Diaframma Performing Siberia: tra dark e (post) punk @ Off – Modena [INTERVISTA]

Energia e adrenalina pura sul palco dell’Off di Modena sabato 12 marzo 2016 con Federico Fiumani e i Diaframma per il loro “Diaframma Performing Siberia Tour”, tappa modenese del live incentrato sul leggendario album Siberia della band fiorentina

Diaframma Performing Siberia: tra dark e (post) punk @ Off – Modena [INTERVISTA]

“Diaframma Performing Siberia Tour” è un nome che è già un programma per un album, e una band, che non hanno bisogno di presentazioni. Uscito nel 1984, Siberia è forse una delle più belle prove della dark wave italiana, album d’esordio dei Diaframma, accostato da sempre al sound di nomi illustri del panorama internazionale come Joy Division- New Order, e inserito non a caso da Rolling Stone al 7° posto tra i 100 migliori album nella storia del Rock italiano di sempre.

Viste le premesse, non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di partecipare (e raccontare) almeno una data di questo lungo tour, un tour che – partito a novembre del 2015 dopo una complessa gestazione – toccherà nel corso del 2016 un po’ tutti i piccoli club della penisola. Di seguito il resoconto della data modenese all’Off di Modena (per il calendario completo delle date clicca qui).

Dobbiamo dire subito che conoscendo i Diaframma ci eravamo fatti un’idea abbastanza precisa di cosa aspettarci dalla serata: un concerto basato su un album storico, riproposto in occasione del suo Trentennale e in particolare l’emozione unica di poterlo ascoltare nella tracklist originale, mai portata sulle scene in sequenza e per intero in un live. Questo sulla carta.

Quello che non ci aspettavamo è il crescendo di energia e adrenalina che Federico Fiumani e la sua band sono riusciti a trasmetterci a trent’anni di distanza: 2 ore ininterrotte di performance in un crescendo continuo di emozioni, che dopo una immersione totale nelle atmosfere dark wave di Siberia, con le sue melodie cupe e struggenti e i suoi indimenticabili testi fatti di ghiaccio, neve, notte e silenzio, si sviluppa progressivamente in chiave punk-rock nella seconda parte della serata fino ad esplodere nel finale con una dirompente e graffiante versione di Libra. Dal dark al punk nello spazio di un batter d’ali insomma, un volo senza rete da Siberia a Libra, che più che la canonica traccia di “3 volte Lacrime” del 1986 ci riporta alla memoria la splendida variante di “Live and Released” (1992, 2007), tributo alla passione mai nascosta per il punk di Federico Fiumani – o almeno a noi piace leggerla così – e non a caso uno dei primi brani che lo hanno visto affermarsi come frontman e leader del gruppo.

Dark e Punk. Una parabola intensissima, per dirla in due parole, quella in cui ci trascinano i Diaframma in un’unica serata. Una parabola che rappresenta ad un tempo le due anime complementari di una stessa epoca, gli anni a cavallo fra fine anni 70 e inizio anni 80 in cui la band si è formata, ma anche la parabola di un gruppo che tra cambi continui di formazione e componenti ha visto attenuarsi nel tempo l’impatto dark in favore di quello più marcatamente punk-rock, riflesso tangibile della progressiva affermazione di Fiumani come vocalist e leader assoluto.

“Un ponte tra passato e futuro” sintetizza lo stesso Federico parlando di Siberia – e del tour – in una bellissima intervista rilasciata a Radio Antenna 1 la settimana prima del live (testo integrale a seguire).

Un tour e una musica, aggiungiamo noi, che al di là di ogni legame con il contesto storico in cui è nata e a prescindere dalle vicissitudini del gruppo che attorno ad essa si è a più riprese trasformato e ricostruito, non ha mai perso la capacità di entrare nell’anima di chi l’ascolta e trasmettere pure e semplici emozioni. Al di la di qualunque teoria di genere – cantautorato italiano, derive punk, post punk, dark o new wave che dir si voglia – e come solo la più bella musica da sempre sa fare.

