Fedez e la malattia: quando la disumanità non si ferma neanche di fronte al male

Fedez e la malattia: quando la disumanità non si ferma neanche di fronte al male

ITALIA – Succede che Fedez annunci di aver appena scoperto di essere malato e di doversi sottoporre a un lungo percorso di cure. E succede, allo stesso tempo, che una pletora di sottosviluppati riesca a gioirne, augurare la morte a lui e ai suoi figli, invadendo le pagine social del cantante con commenti di odio e livore. Dimenticando, però, che ci sono parole che qualificano chi le dice molto più di chi le riceve.

Che i social abbiano dato diritto di parola a chiunque, amplificandone gli effetti talvolta disastrosi, è ormai cronaca di tutti i giorni. Negli ultimi anni abbiamo assistito, purtroppo spesso impotenti, alla nascita dei cosiddetti haters, gli odiatori seriali per dirlo in lingua nostrana: gente arrabbiata, frustrata, profondamente irrisolta, che non è stata in grado di individuare un obiettivo nella vita verso cui convogliare le proprie energie, per cui l’unica cosa da cui riesce a trarre soddisfazione (vai a capire come…) è sputare veleno verso il prossimo per le più svariate ragioni: sesso, etnia, religione, peso, stato sociale… e potremmo andare avanti per ore.

Bene, dicevo, a questo (alla stupidità, alla vigliaccheria e all’arroganza che va a braccetto con un’ignoranza spropositata) siamo ormai abituati.

Ciò che, però, non smette mai di stupirmi è come la miseria umana riesca sempre a superare i bassissimi livelli già raggiunti.

Fedez e la malattia.

Qualche settimana fa Fedez annuncia tramite stories su Instagram di soffrire di un non ben definito problema di salute (che si scoprirà poi essere un tumore al pancreas, per il quale è stato sottoposto a intervento chirurgico nei giorni scorsi) e che lo aspetta un lungo e difficile percorso per combattere questa battaglia.

FEDEZ malattia Instagram
Da profilo instagram un bel ritratto della coppia

Per quanto mi riguarda, questo basterebbe per mettere a tacere qualsiasi giudizio verso il personaggio pubblico. Se proprio ci tieni a far sentire la tua voce, ecco, mi limiterei a un augurio di pronta guarigione.

Di fronte a un problema di salute, le simpatie o antipatie personali dovrebbero lasciare il posto a quel briciolo di empatia di cui tutti dovremmo essere dotati, così da essere in grado, ogni tanto, di sentire il dolore degli altri e anteporlo, ogni tanto, alla nostra fame di autoreferenzialità ed egocentrismo. Ma vabbè.

E lo dico da non estimatrice di Fedez. Non amo la sua discografia. Non nutro simpatia per la famiglia theferragnez; trovo il racconto della loro quotidianità noioso; penso si siano fatti nel tempo portavoce di battaglie in cui non credono, o comunque verso cui nutrono la metà dell’interesse che vogliono raccontare. Ma questa è un’altra storia, a cui non voglio dedicare altro spazio.

Quello che davvero non mi spiego è come di fronte a un ragazzo poco più che trentenne, padre di due bambini, con una vita lunghissima ancora davanti, che sta per affrontare una delle parentesi più buie che il destino a volte ti fa aprire, non si riesca a mettere da parte il personaggio – che può non piacere – e vedere solo la persona. Una persona che in quel momento sta soffrendo; un uomo sconfortato e impaurito.

FEDEZ malattia Instagram
FEDEZ in ospedale, da profilo instagram

Come si fa a gioire di questo? Non vale giustificarsi dietro un “Ah ma lui è ricco!”, “Ha già avuto tanto”, “Il mondo è pieno di gente malata”. Tra le ultime cose che ho letto: “E sticazzi. Nei reparti di oncologia ci sono un sacco di bambini”.

E allora? Sì, Fedez è ricco. È un uomo di successo. È un privilegiato. Dalla vita ha avuto tantissimo, forse troppo e non sempre meritato. E allora?

Pensate che la vostra vita mediocre possa essere in qualche modo arricchita se qualcuno più fortunato di voi perde anche solo un decimo di quello che ha?

Chi ha tanto può perdere tutto nell’arco di qualche secondo. Ma questo non aggiungerà nulla alla vostra povertà d’animo.

Da una malattia, seppur grave, si può guarire. Di miseria umana, invece, si muore. Sempre.

In bocca al lupo Federico, per tutto. Buona vita e forza!

Marianna De Mare

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