“Vivo le mie visioni sulla mia pelle”. Parla lo scrittore e Art Director Maximo De Marco

“Vivo le mie visioni sulla mia pelle”. Parla lo scrittore e Art Director Maximo De Marco

MONDO – Nella seconda parte della nostra analisi sul libro Visioni di Maximo De Marco, abbiamo intervistato direttamente l’autore. 

La lettura del libro Visioni, di Maximo De Marco, ci ha lasciato letteralmente increduli. Allo stesso tempo ha acuito il nostro desiderio di conoscenza, anche dinanzi a un racconto che sembra sfidare la fantasia dei mondi letterari e cinematografici. Per questo, siamo andati di persona dal regista e scrittore, membro ufficiale UNESCO, per parlare con lui delle sue esperienze straordinarie.

È  possibile oggi, soprattutto per chi fa spettacolo, mettere in luce il tema della spiritualità sottraendolo a facili sensazionalismi utili ad attrarre l’attenzione solo su chi ne parli?

“Parlare di Spiritualità è sempre stato difficile. Che tu sia sei un personaggio pubblico o una semplice persona comune, in ogni tempo la spiritualità è stato un argomento “tabù”, poiché chi ne parlava o veniva considerato una specie di “santone” o un “pazzo”! In entrambi i casi ci vuole del coraggio a parlarne… per cui l’attenzione su chi ne parla è consequenziale. La gente è attratta da tutto ciò a cui non riesce a dare una spiegazione logica. Per questo è importante parlare di spiritualità in modo naturale e semplice e non con un linguaggio artefatto ed ermetico, perché fa parte del nostro essere uomini. Noi siamo carne e siamo spirito, per cui ci sono cose che vediamo e che riusciamo a definire ed altre cose che non vediamo e che non riusciamo a definire! La spiritualità è dunque la parte indefinibile di ogni uomo. Il sensazionalismo deriva da chi cerca soltanto visibilità gratuita ad ogni costo e questo non è spiritualità ma mistificazione! Per parlare di spiritualità bisogna avere una purezza d’animo che deriva soltanto dallo Spirito Santo e da una fede viva…”

La fede è un qualcosa di estremamente intimo, per quanto strettamente unito, almeno nel Cristianesimo, all’aspetto della testimonianza e del richiamo per tutti alla conversione di vita. Tuttavia, questa grande religione rifugge in modo molto rigido dall’esibizione di sé e dalla ricerca del successo dell’ego individuale. Eppure negli ultimi anni abbiamo visto performer appartenenti alla vita consacrata comportarsi come vere e proprie star dello spettacolo dal vivo e del piccolo schermo, pur riconoscendo loro un indiscutibile talento. Come contestualizza tale fenomeno, in qualità di direttore artistico e di uomo spirituale?

“Io percepisco la fede come qualcosa di intimo, un dialogo profondo e silenzioso con Cristo, ma riconosco anche che lo Spirito Santo agisce in modo diverso in ognuno di noi. Perciò ogni convertito trasmette la fede in modo differente, come più si sente di fare… L’importante è restare coerenti con se stessi e con Dio. Poi ci sono anche dei consacrati che operano per conto del proprio “ego”, dimenticando che è Dio il vero protagonista della nostra vita e non il personaggio che c’è in noi! Per cui ognuno dovrebbe fare un discernimento spirituale lungo e approfondito, prima di testimoniare la propria fede con leggerezza, perché potrebbe essere fraintesa…”

Visioni non è il primo libro da lei dedicato al rapporto col soprannaturale. Quando parla di “incontro con Gesù” ci si aspetterebbe che stia utilizzando un’immagine metaforica per indicare una conversione intima e soggettiva. In molti passi lei sembra invece descrivere veri e proprie esperienze “fisiche” quando descrive le apparizioni di Cristo, la Vergine Maria e i santi. Come hanno reagito le persone intorno a lei quando ha iniziato ad esternare queste esperienze?

“Le mie Visioni hanno sempre un approccio ed un riscontro concreto. Non sono sogni onirici o fantasie dell’inconscio. Io vivo le mie visioni sulla mia pelle; la maggior parte delle visioni da me avute, e che descrivo nel mio libro, sono avvenute in pieno giorno ed ero perfettamente sveglio e lucido e sono state visioni con una reazione “effetto-causa”… Dopo alcuni mesi, molte di esse si sono materializzate! Per cui le ho vissute sempre in modo estremamente razionale, anche se può apparire assolutamente irrazionale, soprattutto da chi non crede. Riguardo alla reazione delle persone, quando mi capita di parlare di queste mie esperienze, ovviamente il più delle volte restano perplesse, ma non ne parlo spesso, per questo ho scritto questo libro. Tutte le mie visioni sino ad oggi le ho svelate soltanto ai miei padri spirituali o ai miei confessori o alle persone a me più care che mi conoscono da sempre”.