***

Pubblichiamo a seguire, per gentile concessione di Radio Antenna 1, l’intervista a Federico Fiumani realizzata il 7 marzo 2016 nel corso della trasmissione radiofonica Radio Heart da Vittorio Ferrari.

NDR: Radio Antenna 1 è una storica radio locale del comprensorio modenese attiva fin dai primi anni 80 nella promozione e divulgazione del miglior rock alternativo italiano ed internazionale.
Frequenze: 101,300 FM (solo distretto modenese).
Streaming live: http://www.radioantenna1.com
Facebook: https://www.facebook.com/Radioantenna1-FM-1013-399945455712/

Versione audio dell’intervista disponibile qui

Diaframma Performing Siberia Tour
INTERVISTA A FEDERICO FIUMANI

(Radio Heart – 7 marzo 2016)
 

Ciao Federico, benvenuto, noi siamo già in diretta e abbiamo anche già i Diaframma in sottofondo con un brano estratto proprio dall’album Siberia, Impronte. E non è un caso visto che abbiamo i Diaframma sabato all’Off di Modena che ripercorrono il trentennale di Siberia portandolo dal vivo in tour. Volevo chiederti proprio questo, come è nata l’idea di riproporre dal vivo l’intero album Siberia?

E’ nata l’estate scorsa quando sono andato al teatro romano di Fiesole a vedere i Television, che sono da sempre il mio gruppo preferito, che rifacevano tutto il loro primo album Marquee Moon e mi sono detto: perché non provare a fare la stessa cosa anche noi?Quindi sono sempre sulle orme di Tom Verlaine, il leader dei Television. Lo seguo pedissequamente, tutto quello che fa lui lo faccio io.

Dico la mia opinione: sicuramente è una buona idea. Anche perché alcune cose le proponevate già nei vostri live con gli album nuovi – però questa diciamo che è proprio una riproposizione per intero, di Siberia.

Si, che non è mai successo nemmeno negli anni 80, quando promuovevamo il disco Siberia appena uscito, perché ci sono alcuni pezzi che non avevamo mai fatto dal vivo come Specchi d’Acqua o la stessa Impronte, quasi mai. Desiderio del Nulla non la facevamo praticamente mai, Memoria nemmeno. Invece adesso seguiamo proprio la scaletta del disco, e infatti i primi 35-40 minuti di concerto sono proprio la proposizione integrale di Siberia. Poi dopo andiamo un po’ diciamo per i c***i nostri, facciamo pezzi (che sono venuti, ndr) dopo, successivi e devo dire che lì comincia il divertimento vero e proprio perché Siberia, siccome l’avevo concepito in un periodo in cui suonavo soltanto la chitarra, mi baloccavo a fare delle cose difficili di cui mi rendo conto adesso che è molto difficile cantarle e suonarle assieme.
Quindi i primi 35-40 minuti iniziali diciamo che sono una sorta di apnea, sto molto attento a non sbagliare, dopo mi sfogo e mi diverto molto di più. Però alla gente piace più Siberia… comunque in generale ci divertiamo sempre

E questo non è male, anzi devo dire che è una cosa molto positiva perché guardando anche un po’ le scalette dei vostri ultimi concerti, si tratta praticamente di un concerto doppio, perché dopo Siberia proponete anche un sacco di altre canzoni.

Si si, suoniamo circa un’ora e mezzo e dopo facciamo tutte le hit da Gennaio a Labbra Blu e chi più ne ha più ne metta

Tra l’altro mi scrive un ascoltatore (…) che mi manda la foto del vinile di Amsterdam e chiede visto che parliamo degli anni passati come nasce la vostra collaborazione con i Litfiba… tra l’altro tra te e Pelù c’è proprio una nuova produzione, nello scorso anno avete fatto un singolo, quindi lui ti gira questa domanda: come nasce la collaborazione in quegli anni tra Litfiba e Diaframma?

