Negli States per il Presidents’ Day: tanti auguri, George Washington!

Negli States per il Presidents’ Day: tanti auguri, George Washington!

ACCADDE OGGI – 290 anni e non sentirli. E’ la veneranda età del Padre della Patria, George Washington. Ricorre l’anniversario della sua nascita proprio il 22 Febbraio, quest’anno un giorno dopo il Presidents’ Day del 21 Febbraio. E allora, voliamo a Washington per vedere cosa succede in questi giorni di celebrazioni e per conoscere meglio questa straordinaria città.

Questa è la più famosa ed incisiva frase pronunciata da George Washington, conosciuto per essere stato il primo Presidente –nonché uno dei padri fondatori- degli Stati Uniti d’America:

“La libertà, quando comincia a mettere radici, è una pianta di rapida crescita”.

Mentre le sue parole sono impresse nella storia, il suo volto è scolpito sul Monte Rushmore, accanto ad altri tre personaggi di spicco della storia statunitense –Thomas Jefferson, Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt- per sottolineare l’importanza della sua figura.

Oggi mi ritrovo a parlarvi di quest’uomo perché siamo arrivati al cosiddetto Presidents’ Day, una festività federale statunitense durante la quale in passato si celebrava l’anniversario della nascita del Padre della Patria, avvenuta il 22 febbraio 1732. Quindi, facendo due conti, quest’anno Washington compie ben 290 anni!

IL PRESIDENTS’ DAY

Successivamente il presidente Nixon decise di allargare la festa per renderla una sorta di commemorazione di tutti i presidenti (da qui il nome). Da allora, la data ufficiale del Presidents’ Day è fissata al terzo lunedì di febbraio, quindi, quest’anno il 21 Febbraio.

Per festeggiare questa ricorrenza, solitamente, ogni stato fa da sé: nella maggior parte dei casi, le scuole rimangono chiuse per un’intera settimana e molti lavoratori approfittano dell’occasione per fare una piccola vacanza altrove; in Virginia, stato di provenienza di Washington, questa festività è particolarmente sentita, tant’è che i festeggiamenti si protraggono per quasi un mese e prevedono, tra le altre cose, una grande parata. Inoltre, vengono organizzate molte serate speciali in tutto il paese, in particolar modo nella capitale, come ad esempio l’evento che si terrà il 19 febbraio da Ozio’s, un locale ubicato nella parte alta della città.

Ma andiamo più a fondo, per conoscere meglio l’uomo che viene ancora oggi celebrato in maniera così viva.

VITA E PENSIERO DI GEORGE WASHINGTON

George Washington nacque a Bridges Creek da una famiglia abbastanza agiata di proprietari terrieri. Sin da giovane mostrò uno spiccato interesse negli affari del suo territorio, infatti decise di arruolarsi nella milizia della Virginia e partecipò prima alla guerra dei sette anni, per difendere le colonie dagli attacchi degli indiani e dei francesi e in seguito, dopo una pausa durante la quale sposò la ricca Martha Dandridge Custis e fu nominato prima deputato del congresso continentale e poi comandante supremo delle forze indipendentiste, guidò le truppe durante la Guerra d’Indipendenza, che si concluse con la sconfitta del generale inglese Charles Cornwallis nella battaglia di Yorktown.

Nel 1783, con il trattato di Parigi, fu finalmente ufficializzata l’indipendenza delle 13 colonie dalla corona inglese. Nel 1787 il congresso continentale, di cui Washington fu nominato presidente, si riunì in Philadelphia per discutere sul da farsi; in quell’occasione fu firmata una nuova Costituzione e ci fu la creazione di un sistema presidenziale. Il 4 febbraio 1789 George Washington divenne Presidente degli Stati Uniti d’America; è importante ricordare che non fu solo il primo, ma anche l’unico ad essere eletto all’unanimità.

Convinto sostenitore della democrazia, fu un modello di virtù e un esempio per tutti i suoi successori. Se ci pensate, doveva sopperire ad un compito per nulla semplice: inventarsi un ruolo. Tutto ciò che ha dovuto fare, in quanto presidente, non era mai stato fatto in precedenza, ma lui ha sempre cercato di mostrarsi giusto e mite. Sia in politica estera che interna, si dichiarò sempre neutrale e cercò di evitare scontri inutili, probabilmente perché un uomo che ha vissuto la guerra non vuole ributtarcisi dentro.

