Viaggio al Santuario di Monte Berico, tra storia e spiritualità

Viaggio al Santuario di Monte Berico, tra storia e spiritualità

VICENZA  – La Madonna che fermò la peste del Quattrocento aiuterà a far cessare i contagi da Covid? I fedeli la pregano, il Vescovo vi affida i cittadini. Intanto la Madonna di Monte Berico, patrona di Vicenza, accoglie i pellegrini, ne ascolta e ne realizza le “grazie”. 

Sarà una Pasqua blindata. Niente visite a musei, siti archeologici o città d’arte. Ma fortunatamente i Santuari sono aperti con le Sante celebrazioni. Purtroppo però saranno visitabili solo dai residenti… Vogliamo parlarvi del noto Santuario di Monte Berico a Vicenza, situato su una collina che domina l’intera città e che, ogni anno accoglie migliaia di visitatori dall’Italia e dall’estero. La Madonna, che è diventata patrona della città e a cui è dedicata la chiesa è conosciuta per aver fermato la peste in città nel 1428. 

E ora i cittadini le fanno appello per fermare il Covid-19.

 

Già nel marzo 2020 il Vescovo di Vicenza, Monsignor Beniamino Pizziol, aveva fatto un atto solenne per affidare alla Madonna di Monte Berico tutti i cittadini contro il Coronavirus. La speranza era che si replicasse ciò che era successo nel Quattrocento: dopo i ripetuti appelli dal 1426 di Vincenza Pasini, a cui appariva la Vergine Maria, le Autorità civili e religiose della Città si convinsero a costruire un luogo per ringraziare della cessazione della peste. Il 25 agosto di quell’anno, con la posa della prima pietra del santuario si verificò anche il venir meno del terribile contagio che imperversava. Dalla costruzione fino a metà Ottocento circa il Santuario ha subito una serie di modifiche: nel 1703 fu realizzata la chiesa barocca ad opera di Carlo Borella e tra il 1825 e il 1852 venne realizzato il nuovo campanile su progetto di Antonio Piovene

L’imponente Santuario è raggiungibile in auto dal centro storico della città, oppure a piedi, secondo un pellegrinaggio sotto ai portici in salita “Scalette di Monte Berico” con 192 gradini, che iniziano dal monumentale Arco delle Scalette, progettato da Andrea  Palladio

Si arriva in un ampio piazzale, da cui si può osservare un meraviglioso panorama della città. La chiesa, tardogotica in origine e barocca dal 1703, dopo alcune modifiche, si staglia imponente. Dopo un breve periodo in cui la chiesa era governata dai frati di Santa Brigida, il complesso fu affidato ai Servi di Maria (1435), tuttora custodi del santuario. 

L’interno lascia senza fiato. Il percorso dei pellegrini, in genere, continua dietro l’altare, dove si trova l’immagine della Madonna, che viene toccata e a cui vengono chieste le “grazie”. Sono tantissimi i fedeli che dicono di aver visto realizzate le loro “grazie”.

Nella Basilica si possono ammirare preziose opere d’arte: nella sala un tempo destinata a refettorio, è esposta “La Cena”di Paolo Veronese del 1572, una delle più importanti tele dell’artista; nella stessa sala si trovano opere di Alessandro Maganza, la “Vergine tra i quattro evangelisti” del 1580 e il “Battesimo di Cristo” eseguita nel 1591. Nella chiesa, il grande dipinto di Giulio Carpioni del 1651, dono del collegio dei mercanti di Vicenza al Santuario, che raffigura allegoricamente la città di Vicenza ai piedi della Vergine. La Basilica accoglie inoltre una delle più importanti collezioni italiane di ex voto, che rendono questo luogo uno dei santuari mariani più visitati del Veneto. 

 

 

 

Marta Cardini

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