Intervista a Andrea Felici di Roma Station: “A Friedkin occorre tempo, ecco qual è il mio derby preferito di sempre”.

Intervista a Andrea Felici di Roma Station: “A Friedkin occorre tempo, ecco qual è il mio derby preferito di sempre”.

ROMA – In questa città c’è qualcosa che non ti fa mai sentire solo, e quel qualcosa molto spesso si identifica con la A.S.Roma. Oggi parliamo con l’ideatore della trasmissione social Roma Station con cui parliamo di derby storici, mercato, Friedkin e anche dell’ “affaire Juve-Napoli”.

Roma è differente. Il calcio qui, soprattutto sulla sponda giallorossa, è una fede, una fede che come ci conferma Andrea Felici, ideatore della trasmissione social Roma Station, “va alimentata quotidianamente”. Felici va in onda tutti i giorni alle 18:30 su  Facebook e YouTube raccontando con passione e competenza le vicende giornaliere della A.S. Roma con un successo sempre più crescente condito da collaborazioni d’autore, vedi quella recente con il grande Carlo Zampa.

Con Andrea Felici vogliamo parlare appunto della nuova Roma di Friedkin, del mercato agli obiettivi stagionali, passando per derby storici e temi d’attualità calcistica. Al centro della nostra chiacchierata poi, c’è il rapporto tra i tifosi e la Roma, un rapporto unico che si fonde con l’amore per la Città Eterna, diverso da tutti gli altri e che si concetra quotidiamente nelle radio e nelle trasmissioni cittadine.

Ecco la nostra intervista con Andrea Felici.

Ciao Andrea è un piacere averti con noi. Ci racconti il progetto Roma Station? Come ti è venuta l’idea di aprire una radio social dedicata alle vicende giallorosse?

Ciao Paolo, il piacere è mio! Roma Station è una trasmissione, un vero e proprio format. Nel 2017 ho preso accordi con Roma Daily News. L’editore voleva investire sulla web tv e mi chiese di creare un format sulla Roma. Quello che ideai fu una trasmissione prettamente social, il mio obiettivo era quello di dare il là ad una finestra aperta verso Roma usufruibile in tutto il mondo. La bellezza dei social sta proprio in questo. La mia trasmissione può essere seguita da ogni angolo del globo e in questi mesi abbiamo avuto follower dal Sud e dal Nord America, dall’Asia. D’altronde con la Roma tutto è possibile, basti pensare ad una vecchia canzone della Curva Sud che diceva che i tifosi giallorossi sono anche nello spazio! E in effetti è proprio così!

Il futuro di Roma Station è proiettato sui social network o ti piacerebbe esordire anche con una trasmissione radiofonica?

Ogni cosa al suo tempo! Quello che adesso va in onda è solo un piccolo scorcio del progetto Roma Station a cui ho pensato. Dobbiamo muoverci e innovarci step by step, gli obiettivi da raggiungere sono molti e non vogliamo fermarci qui, perché sì va bene il mondo dei social e di YouTube, ma nel progetto c’è l’idea di rendere sempre più visibile Roma Station non solo per chi usa i social ma anche per un pubblico più trasversale.

In un’intervista di qualche anno fa, Fabio Capello disse che in Inghilterra comandano i tabloid, in Spagna le radio e in Italia le televisioni, fatta eccezione per Roma, dove comandano anche qui le radio. Secondo te perché nella Capitale c’è questa tradizione così forte?

Capello non è l’unico ad aver segnalato questa anomalia, ma credo che sia un luogo comune, anzi un alibi utilizzato dagli allenatori per mettere le mani avanti. In poche parole, se vincono sono bravi loro perché hanno vinto contro tutto e tutti, se perdono è colpa delle radio. Beh, allora se diamo la colpa alle radio delle sconfitte, diamone anche i meriti per lo Scudetto del 2001! A parte gli scherzi, credo che questa unicità sia dovuta all’identità del tifoso romanista. Come diceva il capitano della mia generazione, il compianto Agostino Di Bartolomei, “esistono i tifosi di calcio e quelli della Roma”. Il legame che c’è qui tra squadra e tifosi non lo trovi in nessun’altra realtà del mondo. È una fede, una fede che deve essere alimentata quotidianamente e la radio è lo strumento perfetto per raccontarla.

 

Prima di parlare nel dettaglio di Roma ti chiedo un tuo giudizio sul fattaccio Juve-Napoli. Tu da che parte stai e come credi che andrà a finire la faccenda?

Non voglio passare per filo juventino o filo napoletano, cerco di analizzare le cose da giornalista. Ritengo che se non venisse inflitto il 3-0 a tavolino per la Juve e il punto di penalizzazione per il Napoli si creerebbe un precedente pericoloso che metterebbe a rischio il proseguio del campionato. Il motivo è semplice: se c’è un accordo che tra l’altro è stato molto difficile da raggiungere tra tutti i club della Serie A e il Governo e questo accordo viene scavalcato dalle Asl, allora si rischia di non giocare più. Senza il 3-0 a tavolino, saranno le Asl a decidere con tutto quello che ne consegue.

Capitolo Roma. Il calciomercato n.1 dell’era Friedkin ha regalato Pedro, Kumbulla, Borja Mayoral e la riconferma di Smalling. Come lo giudichi? Ti aspettavi qualcosa di più?

Sono rimasto positivamente stupito dal mercato Friedkin. Il bilancio della Roma 2019-20 si chiuderà probabilmente con 188 milioni di euro di perdita per non parlare dei debiti lasciati dalla precedente gestione. Io credo che un proprietario che arriva, non vende nessuno dei big e ti porta pure qualche giovane interessante, vedi Kumbulla e Borja Mayoral, non possa che essere apprezzato. Sono molto curioso di Kumbulla, giovane forte e dal grande avvenire, così come di Mayoral, ex Real Madrid ricordiamolo, e nettamente superiore a Kalinic per potenzialità.

 

Parliamo di un tema sempre caldo: il derby. Qual è il tuo derby del cuore? Quello che porterai sempre con te…

Di partite sentite noi romanisti ne abbiamo tante, penso alla rivalità con la Juventus, ma se mi chiedi di un derby capitolino in particolare ti dico quello del 2001 che vincemmo per 1-0 con autogol incolpevole di Paolo Negro. Ero allo stadio, in Curva Sud e per tutta la partita ascoltai e osservai il dileggio dei tifosi laziali nei confronti della Roma, che purtroppo nel loro caso quando avviene, tocca anche la città di Roma visto che noi portiamo il nome della Capitale. Vincemmo in un’atmosfera molto difficile, e fu proprio quel derby vinto a fare la differenza nella classifica finale e a consegnarci lo scudetto.

Chiudiamo con due pronostici. Dove immagini Roma Station tra un anno? E dove immagini la Roma a fine campionato?

Roma Station la immagino con un format uguale ma con più facilità di raggiungere i nostri grandi tifosi. Per la Roma mi aspetto che Friedkin passi alla fase 2, quella successiva alla risoluzione dei problemi economici lasciati dalla gestione precedente e si concentri sul migliorare la rosa dal punto di vista tecnico. Ovviamente questi progetti non si realizzano in uno o due anni, ma l’obiettivo dev’essere sempre quello di crescere.

COME SEGUIRE ANDREA FELICI E ROMA STATION

Roma Station è una trasmissione, ideata e condotta da Andrea Felici, interamente dedicata all’AS ROMA in diretta video alle 18:30 dal lunedì al venerdì. Disponibile sia sulla pagina Facebook

che sul Canale YouTube di Roma Daily News

Paolo Riggio

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