Torino da città-fabbrica a città d’arte

Torino da città-fabbrica a città d’arte

TORINO – In ogni area metropolitana il patrimonio alberghiero è parte consistente del tessuto urbano dei luoghi e serve anche a dare visibilità alle loro potenzialità ricettive. Riflettiamo su questi aspetti a Torino, nella città dell’Italia postindustriale che è più mutata nella percezione dei suoi abitanti e dei viaggiatori, che almeno a partire dal 2006 (anno fatidico del grande successo delle Olimpiadi invernali) ne hanno reinventato l’immagine.

Ne parliamo con il dinamico Direttore del Novotel di Corso Giulio Cesare, nel salotto del bellissimo albergo di otto piani, estremamente moderno e confortevole.

“Con gli anni assistiamo in parte a un cambiamento della nostra clientela e in parte a una continuità di presenze di talune categorie professionali” dice il Dottor Giuseppe Avignone sia confermando gli ospiti che operano nelle piccole e medie aziende del territorio, sia acquisendo nuovi viaggiatori italiani e stranieri che spesso arrivano in tour senza un’idea precisa, ma poi trovano a loro disposizione una rete museale fra le più importanti d’Europa e un sistema integrato di ben otto residenze reali fra città e dintorni, capaci di restituire il profumo di un’epoca. Per noi è importante che l’ospite possa sentirsi accolto come se approdasse in una casa amica ”.

Ed effettivamente possiamo testimoniare che si ha la sensazione di un’assistenza continua, grazie alla professionalità di un personale molto disponibile: non so quanti hotel si procurino perfino i biglietti del tram per fornirli ai clienti; e questo perché il Novotel si colloca in posizione privilegiata alla Barriera di Milano (A proposito del  Novotel di Milano, date un’occhiata al nostro pezzo) vicino all’autostrada e a tutta una miriade di opifici, fabbriche, stabilimenti disseminati nella cintura torinese, ma ben collegato al centro attraverso la linea 4 del tram, rapida ed efficiente grazie all’utilizzo del binario a scorrimento veloce.

In realtà il tram a Torino non è un semplice mezzo di trasporto ma piuttosto un’istituzione, con una sua precisa storia e con un’estensione territoriale ad ampio raggio in una città che ha visto l’apertura della linea sotterranea solo dieci anni fa, ma in cui la metropolitana serve principalmente l’area fra le due stazioni ferroviarie e il Lingotto; proprio qualche settimana fa si è tenuta anche una celebrazione dei tram storici con l’esposizione di tram d’epoca provenienti da Roma, Milano e Trieste.

In questa città così particolare e orgogliosa delle proprie tradizioni, in cui i torinesi di molte generazioni sono pochi, l’esperienza stessa del Dott. Avignone, giovane e preparato, di origine siciliana e fortemente motivato nel proprio lavoro, dovrebbe incoraggiare gli studenti dei nostri anni: dopo la laurea, il suo curriculum eccellente fu segnalato dall’università alle aziende e dirige la struttura alberghiera dal 1999.

Possiamo vantare una stabilità dei flussi di ospitalità nonostante gli anni della crisi. Ma dopo il successo delle Olimpiadi invernali, in cui rinacque la visibilità di Torino come meta turistica” dice il Direttore “ occorre implementare la politica degli eventi, che produce sempre incremento di presenze. Quando dopo la crisi automobilistica del 2002 ci fu la chiusura del Salone dell’Auto, noi la vivemmo come un lutto personale. Da due anni si sta tentando di farlo risorgere ma in versione outdoor, in estate al Parco del Valentino, contando sul clima mite. Ma la verità è che il Lingotto da solo non basta per i grandi eventi e le attività convegnistiche di respiro internazionale, come il recente Congresso Mondiale degli architetti del paesaggio che nell’aprile scorso si è occupato proprio della ricerca di una migliore qualità di spazi e luoghi. Per esempio bisognerebbe innanzitutto ristrutturare l’edificio di Torino Esposizioni , che va riammodernato…”.

Nelle parole di Giuseppe Avignone si avverte la tensione verso il futuro di chi ha fatto dell’efficienza la propria missione, e quindi sa che le previsioni sullo sviluppo degli eventi hanno la stessa importanza degli eventi stessi perché la programmazione è l’anticamera del successo.

torino arte

Uno dei must della gestione alberghiera contemporanea è l’inserimento nella green economy: l’intera rete che fa capo ad Accor Hotels (durante il mio soggiorno a Bergamo ho avuto la possibilità di soggiornare in un altro hotel Accor: il Mercure in Palazzo Dolci, all’insegna del confort) e si distingue per la best practice del risparmio energetico con cui viene finanziato il programma di riforestazione Plant the Planet.

Non possiamo nascondere qualche preoccupazione circa il prossimo Salone del Libro” sottolinea Avignone “non tanto per la compresenza di quello nuovo che ci sarà a Milano, quanto per la crisi generale dell’editoria che difficilmente potrà gestire una doppia presenza fieristica, quindi gli operatori saranno costretti a scegliere la manifestazione per la quale optare e la città in cui organizzare il loro soggiorno. Tuttavia nutriamo molte speranze su altri eventi che stanno crescendo e calamitano l’attenzione di nuove realtà imprenditoriali: penso ai produttori delle eccellenze gastronomiche del Meridione d’Italia e della Sicilia che al Salone del Gusto di Torino stringono preziosi contatti col Nord e nei mesi successivi ritornano periodicamente nel nostro albergo, per concordare forniture del loro prodotto presso le grandi strutture distributive centrali e periferiche ”.

Al termine dell’intervista si rafforza la nostra convinzione che un grande albergo può essere di volta in volta un avamposto di frontiera o un presidio di riferimento, ma non cessa mai di essere soprattutto un canale relazionale e questo rappresenta un valore aggiunto che porta sviluppo nella circolazione delle persone e delle idee.

E poi Torino è una città così affascinante, tra gli edifici storici e le residenze reali, la capitale del regno Sabaudo ci accoglie nei suoi fastosi bar delle grandi piazze, offrendoci sempre un cartellone ricco di eventi e mostre che fanno da catalizzatore. Noi durante le feste (finiva ieri 9 Gennaio) abbiamo approfittato per visitare Gus Van Sant nella Mole Antonelliana, uno dei più stimolanti registi americani.

 

Qui le foto dell’Hotel che vi consigliamo e per qualsiasi info ecco il link:  Novotel Corso Giulio Cesare

Hotel

Gennaro Colangelo
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