Era una collaborazione che in realtà paradossalmente esisteva da sempre, nel senso che abbiamo iniziato a suonare assieme – io Piero lo conosco da quando lui aveva sedici anni e io ne avevo diciotto (lui ha due anni meno di me) – insomma ci conoscevamo da sempre, poi abbiamo fatto i primi passi assieme, abbiamo partecipato insieme al primo Festival Rock italiano che poi lui e i Litfiba vinsero, noi invece ci fermammo alle semifinali… poi siamo andati alla stessa casa discografica che era la IRA – Immortal Record Alliance di Alberto Pirelli – quindi abbiamo fatto i primi dischi quasi in contemporanea, noi Siberia loro Desaparecido, dividevamo la sala prove, quindi (abbiamo fatto, ndr) tante di quelle cose assieme che poi fare il pezzo è stata quasi una cosa naturale – senza grossi traumi da parte di nessuno, è stata una cosa naturale e anche molto bella.

Facciamo un passo indietro: Siberia è diventato un po’ un album di culto e nascono leggende anche riguardo ai nomi e a i titoli dei vostri brani, ad esempio Amsterdam era sì legato a un vostro tour europeo in cui voi condividete il palco con band importanti come i Simple Minds, i Cure, gli Echo and the Bunnyman però Amsterdam era anche un locale di Firenze se non ricordo male.

Si hai detto tutto benissimo tranne l’ultima cosa, il locale di Firenze si chiamava Banana Moon che era inizialmente il titolo di Amsterdam, noi però quel pezzo lo escludemmo dalla scaletta, era un Outtake (ndr: un Outtake è una parte di un lavoro che viene rimosso dalla versione definitiva in fase di editing e non incluso nel prodotto finale), non ci piaceva più, non lo facevamo più. Poi la IRA, la casa discografica che ci propose di fare Siberia disse “non è più un mini LP come avevamo pensato originariamente ma un LP, quindi dovete fare altre due canzoni”. Allora siccome eravamo già in studio in quei giorni riprendemmo Banana Moon, che non facevamo più come dicevo prima, e lo intitolammo Amsterdam in omaggio al fatto che eravamo stati da poco in Olanda. E alcune visioni, tipo “il giorno ferito impazzito di luce” mi venne(ro) in mente proprio stando ad Amsterdam – dissi guarda, come una premonizione avevo avuto.

Poi feci una mattina di corsa un altro pezzo, Memoria, (per)chè dovevamo aggiungerlo, per cui lo provammo di notte veloce poi la mattina dopo in studio andammo a farlo e quindi… Amsterdam nasce in questo modo, da un Outtake.

Un Outtake veramente prestigioso alla fine.

Si, di quelli pesanti… legato anche al fatto che i Litfiba lo hanno riarrangiato, poi alla fine è diventato un cavallo di battaglia nei nostri concerti, (un brano, ndr) che poi abbiamo fatto in tutti questi anni, anche a prescindere dal fatto di Siberia, perché lo prendevamo anche come pezzo in se, aveva un valore in se, ecco.

Avevo letto in una tua vecchia intervista che al tempo della ristampa di Siberia tu dicevi che parlando di Siberia si parlava di un Federico Fiumani che non esiste più… ma ormai possiamo dire che la macchina è partita e quindi ci saliamo sopra. E io direi che ci stiamo anche molto bene, tu cosa dici?

Si certo molto bene, i concerti sono anche molto affollati, stanno andando bene e si moltiplicano quasi ogni giorno, ne viene sempre fuori uno (nuovo, ndr), la cosa sta funzionando e noi siamo molto contenti, io sono molto contento. Perché poi un musicista esiste quando suona dal vivo e quindi aver occasione di suonare è sempre motivo di gioia. Poi stiamo molto bene fra di noi, fra compagni del gruppo, c’è una bella atmosfera dentro la band, anche perché come ben sai si vive dell’apporto del pubblico, dell’approvazione del pubblico e siccome in questo periodo (il pubblico, ndr) c’è massicciamente, siamo felici. Insomma le cose vanno molto bene.

