94 anni di passione: ecco la piccola, grande storia della Roma

94 anni di passione: ecco la piccola, grande storia della Roma

ROMA – Oggi, 22 luglio 2021, la Magica compie 94 anni. Un traguardo importante per la società giallorossa che noi di MyWhere non potevamo non festeggiare.

Oggi, 22 Luglio 2021, molti tifosi del la Roma festeggiano i 94 anni di storia del loro amato club. Perché molti e non tutti? La data di fondazione del club è controversa. La nascita ufficiale della squadra giallorossa è sempre coincisa per i romanisti con il 22 Luglio, fino all’intervento dello storico romanista Marco Izzi, il quale sosteneva che la vera data della nascita del club fosse in realtà il 7 giugno. Questa tesi è stata adottata dalla Roma di James Pallotta, ma rifiutata dalla famiglia Sensi e da quei supporters giallorossi che mal sopportano le scelte degli attuali proprietari a stelle e strisce.

Il motivo della diatriba è presto spiegato. Il 7 Giugno 1927, in Via Forlì 16, nella casa di Italo Foschi (primo presidente) viene ratificato l’accordo tra Alba, Fortitudo e Roman che porta alla fondazione dell AS Roma. Il 17 Luglio la squadra disputa le sua prima amichevole al Motovelodromo Appio contro i magiari dell’ Ujpest.

Il 22 Luglio venne redatto il primo Ordine del Giorno e definito l’ organigramma del club nonostante la Roma avesse già disputato le sue prime amichevoli! Subito dopo vennero scelti il simbolo (la mitica Lupa che allatta Romolo) e i colori della nuova compagine capitolina, vale a dire il giallo oro e il rosso porpora, gli stessi della società Roman ma anche quelli del gonfalone del Campidoglio.

UNDICI ATLETI, ROMA CHIAMO’

Mettiamo da parte la diatriba sulla data di nascita della Roma e cerchiamo di rivivere in breve le vittorie, le sconfitte, le gesta dei giocatori simbolo fin dai tempi del mitico Campo Testaccio. “Cor core acceso da la passione undici atleti Roma chiamò/e sotto ar sole del Cupolone/na bella maja e du colori je trovò”. La canzone di Testaccio è ancora oggi uno degli inni più amati dai tifosi romanisti e chi non la conosce non è mai stato in Curva Sud. Una canzone bellissima che evidenzia l’anima popolare della squadra e il rapporto viscerale con la città.

Attilio Ferraris IV fu il primo calciatore della Roma a vestire la maglia della Nazionale. Nato a Borgo Pio, cresciuto nella Fortitudo, divenne la prima bandiera e vero e proprio idolo dei tifosi. Donnaiolo e fumatore incallito, Ferraris era il centromediano più forte di quel periodo. Rimane nella leggenda il giuramento che strappava ai compagni in spogliatoio prima di entrare in campo: “chi desiste da ‘ a lotta è ‘n gran fijo de na m….”

Insieme a Fulvio “Fuffo” Bernardini rappresentò l’anima insostituibile della Roma testaccina degli anni Venti e Trenta. Fino al 1940, nonostante la Roma non vinca mai il campionato,il campo Testaccio è un fortino difficilmente espugnabile (103 vittorie ,32 pareggi e 26 sconfitte) e i tifosi hanno la possibilità di ammirare le gesta di giocatori come Volk il primo grande bomber giallorosso, soprannominato Sciabbolone per il suo destro letale come una sciabola.

Il 30 Giugno 1940 la Roma gioca la sua ultima partita a Campo Testaccio. Finisce qui la storia del “dodicesimo uomo”della Roma. Il primo scudetto la Roma lo vincerà nel 1942, divenendo così la prima squadra del centro-sud a riuscire nell’impresa. A difesa dei pali Guido Masetti e come centravanti Amadeo Amadei, per tutti “il fornaretto di Frascati”.

Amadei esordì nella Roma a 15 anni ed è ricordato ancora oggi come uno dei più grandi cannonieri italiani di tutti i tempi.

Ai fasti dei primi anni 40 segue però un periodo buio, caratterizzato da campionati deludenti e da retrocessioni cocenti. È il periodo della Rometta, appellativo a metà tra il dispregiativo e il sentimentale utilizzato dai tifosi per descrivere la squadra capitolina. È infatti proprio in questo periodo che l’amore tra la Roma e i suoi tifosi si rafforza maggiormente, un amore talmente forte da spingere una rosa tutt’altro che irreprensibile a risalire subito in serie A dopo la retrocessione del 50-51.

Tra i giocatori più amati di questo periodo c’è sicuramente Da Costa, soprannominato il “castiga lazio”, mattatore nei derby e incubo per i laziali.

Nei primi anni ’60 la Roma si riprende, tanto da arrivare alla conquista del suo primo titolo europeo, la Coppa delle Fiere nel ’61. Tra i più rappresentativi, spiccano Pedro “piedone” Manfredini (il re delle triplette) Francisco Lojacono e Giacomo Losi, “core de roma”.