La sua ideologia riguardo la schiavitù, invece, cambiò molto nel corso della sua vita. Come molti altri ricchi proprietari terrieri, anche Washington possedeva un gran numero di schiavi. Non si hanno molte informazioni certe riguardo il suo atteggiamento nei loro confronti, ma si sa che, dopo la Guerra d’Indipendenza, cominciò a sviluppare una visione più umana su questa problematica, e fu l’unico tra i padri fondatori proprietari di schiavi a volere la loro emancipazione.

Ciononostante, per tutta la sua vita, non liberò mai i suoi schiavi, forse a causa della legge che allora vigeva nello stato della Virginia, la quale prevedeva che se un proprietario avesse liberato i propri schiavi, avrebbe dovuto pagare una tassa molto elevata; in questo modo, l’unico modo per liberarsene sarebbe stato quello di venderli a qualcun altro. Questo, ovviamente, non risolveva il problema.

L’EREDITA’ MORALE DI GEORGE WASHINGTON

Philadelphia, luogo dov’è stata firmata la Costituzione. Foto scattata da me per MyWhere

Fortunatamente la situazione, come sappiamo, col passare del tempo è cambiata; oggi, infatti, l’idea stessa della schiavitù ci fa rivoltare lo stomaco, perché la riconosciamo per ciò che è davvero: un crimine contro natura, che tenta solo di minare il diritto di un innocente essere umano alla libertà. Questo forse, in piccola parte, lo dobbiamo anche a lui: le sue idee non si saranno realizzate mentre era in vita, ma la loro eco si è protratta nel tempo, incontrando il favore di altri grandi paladini dei diritti umani, che hanno contribuito a cambiare la storia. In meglio, in questo caso.

Immaginate un mondo nel quale George Washington non fosse mai esistito: è possibile che la guerra d’Indipendenza non sarebbe stata vinta dagli americani e che gli Stati Uniti non sarebbero mai stati fondati. Ciò avrebbe comportato molte conseguenze nel corso della storia e avrebbe cambiato l’immagine che abbiamo del mondo moderno.

Foto scattata da me per MyWhere

Questo mi fa pensare a quanto una singola persona, nel posto giusto e al momento giusto, possa cambiare le cose, a quanto un piccolo evento possa avere enormi ripercussioni sul corso degli eventi. In fondo, la storia viene man mano costruita da un’unione di progetti e casualità.

Dopo il termine del suo secondo mandato, rifiutò il terzo perché, come disse lui stesso:

“E’ pericoloso accentrare il potere nelle mani di un unico uomo per troppo tempo”.

Fu così che, nel 1797, George Washington si ritirò definitivamente dalla presidenza e morì nel dicembre 1799 a Mont Vernon. Dopo la sua morte, fu costruita, a poca distanza da lì, la nuova capitale che prese il nome proprio da lui: Washington DC.

RESPIRARE STORIA A WASHINGTON DC

Foto scattata da me per MyWhere

Ho avuto la fortuna di visitare questa città qualche anno fa. Purtroppo, ci ho trascorso solamente una breve giornata, ma mi è bastata per farmi un’idea generale dell’aria di solennità che si respira in quel luogo.

È indescrivibile la sensazione che ho provato contemplando quei maestosi monumenti, come il Washington Monument, l’enorme obelisco di marmo eretto in onore del Padre della Patria, che domina su tutto il National Mall, o il Lincoln Memorial, all’interno del quale sorge un’enorme statua raffigurante il sedicesimo Presidente degli Stati Uniti, altra figura di spicco nella lotta contro la schiavitù, che firmò il proclama di emancipazione, liberando così milioni di schiavi.

Se chiudevo gli occhi, quasi riuscivo a sentire l’eco delle parole pronunciate da Martin Luther King durante il suo discorso di fronte a migliaia di persone nel 1963, proprio lì, all’ombra della statua di Lincoln, dove si concluse la famosa Marcia su Washington. I have a dream è la frase ora incisa sulla pietra: una frase che, come sapete, ha fatto la storia.

Non è semplice spiegare come ci si sente a stare di fronte a tanta grandezza, quindi proverò a farlo a modo mio.

Riuscite a immaginare la storia come un enorme puzzle, del quale ogni piccolo tassello compone un quadro completo? Ecco, camminare su quel suolo mi ha dato la sensazione di star occupando un pezzo di quel puzzle, di essere osservatrice attiva di una storia che è iniziata tanti anni fa e non si è mai davvero conclusa, perché è, ancora adesso, in continuo sviluppo.

È la storia che insegna. Così capisci quanto sia importante il passato, quanto questo influisca sul presente e quanto sia ancora più importante a volte fare un passo indietro e godersi il quadro completo. Un piccolo sguardo sull’eternità.

Testo di Alessandra Persico

Autore MyWhere

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