Come personaggio pubblico teme le reazioni di incredulità o di scherno da parte della gente?

Chi opera nella Luce non teme niente e nessuno! Io racconto di esperienze vissute realmente e non mi reputo un profeta, né un santone, né un veggente. Il mio è un dono ricevuto dallo Spirito Santo, nel momento in cui nella mia vita improvvisamente e inaspettatamente ho incontrato Gesù”.

Maximo De Marco

La storia della Chiesa è piena di mistici, laici e religiosi, che testimoniarono un’intensa vita spirituale, costellata da episodi agiografici che raccontano visioni lucide, ma anche talvolta sanguinazioni, con tanto di dolori fisici e spirituali inimmaginabili. Sarebbe in grado di descrivere esattamente che cosa prova quando queste presenze divine si manifestano a lei?

“Si prova un dolore disumano, se le visioni trasmettono dolore e sofferenza… Si prova gioia infinita, quando le visioni trasmettono gioia e serenità. Nel caso specifico, per essere il più concreti possibile, nella visione con gli angeli, ad esempio, ho percepito una parte infinitesimale dell’energia dell’amore che Gesù emanava dal suo cuore e di cui gli Angeli si cibano incessantemente. Poiché la mia natura umana non mi permette di assimilare e di contenere tutta quella energia insieme, non riuscirei a sopportarla e il cuore si disintegrerebbe all’istante. Aumentano le palpitazioni, la sudorazione; ogni nostro senso viene investito da questa energia, fatta unicamente d’amore. Solo un corpo Celeste, composto di Spirito può sopportarlo e si chiamano Angeli!”

Un capitolo del libro è dedicato ai falsi profeti, ossia figure carismatiche in grado di attrarre a sé largo seguito, senza che a ciò si accompagnino messaggi rispondenti alla verità cristiana. Autentici o meno che siano, anche oggi compaiono personaggi, alcuni dei quali stimmatizzati, che affermano di aver incontrato questo ragazzo eterno e di aver addirittura mangiato del pane insieme a lui. Non è raro che questi profeti del terzo millennio descrivano visioni inedite dei regni ultraterreni e mettano in guardia dall’opera dell’Anticristo, che preluderebbe in questo momento della storia, agli ultimi tempi e alla Seconda Venuta del Figlio di Dio. Come si pone in relazione a questo tipo di messaggio, specie in questo anno difficile per l’umanità?

“Oggi, come sempre nella storia, ci sono tanti falsi profeti. Bisogna stare attenti, perché questi falsi profeti sono dei mistificatori che operano per conto del Male e non per conto del Bene! Io ne ho incontrati tanti lungo il mio cammino di conversione in questi anni. Oltre al dono delle visioni, Gesù mi ha dato anche il quello inestimabile di riconoscere il male ovunque si nasconda. Mi basta soltanto guardare negli occhi una persona e riesco a vedere se la sua anima è illuminata da Dio o ricolma di buio e di menzogna dall’Avversario! Sino ad oggi non ho mai avuto nessuna visione della seconda venuta di Cristo, perché Lui è con noi sempre in ogni momento. Perché risponda basta cercarlo! “Vi lascio la Pace… Vi do la mia Pace”. Ascoltiamo le sue parole in ogni funzione religiosa, durante la celebrazione della Messa. È un esempio eclatante di come Gesù sia presente nelle nostre vite continuamente e incessantemente. Ogniqualvolta incontriamo un sofferente in ospedale o un povero per strada Lui è lì. Non c’è bisogno che torni tra noi, perché è già tra noi! L’Anticristo, invece, verrà, perché ha bisogno di affermare la sua potenza sull’umanità e di consolidarla. Essendo in lotta eterna con Dio. E la sua venuta è anticipata e costernata da dolore e da sofferenza. Preferisco non aggiungere altro! Posso solo dirvi di pregare e di riconoscere Cristo come nostro Salvatore e di confidare unicamente in Lui…”

Vorrei affrontare il delicato capitolo delle apparizioni mariane, al quale lei dedica molto spazio nel libro. Crede che esista un filo rosso che leghi i fenomeni di Fatima, Lourdes, La Salette e Medjugorie, e che realmente la madre di Cristo voglia preparare il mondo ai terribili pericoli che corre? La Chiesa di Roma è solitamente molto cauta su questi temi. Tuttavia, Papa Francesco si è espresso in un’occasione sui veggenti di Medjugorie, anche con parole forti: La Madonna non è un postino. Con tutta evidenza, il Pontefice alludeva ai messaggi che la veggente Mirjana Dragicevic avrebbe ricevuto per anni dalla Madonna ogni giorno 2 del mese. Cosa si sente di dire in proposito dalla prospettiva della sua esperienza?

