BERLINO – Fino al 30 giugno il diretto confronto tra i due maestri del Rinascimento, Mantegna e Bellini, legati da rapporti familiari e professionali. Vi racconto di questa mostra alla Gemaeldegalerie che vale il viaggio nella splendida capitale europea.
Alla Gemäldegalerie di Berlino è possibile visitare fino al 30 giugno una mostra di grosso calibro, Mantegna e Bellini, maestri del Rinascimento, organizzata dai musei statali berlinesi in collaborazione con la National Gallery di Londra. Si tratta di un evento artistico di portata eccezionale innanzitutto perché tra le oltre 100 opere esposte sono presenti capolavori provenienti da prestigiosi musei (come la National Gallery di Washington o il British Museum di Londra) e raramente fruibili al di fuori delle loro collocazioni permanenti; in secondo luogo perché è la prima volta in assoluto che i due maestri del ‘400 veneto, legati da rapporti familiari e professionali, vengono presentati in diretto confronto. Il percorso espositivo, infatti, è articolato in un continuo parallelo tra i due artisti, sulla base di un criterio tematico – che va dalla pittura devozionale, al paesaggio, ai ritratti, fino al rapporto con i classici – dove è possibile seguire lo sviluppo della loro pittura e delle loro reciproche influenze.

Il confronto tra Mantegna e Bellini parte dallo stile rigoroso e più scultoreo del Mantegna dialoga con quello più morbido e atmosferico del Bellini, che rivela fin dall’inizio l’ammirazione per le opere del cognato, come si evince, per esempio, dalla bellissima Presentazione di Gesù al Tempio. Dipinta nel 1454 dal Mantegna nel suo stile più austero e grafico, fu poi riproposta dal Bellini diversi anni dopo con la stessa impostazione compositiva, ma con una maggiore dilatazione prospettica e luminosità cromatica.

Non poteva mancare il famoso confronto fra le due Orazioni nell’orto, entrambe provenienti dalla National Gallery londinese, che vede nella versione del Bellini (1465/70) un generale ammorbidirsi dei vari elementi del quadro, grazie alla calda luce che investe l’intero paesaggio, rendendo la scena più naturale e umana rispetto al tono grave della tavola mantegnesca (1455), dove il richiamo all’antico e il paesaggio roccioso rendono l’atmosfera più artificiosa e teatrale.
Interessante è anche il modo come i due artisti, Mantegna e Bellini, si siano cimentati sul tema della sofferenza fisica, qui proposto con la Crocifissione e il S. Sebastiano. Nonostante le somiglianze delle scelte compositive, delle tipologie dei personaggi e delle pose, ognuno tuttavia tende ad accentuare più un aspetto rispetto ad un altro: mentre il Mantegna sembra più interessato alla resa drammatica attraverso tagli scorciati e anatomie ben delineate e pose contorte, il Bellini esprime la sofferenza con un “taglio” più psicologico ed immagini più pacate.

L’attenzione al dato psicologico è inoltre particolarmente evidente nella produzione dei ritratti del Bellini, e in merito a questo la mostra riserva una sorpresa veramente singolare, con lo splendido ritratto de Il Doge Loredan; opera celeberrima che la National Gallery di Londra per la prima volta ha concesso di far ammirare fuori dalle sue mura!

Nell’esposizione non sono presenti solo dipinti ma anche disegni dei due artisti, dove si possono cogliere ulteriori sfumature e differenze tra Mantegna e Bellini e dove l’influenza del Mantegna sul cognato si manifesta nel modo di tratteggiare le ombre; anche in questa apparente dipendenza, però, la personalità del Bellini riesce a emergere e le sue linee mirano a creare più effetti chiaroscurali che volumetrici, tipici del Mantegna.


Il percorso che i due grandi maestri fecero insieme per circa dieci anni si concluse con la partenza del Mantegna per Mantova intorno al 1460, mentre il Bellini rimase a Venezia. Nella mostra invece a chiudere il dialogo tra le loro opere è il tema dell’antichità, dove l’opera L’introduzione del culto di Cibele a Roma del Mantegna (1505/06, National Gallery di Londra) è messa “in pendant” con La Continenza di Scipione del Bellini (1506/08, National Gallery of Art di Washington). Trattandosi della riproduzione in pittura di un rilievo scultoreo, in questo confronto l’arte del Mantegna si esprime in tutta la sua potenzialità e sembra veramente di poter toccare (giusto idealmente) vere sculture! E non posso fare a meno di dire che in questo caso… Andrea ha la meglio su Giovanni.
In ogni caso, a parte le preferenze personali, siamo di fronte a due grandi figure del Rinascimento, che per vicissitudini biografiche e professionali non possono essere disgiunte e il merito di questa mostra è aver finalmente dato la possibilità di ammirare le loro opere in uno stimolante e affascinante percorso “dialogato” che (se non altro per “i non addetti ai lavori”) ne completa e facilita la comprensione.

A dare, infine, ulteriore fascino a questa mostra di Mantegna e Bellini a confronto è la scelta di una illuminazione soffusa, bassa, differente da quella più asetticamente chiara delle altre sale del museo.
Dal 1 marzo al 30 giugno 2019
Mantegna e Bellini
Gemäldegalerie, Matthäikirchplatz, 10785, Berlino
Se state per organizzare un viaggio a Berlino, per lavoro, per vacanza o per qualsiasi motivo, questa mostra è da inserire assolutamente nel vostro itinerario. Se volete qualche consiglio io ho soggiornato all’Sofitel Berlin Gendarmenmarkt, posizione strategica e stile impeccabile, caratteristica di tutta questa catena di Hotel che ho conosciuto a Palazzo Caracciolo a Napoli e che rimane tra le mie preferite. Beh ora arrivano vacanze di Pasqua, ponte 25 aprile e primo maggio quindi fateci un pensierino e prenotate!
- Gaming esplorato da Italia Langobardorum alla BMTA – 10 Novembre 2023
- Visitare Malta: un paradiso di storia, arte, mare e…movida! – 20 Settembre 2023
- Itinerario artistico in Toscana: a settembre dalla Versilia alla Val D’orcia – 27 Agosto 2023
Ho letto con piacere l’articolo. La mostra mi ha fatto pensare alle mie preferenze. Ovviamente ho un rispetto assoluto per entrambi i pittori. Tuttavia i ritratti di Bellini (comprese le dolcissime madonne) mi danno molto più piacere dei quadri a sfondo religioso di Mantegna. Forse perché nel genere ritratto Bellini era molto più libero nella sua pittura.
Grazie Lamberto! Sulle “preferenze” sono d’accordo con te; anche se il fascino e la personalità di Mantegna siano indiscussi con il suo segno deciso e i raffinatissimi colori freddi, le atmosfere calde e avvolgenti di Bellini sono troppo seducenti e mi rappacificano con il mondo…
No io invece il Bellini lo trovo troppo distante nella sua perfezione. Il tratto, a volte incerto, ma “più umano” di Mantegna mi emozionano di più.