Alison Lapper Pregnant, veglia sulla Biennale 2013

VENEZIA – Divenne una delle sculture più note degli anni Zero, pilastro che erge sulla differenza e sulla bellezza di una quotidianità eroica. Il corpo “sbagliato”, su un piedistallo fa emergere quanto l’idea della vita si faccia straniante, in contrapposizione con l’incompiutezza di un corpo considerato diverso, non finito. Un’immagine straziante che fa pensare, di una bellezza crudele ma pur sempre bellezza.

Se sei sul vaporetto, qualsiasi sia la tua metà, è impossibile non notare la Alison Lapper Pregnant in versione gigante ospitata dalla Fondazione Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, per la grande personale di Marc Quinn. Ciò che scorgete è la gigantesca Alison Lapper, artista nata focomelica, senza braccia e con le gambe appena sviluppate. Marc Quinn è un artista di fama internazionale, uscito dalla YBA (young british artist) tra i più intensi e provocatori, ha fatto di Alison la sua musa, trasformandola con marmo (in contrapposizione alla purezza eterna della materia) in una creatura mitologica dal corpo informe e nudo nel periodo dell’attesa.

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Alison Lapper Pregnant

Divenne una delle sculture più note degli anni Zero, pilastro che erge sulla differenza e sulla bellezza di una quotidianità eroica. Il corpo “sbagliato”, su un piedistallo fa emergere quanto l’idea della vita si faccia straniante, in contrapposizione con l’incompiutezza di un corpo considerato diverso, non finito.

Un’immagine straziante che fa pensare, di una bellezza crudele ma pur sempre bellezza.

Simona Gavioli

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