Il filo di mezzogiorno viaggio nella memoria di Goliarda Sapienza

Il filo di mezzogiorno viaggio nella memoria di Goliarda Sapienza

ROMA – Al teatro Argentina fino al 5 giugno Il filo di mezzogiorno di Goliarda Sapienza adattamento di Ippolita Di Maio, regia di Mario Martone con Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco.

La stagione teatrale si avvia alla sua conclusione così anche per il teatro Argentina che chiude la programmazione di  quest’anno con Il filo di mezzogiorno adattamento teatrale del secondo libro di Goliarda Sapienza ( Edizioni La nave di Teseo) pubblicato la prima volta nel 1969. Il libro è il resoconto autobiografico  dell’esperienza di psicoanalisi a cui l’autrice si sottopose in seguito ad un tentativo di suicidio arrivato al culmine di una brutta depressione.
La trasposizione teatrale del libro si deve a Ippolita Di Maio , la regia dello spettacolo è di Mario Martone, Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco prestano corpo e voce rispettivamente a Goliarda e al dottore che l’ebbe in cura.

La scena (a cura di Carmine Guarino) riproduce due camere perfettamente identiche e simmetriche nelle quali i due interpreti si muovono talvolta distanti  occupando ciascuno uno spazio differente, ma agendo come se fossero vicini , a volte insieme. Tutti i giorni alla stessa ora , a mezzogiorno, si incontrano Goliarda e il suo psicanalista freudiano che cercherà di porre rimedio ai danni provocati dall’elettroshock a cui è stata sottoposta durante la sua degenza in ospedale seguita al fallito suicidio di cui se ne volevano cancellare le tracce nella sua memoria. Il lavoro del dottore è esattamente l’opposto, indurla a ricordare, riportare alla coscienza ciò che è sepolto nell’inconscio. Ecco che frammenti di vita riemergono : il padre arrestato, la follia della madre, i fratelli, le amiche , il compagno  Citto Maselli e tutte le emozioni collegate.

La paura di vivere, il terrore dell’abbandono, il bisogno di sicurezza, la dipendenza affettiva. A poco a poco Goliarda si libera dall’angoscia rifugiandosi anche nel sentimento verso il dottore, transfert psicologico o reale innamoramento? Mentre Goliarda si “riveste” in modo letterale e simbolico  della sua personalità , il dottore precipita in una crisi personale. Una sola stanza resta  illuminata lasciando nell’ombra il suo doppio. Come immaginato da Ippolita Di Maio l’una rappresenta il mondo onirico , l’altra è il luogo della realtà. Il lato oscuro deve rimanere tale , non svelato , nascosto , segreto è lì che alberga il nostro slancio vitale , la nostra spinta all’azione, il nostro fuoco interiore.

 

Di Anna Maria  Di Francesco

Autore MyWhere

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