La Mostra di Giorgio De Chirico Metafisica Continua

La Mostra di Giorgio De Chirico Metafisica Continua

TREVISO – Da non perdere la grande mostra Giorgio De Chirico “Metafisica Continua”, a Palazzo Sarcinelli a Conegliano fino al 25 febbraio 2024. Ve la raccontiamo qui.

Se volete trascorrere qualche ora immersi nell’arte del Novecento vi consiglio la Mostra di Giorgio De Chirico, uno dei grandi maestri della pittura europea. È ospitata nel Palazzo Sarcinelli, un edificio rinascimentale di Conegliano, ubicato nel centro storico e sede della galleria d’arte cittadina e di molti eventi culturali.

La mostra, a cura di Victoria Noel-Johnson e organizzata da Artika di Daniel Buso ed Elena Zannoni, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico e il Comune di Conegliano, analizza lo sviluppo dello stile e della poetica del pittore.

Le 71 opere esposte, conducono il visitatore nel mondo artistico di De Chirico focalizzandosi sulla sua capacità di far convivere i riferimenti all’antichità classica con lo stile pittorico modernista.

Conosciamo Giorgio De Chirico e la sua arte.

Nato nel 1888  a Volos in Grecia,  passò l’infanzia e l’adolescenza in diverse città della Grecia per motivi di lavoro del padre ingegnere. Dopo la morte di quest’ultimo, nel 1906,  si trasferisce con il fratello e la madre a Monaco di Baviera e lì frequenta l’Accademia di Belle Arti.

De Chirico è considerato il maestro della pittura metafisica ed è a Firenze, in cui si trasferisce nel 1910, ed in particolare nella Piazza Santa Croce, che scopre la sua ispirazione metafisica ed inizia a realizzare le sue prime opere.

Il giovane pittore vive un periodo intenso. Si trasferisce a Parigi, entra in contatto con Picasso e Apollinaire, s’ispira alla filosofia di Nietzsche ed ottiene un grande successo con la sua pittura metafisica.

La Prima guerra mondiale, porta De Chirico a lasciare Parigi per arruolarsi nell’esercito. Dichiarato inabile al fronte, è inviato a Ferrara ed assegnato agli uffici. Lontano dai vivaci ambienti parigini, inizia a dipingere opere di interni rappresentando così la sua “chiusura” a tratti  claustrofobica. È il periodo degli interni ferraresi.

Nel 1929, in seguito alla grande depressione, calano le vendite delle sue opere in Europa e quindi decide di trasferirsi oltre oceano, a New York, dove ottiene un grande riscontro dalla critica.

Nel 1938 ritorna in Italia. Inizia la stagione “Barocca” fino agli anni Sessanta in cui sviluppa lo stile della neometafisica e dipinge dei soggetti metafisici  in contesti meno inquietanti.

Ritorniamo alla mostra.

Il percorso espositivo si distribuisce in otto sale e le sezioni sono quattro: piazze e torri, manichini e trovatori, gli interni ferraresi e la mitologia e i bagni misteriosi.

Vi racconto alcune delle opere che mi hanno maggiormente colpito, certa che dopo averle viste e lette in questo articolo, vorrete andare a visitare l’intera mostra.

De Chirico MyWhere
Le muse inquietanti (1974 olio su tela)

Una piazza silenziosa, il castello estense di Ferrara a  destra e una fabbrica con due ciminiere rosse, a sinistra. Il castello simbolo di un passato glorioso, le ciminiere simboli di modernità. Nella piazza in primo piano due manichini dalle teste ovoidali, la prima in piedi ha il corpo formato da una colonna ionica, la

seconda seduta, con la testa appoggiata ai suoi piedi, tiene le braccia al ventre, rimando alla figura materna arcaica. Il terzo manichino sullo sfondo ricorda una scultura classica. Le tre presenze immobili, misteriose e inquietanti, invitano lo spettatore ad andare oltre all’apparenza.

De Chirico è l’artista che va al di là della fisica. L’arte non deve avere un legame con la realtà, ma deve evocare il mistero, il fuori tempo, la sospensione. Scrisse perché un’opera d’arte sia veramente immortale è necessario che esca completamente dai confini dell’umano il buon senso e la logica la danneggiano.

De Chirico MyWhere
Il Trovatore (1938 olio su tela)

è tra i più celebri protagonisti dell’opera di De Chirico, il soggetto rappresentato con un manichino è l’araldo delle novità espressive e stilistiche che risentono dell’aura rinascimentale di Ferrara. Il manichino è sostenuto da una impalcatura e ha delle squadre attaccate al corpo. Nello sfondo, a destra, passa un treno a vapore, simbolo del viaggio metafisico del Trovatore.

I manichini di De Chirico sono sempre privi di volto, a simboleggiare l’introspezione del soggetto e l’estraneità all’ambiente che lo circonda.

De Chirico MyWhere
Piazza d’Italia con statua di Cavour (1974 olio su tela)

Una città decontestualizzata, caratterizzata da una classicità assoluta al di fuori del tempo. Un senso di sospensione e nel mezzo Cavour, sostenitore delle idee liberali.

Tutte le piazze e le città di De Chirico ritraggono il suo concetto metafisico, con ombre che non c’entrano con la provenienza della luce, con contrapposizioni di un gusto classico a quello moderno e futurista e con architetture di espressione illogica.

Poesia d’estate (1970 olio su tela)

Una messa in scena teatrale in cui il movimento del treno nello sfondo si contrappone all’immobilità della statua e della persona, in ombra, posta nella scena. La statua rappresenta Arianna ed è  un richiamo al mito. La ciminiera è in contrasto con la classicità  della statua, in quanto simbolo della modernità.

De Chirico con le architetture, le prospettive, i colori piatti ed i soggetti, evoca uno spirito molto teatrale. Ama porre i soggetti e gli oggetti su un “palcoscenico” per introdurre lo spettatore in quella “realtà” non realtà.

Bagni misteriosi (1973 olio su tela)

Due uomini sono immersi in una piscina dalle forme strane. Al posto dell’acqua, il pittore dipinge un parquet di legno a spine di pesce, usa un movimento ondulatorio, come se volesse rappresentare le onde dell’acqua che non c’è.  L’idea di riprodurre una tale piscina, pare le sia venuta guardando un signore che camminava su di un pavimento di legno lucidato così tanto  che le gambe dell’uomo sembrava affondassero nello stesso. Da qui la creazione dei bagni misteriosi in cui nulla è visibile.

Giorgio De Chirico  (Rivista di Firenze, novembre 1924)

“La fantasia, credono molti, è un dono d’immaginare cose non viste. A un pittore e a un artista (…) serve a trasformare ciò che vede.”

La mostra è visitabile fino al 25 febbraio 2024, qui il link  per maggiori informazioni

https://www.artikaeventi.com/dechirico.html

Vi consiglio di visitarla e poi magari, prima di rientrare a casa, prendetevi il tempo per gustare un bicchiere di prosecco proveniente dalle cantine delle colline di Conegliano!

 

Foto Anita Orso per MyWhere

Anita Orso

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