Da Giotto a Pasolini: l’antico e il moderno si…incontrano a Sutri

Da Giotto a Pasolini: l’antico e il moderno si…incontrano a Sutri

SUTRI (VT) – A Palazzo Doebbing, nel bel mezzo della verdissima Tuscia, fino al 17 gennaio 2021 avrete modo di ammirare oltre 250 opere esposte per la mostra Da Giotto a Pasolini che coprono un arco temporale che va dal VI secolo ad oggi. Il tutto, sotto la vigorosa egida di Vittorio Sgarbi che in qualità di sindaco e appassionato critico d’arte, prosegue in modo costante e proficuo il suo impegno nel recupero e rivalutazione di siti storico-artistici.

Continua con successo la stagione espositiva a Sutri nella magnifica cornice di palazzo Doebbing con la mostra Incontri a Sutri, da Giotto a Pasolini, curata da Contemplazioni l’impresa della cultura, sotto la vigorosa egida di Vittorio Sgarbi, che in qualità di sindaco e appassionato critico d’arte, prosegue in modo costante e proficuo il suo impegno nel recupero e rivalutazione di siti storico-artistici, nonché di iniziative volte a promuovere l’arte e la cultura.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere
La meravigliosa vista di Sutri dalla terrazza del museo di Palazzo Doebbing dov’è esposta la mostra Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere

Completamente finanziato da Intesa Sanpaolo, questo progetto intende rilanciare anche economicamente lo storico territorio di Sutri, che analogamente a tante altre realtà, ha subìto le pesanti conseguenze del lockdown dei mesi scorsi.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere
Vista dalla terrazza di Palazzo Doebbing

Come suggerito nel titolo da Giotto a Pasolini, ancora una volta l‘esposizione è concepita per legare passato e presente, rimanendo in tema sia con le edizioni passate (……) sia con lo spirito del palazzo che nella sua nuova destinazione, dopo un ottimo lavoro di recupero e riadattamento su progetto dell’architetto Romano Adolini, coniuga mirabilmente la struttura antica con la modernità.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere
Io sulla terrazza del museo di Palazzo Doebbing dopo aver visto la mostra

Le oltre 250 opere in mostra più che seguire un rigido percorso cronologico, sono in dialogo tra loro, in una serie di sezioni dedicate a diversi artisti o periodi storici che vanno dal VI secolo ai nostri giorni, in una ricerca del bello che si esprime in modi molto differenti e personali. Cercherò di presentarvene alcuni.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere
Tadeutz Kantor. Una vera lady inglese con il suo ultimo marito nel baule

Al piano terra troviamo le opere di un interessante artista polacco, Tadeusz Kantor (1915-1990), i cui disegni, sculture e rappresentazioni teatrali, riflettono con ironia e originalità le sue esperienze di vita e possono essere considerate una sintesi del secolo scorso.

La dissacrante ironia del siciliano Cesare Inzerillo sembra fare da pendant ai personaggi di Kantor, solo che lo fa mettendo in scena degli scheletri, atteggiati e vestiti come nella vita quotidiana, sottolineando l’assurdità delle illusioni umane, dell’affannarsi in vita per essere chi non si è, perché tanto la morte non fa distinzioni.

Cesare Inzerillo

Dalla rappresentazione della morte si passa nella sala successiva a immagini prorompenti di vita, come quella della celeberrima Venere di Urbino del Tiziano; ma, nonostante una buona qualità pittorica, non abbiamo di fronte l’originale degli Uffizi!

museopalazzodoebbing
La prima Venere di Urbino. Foto Mywhere

Da studi effettuati sul dipinto si tratta effettivamente di un’opera della prima metà del ‘500,con finalità non ancora ben chiare, venuto in seguito in possesso della famiglia Sermoneta. Volgendo lo sguardo al centro della sala, possiamo ammirare un altro nudo, stavolta di un giovane ragazzo: si tratta della statuetta antica del famoso Efebo trovato a Sutri nel 1912 da un contadino e, per fortuna, denunciato alle autorità.