A proposito di Siberia tra l’altro (…) Giancarlo Susanna, che era un critico musicale di Radio Rai, diceva (vado a leggere pari pari):

“A riascoltarlo oggi Siberia sorprende per la sua modernità. Non si tratta tanto dei suoni, sintonizzati su quelli del post punk, del dark e della new wave d’oltre manica e perfettamente inseriti nell’epoca in cui sono stati inseriti e creati, quanto della scrittura, della sostanza poetica e melodica di queste canzoni, dimostrazione evidente di come ci si possa esprimere con efficacia nella nostra lingua in un contesto musicale tanto particolare. Si tratta certamente di un’opera cupa, a tratti claustrofobica in cui ricorrono atmosfere e immagini care alla poetica di quel periodo. Il ghiaccio, il silenzio, la neve, la notte, il vento, persino il paesaggio siberiano della copertina corrisponde a quelli nordici e invernali scelti da tante band della new wave britannica, dai Joy Division di Atmosphere, dagli U2 di War fino agli Eco and the Bunnyman di Porcupine per rappresentare anche con la grafica il gelo ideologico e politico di quegli anni” (cit.: Giancarlo Susanna, dal booklet allegato alla ristampa di Siberia in cofanetto CD+DVD, Diaframma Records, 2006)

Secondo me è una descrizione molto molto azzeccata per quello che riguarda Siberia, tra gli infiniti articoli (che sono stati pubblicati ndr). Cosa ne pensi tu Federico?

Si io conosco e stimo Giancarlo Susanna come un amico che mi ha fatto compagnia in tutti gli anni 80, insomma un critico attento da sempre verso altro, verso ciò che si muoveva tra il fondo e la superficie della musica italiana e quindi insomma mi venne naturale chiedere a lui di scrivermi un’introduzione a questo disco. Io in tutte le cose che lui dice mi ci riconosco, però di mio posso aggiungere che queste canzoni nascono da un punto sconosciuto anche a me stesso. Perché comunque l’arte si fa per parlare di cose di cui di solito non si parla nella vita di tutti i giorni. Quindi, ecco se dovessi dire da che cosa sono scaturite queste canzoni direi soltanto dal mio inconscio o almeno da una cosa sconosciuta parzialmente anche a me stesso. Anche perché se sapessi rifarle queste canzoni le rifarei anche volentieri, visto il successo che hanno avuto. Invece appartengono a un io sconosciuto e probabilmente sparito per sempre… insomma, l’unico modo che ho per farlo rivivere è calarmi di nuovo in queste atmosfere e farle rivivere sul palco, in quei momenti irripetibili che è un concerto dal vivo… che risentono di tante cose, dell’umore del momento e di tante altre cose. E’ un ponte sospeso tra passato e futuro per me questo disco. Io devo a questo disco il fatto che faccio il musicista tuttora, ecco, ed è stato oggetto di riscoperta continua questo disco perché comunque è apprezzato non soltanto dai miei coetanei ma anche dai giovanissimi – nel senso che comunque il nostro pubblico si è ringiovanito tantissimo in questi anni e adesso vedo ragazzi di diciassette anni che lo conoscono a memoria (…) e quindi al di là della soddisfazione evidentemente è un disco che parla al cuore anche delle nuove generazioni.

Infatti (…). E riproponendolo dal vivo Siberia negli anni 2000 ha anche una certa vitalità in più perché lo proponete con due chitarre.