“La Madonna è il filo conduttore tra gli uomini e Cristo. Senza la sua intermediazione di Madre non si arriva al Figlio. Per questo da sempre assistiamo alle apparizioni Mariane nel Mondo. Ovunque appare la Madonna, non solo nei luoghi che tutti conoscono e che sono già state riconosciute dalla Chiesa. La Madonna viene a farci conoscere suo Figlio e lo fa come solo una madre amorevole sa fare! Ovviamente anche nel caso delle apparizioni Mariane possono infiltrarsi “falsi profeti”, che asseriscono di parlare con la Madonna. Bisogna prestare molta attenzione e non credere subito a tutto! Riguardo a Medjugorje, io ho vissuto in prima persona l’esperienza dell’apparizione e ho visto con i miei occhi la Madonna apparire. Con le mie orecchie ho udito la sua voce! Per cui posso senza ombra di dubbio assicurare che a Medjugorje c’è realmente la presenza della Mamma Celeste. Come c’è anche la fortissima presenza del Demonio. Il Male è lì per confondere le persone ed è questo che rende difficile scindere il bene dal male… La verità dalla falsità!”

Quando parliamo di visioni e penso ai giorni che stiamo vivendo, sono portato a pensare alle parole di una beata tedesca, vissuta molti anni fa, citata anche nel libro Visioni. Mi riferisco alla monaca Anna Katharina Emmerick, che parlò in tempi non sospetti di un’immagine che la tormentava. In questi casi tanto il credente quanto lo scienziato più laico dovrebbero cercare di mantenere il maggior rigore possibile. Eppure la descrizione di questa visione non manca di lasciare qualche suggestione, oggi nel 2020. La visione riguarderebbe infatti un futuro buio, in cui una Chiesa falsa, guidata da due Papi, raccoglie consensi anche fra i non credenti e gli appartenenti alle altre religioni. Ciò non grazie alle reali conversioni, ma alla distruzione dell’autentico messaggio evangelico, all’apertura alla non verità e a ogni sorta di depravazione. Non è nostra intenzione gettare ombre di discredito sull’attuale Pontefice. Eppure è fuor di dubbio che, eccezion fatta per gli antipapi del Medioevo, la storia della Chiesa non conservi memoria di altri momenti in cui il soglio petrino fosse occupato da due Papi. A ciò si aggiunge la grande spaccatura che la rivoluzione bergogliana ha causato nelle gerarchie vaticane. In proposito, la scioccante lettera inviata da Monsignor Carlo Maria Viganò a Donald Trump è uno degli esempi più recenti. Il suo libro è appena uscito nelle librerie nel tempo di Avvento di un anno funesto. Il mondo cattolico quanto quello laico devono anche secondo lei attendersi scenari catastrofici o il Natale può lasciare spiragli per un futuro meno fosco per l’umanità?

“Nella profezia della Emmerick c’è un passo su cui bisognerebbe soffermarsi e riflettere a fondo, perché ci chiarisce tutto il significato della sua visione: “Vedo che la falsa chiesa delle tenebre sta facendo progressi, e vedo la tremenda influenza che essa ha sulla gente”.  Qui parla di una Chiesa delle Tenebre…cioè la chiesa di cui il Demonio ha preso possesso! Non si tratta dunque della Chiesa che noi conosciamo, ma di una Chiesa occulta che sta operando in silenzio e di cui a capo è l’Avversario! Papa Francesco è solo un martire che si trova ad affrontare il Male. Anche io ho avuto delle visioni di distruzione della Chiesa. So perfettamente che dentro la Chiesa opera anche il Male, come lo sanno benissimo anche l’attuale Pontefice e il Papa Emerito. C’è un tempo per ogni cosa in questo Mondo; un tempo per nascere, uno per morire, uno per andare in guerra e uno per essere in pace… Ora è il tempo della guerra; una guerra estenuante e dolorosa che la Chiesa si troverà ad affrontare”.

Stefano Maria Pantano

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