Ma come sempre quando si parla di questa squadra, così speciale e così unica, i bei tempi non durano molto. Nel 1964, sotto la presidenza Marini Dettima la Roma, sommersa da una valanga di debiti, rischia la bancarotta e impiegherà ben 15 anni per tornare nel calcio che conta.

L’uomo chiave della rinascita è Dino Viola, che rileva la società nel 1979. Il resto è storia. Il neo-presidente, attraverso una serie di campagne acquisti mirate e vincenti, porta la Roma nel calcio che conta. La stagione 1982-83 è quella del trionfo della Roma che vince il campionato guidata dal barone Niels Liedholm e riesce finalmente a dimenticare il famoso goal di Turone.

Capitanata dal compianto Agostino Di Bartolomei, la squadra giallorossa poteva fregiarsi di nomi del calibro di Falcao, Conti, Nela, Pruzzo, Ancelotti, Wierchowood. Fortissimi, tutti. Talmente forti da riuscire addirittura ad arrivare in finale di Coppa dei Campioni l’anno successivo, anche se questo è un ricordo che tifosi non vorrebbero avere. Stiamo parlando naturalmente della sconfitta ai calci di rigore contro il Liverpool allo Stadio Olimpico di Roma, una ferita ancora oggi difficile da rimarginare. Tra i protagonisti negativi di quella serata, c’è sicuramente Falcao. Il brasiliano è stato senza dubbio uno dei più grandi calciatori della storia della Roma; centrocampista moderno ,visione di gioco incredibile, inserimenti, goal, interdizione, insomma un giocatore completo. Ma nessuno gli ha perdonato la scelta di non presentarsi dagli 11 metri in quella maledetta finale.

C’è chi dice meglio giocarle le finali, ma provate a dirlo a un tifoso della Roma di quel periodo!

Negli anni seguenti la Roma sfiorerà lo scudetto nel 1986 sotto la guida di Sven Goran Eriksson. Campionato sfumato per la clamorosa sconfitta per 2 a 3 subita in casa da un Lecce già retrocesso. Cocenti delusioni caratterizzano fortemente la storia della Roma come quando, nel 1991, (da poco scomparso Dino Viola) perderà la finale di Coppa Uefa, sotto la guida di Ottavio Bianchi, contro l’ Inter di Mattheus e Berti.I giocatori simbolo di quegli anni sono: “Pluto”Aldair, il “principe” Giuseppe Giannini e il “tedesco volante” Rudi Voeller.

L’era Viola è ormai giunta al termine e a prendere il suo posto al comando arriva l’imprenditore Franco Sensi (tra i due in verità c’è da ricordare la breve parentesi Ciarrapico) che rileva la società nel 1993. Si tratta di un anno fondamentale che segnerà la Roma per le successive 24 stagioni; il 28 marzo, allo stadio Rigamonti di Brescia, all 87esimo minuto,un diciassettenne biondo di Porta Metronia è pronto a fare il suo esordio in Serie A. Boskov lo getta nella mischia. Si chiama Francesco. Ha delle qualità tecniche fuori dal comune. I tifosi ancora non lo sanno, ma ameranno quel ragazzino come mai nessuno prima. Incondizionatamente. Quanto l’amata casacca giallorossa. Sì, perché oggi Totti è la Roma e la Roma è Totti.

Nel 2001, da capitano, guiderà la Roma di Fabio Capello alla vittoria del terzo Scudetto. Lo farà anche grazie alle fucilate di Batistuta, alle discese sulla fascia di Cafu e Candela, ai recuperi di Tommasi, al “muro” eretto da Samuel, ai guizzi di Vincenzo Montella e alla serata storica di Hidetoshi Nakata.

Un anno indimenticabile il 2001, non solo per lo storico e forse più goduto scudetto di sempre per i tifosi giallorossi, ma perché coincide con l’esordio di un altro figlio di Roma. Arriva dai lidi di Ostia, si chiama Daniele De Rossi e anche lui ha la Roma “tatuata” sul cuore.

La tradizione d’altronde, lascia ben sperare. Ferraris IV, Bernardini, Amadei, De Sisti, Di Bartolomei, Conti, Giannini, Totti, De Rossi, Pellegrini….Chi sarà il prossimo?

ARRIVA MOURINHO E I LUPI SI RISVEGLIANO

Josè Mourinho sarà il nuovo allenatore della Roma per le prossime tre stagioni, a partire da quella 2021/22. La scelta ricaduta sul tecnico portoghese da parte della compagine capitolina (la sola squadra della Capitale che può attirare e attrarre personaggi così mediaticamente influenti), nelle tempistiche e nelle modalità è stata mediaticamente perfetta. Settimi in campionato e fuori dalla semifinale di Europa League, la notizia dell’approdo a Roma dello Special One ha cancellato in un nanosecondo tutti i malumori e le frustrazioni di una piazza assai complicata quanto affascinante e che fonda la sua ragion d’essere nell’irrazionalità del sentimento calcistico.

Come se la caverà lo Special One lo scopriremo solo vivendo, ma nel frattempo, è giusto che i tifosi giallorossi si godano questi 94 anni di storia.

Tanti auguri As Roma, che la tradizione continui, per sempre!

Paolo Riggio

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