Efebo di Sutri

Dopo il passaggio in una zona più sotterranea, le cui pietre si sposano bene con le sculture di Mirna Manni, che con le loro forme germinali fanno riflettere sul rapporto ancestrale tra uomo e natura, si torna in un’altra sala, per rivivere la vita turbolenta ma anche fascinosa di uno dei protagonisti della storia dell’arte: il Caravaggio.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto MyWhere

A raccontare i punti salienti della sua esistenza è Guido Venanzoni, che in una serie di grandi tele elabora un sintetico story-telling in stile ottocentesco (e anche un po’ caravaggesco), pieno di pathos, senso narrativo e forti contrasti luce-ombra.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere
Mirna Manni. Forms and roots

Spostandoci al piano superiore, una grande sala è interamente dedicata alle cosiddette “petala aurea” della collezione Rovati, uno dei corpus più preziosi della mostra: si tratta di ben 47 lamine realizzate in sottilissimi strati di metalli preziosi (la maggior parte in oro, alcune in argento e altre in leghe), probabilmente risalenti ai secoli VI e VII e di ambito protobizantino e longobardo.

Petala Aurea – Sutri

Lavorate a sbalzo o a stampo, queste piccole lamine, dalle forme più svariate, venivano usate come ornamento di oggetti o vestiti e rappresentano una delle più raffinate produzioni dell’oreficeria tardo antica.

Lamina aurea a forma di croce

Se il nome di questi eccelsi artigiani rimane ignoto, non è così per il bel crocifisso, che si trova nella sezione dedicata al Medioevo, attribuito, secondo recenti studi (Boskovits) a Giotto. Come per diverse opere di questa “pietra miliare” dell’arte occidentale, la critica non si pronuncia in modo unanime circa la paternità, anche se lo stile plastico e il grande senso di umanità delle figure, farebbero collocare l’opera subito dopo il ciclo padovano, nel primo decennio del ‘300.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere
Giotto di Bondone. Madonna. Collezione Alberto di Castro

Si pone in perfetta simbiosi sia con l’atmosfera del palazzo, sia con l’aura di antico l’arte di Alessio Deli, sicuramente il mio preferito tra i “moderni” presenti all’esposizione. Le figure femminili delle sue sculture sembrano icone fuori dal tempo, o forse condensano con grande intensità e originalità vari contesti molto distanti nel tempo, dalla ieriaticità della Grecia arcaica alla dolcezza delle dame del Verrocchio. Il tutto realizzato con resine e materiali di scarto, coniugando con armonia e raffinatezza cromatica la tradizione più classica con il moderno.

Alessio Deli. Anthropocene, 2019

Diverso per temperamento stilistico, ma simile nel proporre con naturalezza e originalità la simbiosi fra tradizione e contemporaneità è un altro sculture, il bresciano Livio Scarpella, i cui busti di giovani in terracotte policrome e la trasposizione “kore-looking” di Patti Pravo attirano l’attenzione come un qualcosa di strambo, rivelando poi ad un’osservazione più attenta, un raffinato eclettismo oltre a una evidente conoscenza del mestiere.

Livio Scarpella, Golden Boy

I volti intrepidi di Scarpella dialogano in un silente contrasto con quelli assorti e concentrati di Pasolini, immortalati dalla maestria fotografica di Dino Pedrali, che coglie lo scrittore in vari momenti della sua intimità quotidiana, mentre si trovava di Chia nel viterbese, poche settimane prima della sua barbara uccisione.

Incontri a Sutri. Pasolini. Foto MyWhere
Ritratto di Pasolini nella mostra Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto MyWhere

Con queste intense foto si chiude la bella mostra, ma il palazzo e la città di Sutri hanno ancora molto da offrire e l’orario tardopomeridiano è l’occasione migliore per fare un giro sul terrazzo sotto la torre dell’orologio e scattare qualche foto al bellissimo paesaggio che si offre dalla balconata con le rovine romane dell’anfiteatro.

Un motivo in più per visitare Palazzo Doebbing.

Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini. Foto Mywhere

Dal 26 giugno 2020 al 17 gennaio 2021
Incontri a Sutri.
Da Giotto a Pasolini

 

Giuliana D'Urso

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