, e accumulate quasi sul tavolo di un industre sarto, venivano poi ricomposte, incastrate le une nelle altre, e affidate a un gioco alterno tra zone d’ombra, neri corvini, e invece improvvisi fiotti luminosi. Una tecnica del genere ha permesso a Gajani di darci una straordinaria galleria di personaggi famosi da cui la vita culturale bolognese è stata dominata a partire dagli anni Settanta, venissero essi da fuori, come Arbasino, Moravia, Pasolini, o fossero ben inseriti nel nostro panorama domestico, come nel caso di Zangheri, o  di Bartoli, o di Bonfiglioli. Artisti, critici, scrittori, galleristi entravano in questo pantheon, redatto in grandi formati, quasi da potersi appendere come murali, come solenni epigrafi in cui il quotidiano si sposava benissimo col monumentale”.
In relazione al suo periodo “neo-divisionista“, Barilli si sofferma inoltre sulla modernità di Gajani, sul suo essere quasi precursore di una fotografia ormai lontana da quella tradizionale: Egli aveva compreso che l’età della foto fatta con l’aiuto della chimica, “impressionando” vasti tratti di superficie, stava terminando, la parola passava proprio alle unità minimali partorite dagli impulsi elettronici, dai “pixel”, da quella trama rarefatta, discontinua, ma fitta, parossistica, cui ormai sono affidate quasi per intero le nostre immagini. Del resto, Carlo era ben consapevole che in quel rilancio di una tecnica ormai affidata alla storia fosse collegato un ricorso al passato, infatti quella nuova strategia fatta di tocchi rarefatti, quasi impalpabili, gli è servita per far discendere dalla soffitta della memoria tanti ricordi e segreti di famiglia, a cominciare dagli stessi balocchi della sua infanzia.”
Carlo Gajani mostra mywhere

Le opere di Gajani sono state esposte in diversi spazi pubblici e privati in Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti e Canada.

Il progetto espositivo è inoltre arricchito da un video sull’artista e sulla nascita della Fondazione a lui dedicata, realizzato dagli studenti del Liceo Arcangeli.

INFO UTILI SULLA MOSTRA 

CARLO GAJANI (1929-2009) , a cura di Renato Barilli, presso il Centro Studi Didattica delle Arti, Via Cartoleria 9, Bologna. Dall’8 ottobre al 6 novembre, dal giovedì alla domenica, dalle 11:00 alle 19:00. Ingresso gratuito.

CONTATTI
mail: info@fondazionecarlogajani.it
N° telefono: 340 2317745 – 338 1608869

PROMOSSA DA:
FONDAZIONE CARLO GAJANI

LICEO ARTISTICO FRANCESCO ARCANGELI

UFFICIO STAMPA: CULTURALIA DI NORMA WALTMANN, tel:051 6569105 – 392 2527126 ,

info@culturaliart.com

Gajani

Marianne Bargiotti

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