PADOVA – Nel difficile spazio ipogeo della Galleria Civica Cavour di Padova è allestita la mostra L’ombra del soffio, Opere in vetro Paolo Marcolongo.
Un allestimento letteralmente “senza capo né coda” e un apparato didascalico assolutamente insufficiente non riescono a nascondere una poderosa, attenta e lunga ricerca nel rapporto tra vetro soffiato e metallo ad opera dell’artista padovano.
La mostra ha l’indiscutibile pregio di mettere in evidenza un percorso che non porta ad un gioiello definito e definitivo, ma ad un insieme, ad un gruppo di artefatti che posti in sequenza, e organizzati per teche, documentano la necessità da parte dell’Autore di sviscerare le possibilità di contaminazione tra la geometria elementare della costruzione metallica, molte volte composta da esili gabbie costituite da steli sottili, con l’organicità e l’imprevedibilità formale del vetro liberamente soffiato.
Le soffiature all’interno di strutture metalliche appartengono già sia alla tradizione muranese che a diversificate altre – anche antiche – sperimentazioni nel vetro, ma in questo caso raggiungono un esito del tutto inedito. «Superfici dall’aspetto voluttuoso, che, alternando rotondità e depressioni, promettono all’osservatore un piacere di ordine tattile» come ha scritto Mirella Cisotto Nalon, curatrice della mostra, nel saggio presente in catalogo.
Il recente lavoro di Paolo Marcolongo qui messo in esposizione sposta e amplifica la ricerca nel modo del gioiello. Non è dato a sapere la pesantezza fisica dei pezzi mostrati e, di conseguenza, la loro possibilità di essere indossati – specie le spille – ma la sequenza di tentativi esibiti e mostrati denuncia un’indagine attenta e approfondita che non ha presumibilmente tralasciato questo aspetto. Evidentemente è entrata in campo l’esperienza nell’ambito dell’oreficeria tradizionale che appartiene al bagaglio culturale e operativo dell’artista. E proprio con il sapiente controllo della lavorazione metallica, accoppiato ad un altrettanto attento e prestabilito intervento del maestro vetraio, Paolo Cenedese, anche il risultato formale è spesso piacevole e armonico in quasi tutti gli artefatti presentati.
Il corposo catalogo che accompagna la mostra, oltre al citato saggio di Mirella Cisotto Nalon comprende anche un approfondito, ricco e interessante testo di Marcello Barison in cui è anche indagata e sviscerata la lotta tra il concetto di forma voluta dall’artista e l’imprevedibilità della materia, in particolare del vetro.
Galleria Civica Cavour
Piazza Camillo Benso Conte di Cavour, 1, Padova
Ingresso libero
Orario 10-13 / 15-19, chiuso i lunedì non festivi.
Dal 15 dicembre 2017
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