Si. La differenza diciamo sostanziale, musicale tra l’altro disco (ndr: l’album del 1984) – al di la del fatto che quel disco lo canta Miro Sassolini mentre adesso dal vivo lo canto io, e questa è una differenza che lascio a chi ci ascolta, di stabilire se sia meglio o peggio – …ma comunque diciamo che (oggi, ndr) musicalmente sicuramente i pezzi acquistano molto vigore, e valore, secondo me col fatto che c’è una seconda chitarra. Abbiamo fatto un lavoro certosino sui brani, discusso tanto gli arrangiamenti, provato, riprovato e riprovato tante volte fino a giungere a una musica che ci soddisfa tutti, ecco, secondo me adesso i pezzi di Siberia fatti dal vivo sono… vale la pena ascoltarli. Perché comunque la seconda chitarra ha aggiunto degli umori, del pathos sicuramente alle canzoni.

E tra l’altro ascoltare un album come Siberia è bello anche perché ci riporta un po’ indietro nel tempo. Io per dire qualche giorno fa (…) ho preso la ristampa di Altrove, (…), dove ci sono i Diaframma pre Siberia con alla voce neanche Sassolini ma Nicola Vannini – che adesso ci spiegava Federico è un produttore discografico

Si è il presidente dell’Audioglobe, un grosso distributore di livello nazionale.

E comunque riascoltando sia Altrove o anche il cofanetto Albori che praticamente contiene le canzoni che sono venute prima di Siberia ci si cala proprio nell’atmosfera di quei tempi, italiana sì però anche di grande respiro europeo secondo me, che ne dici tu?

Sicuramente, anche perché le cose arrivavano in ritardo qui in Italia per cui c’è un certo sfasamento temporale tra ciò che facevamo noi e ciò che era avvenuto in Inghilterra due tre anni prima. D’altra parte non c’era internet per cui le cose andavano più lentamente. Poi noi dovevamo metabolizzare il tutto e quindi ci vuole sempre un po’ di tempo. Diciamo che noi eravamo in ritardo di due tre anni rispetto all’Inghilterra ma poi comunque i risultati sono arrivati anche qua insomma.

Anche notevoli secondo me. A me piace particolarmente anche il video di Siberia che nella sua semplicità, se vogliamo, era molto bello – sia per l’epoca ma anche adesso devo dire.

Si ci portò molta fortuna, Videomusic lo programmava spesso e quindi un po’ di gente non addetta a quelle sonorità si accorse che in Italia si faceva anche un certo tipo di musica. Ci portò molta molta fortuna quel video, si, lo ricordo con grande piacere e affetto.

Penso sia stato realizzato anche tecnicamente molto bene.

(…) Torniamo agli albori dei Diaframma con Xaviera Hollander che se non vado errato Federico ti ricorda qualcosa delle poesie di Verlaine, dico bene?

Xaviera Hollander sì, poesia simbolista, all’epoca. Ma tuttora mi piace, (la poesia simbolista, ndr). In effetti Verlaine, Rimbaud, Mallarmé, Tristan Corbière li rileggo sempre volentieri. Diciamo che all’epoca la poesia e quella simbolista in particolare rispondeva al mio desiderio di assoluto. E’ normale credo a vent’anni cercare risposte che non trovano corrispondenze nella realtà e la poesia suppliva benissimo a questa mancanza – perché comunque da sempre la poesia si propone di esprimere l’inesprimibile, di dare voce all’assoluto… ci credevo molto nella poesia come mezzo di elevazione ecco. Ma tuttora lo cerco nella musica questo. E anche nella poesia quando capita.

E infatti in Siberia ci sono dei passaggi che ti rimandano a dei paesaggi veramente oltre il tempo, oltre certe sensazioni, ci sono certe pulsioni giovanili, certi ricordi, è veramente un album che…

Era un po’ una metafora di una condizione esistenziale la Siberia, era una Siberia interiore.

Secondo me – ma questo è un mio parere – se non ci fossero stati così tanti contenuti in questo disco, (Siberia, ndr) non avrebbe retto il peso del tempo, cosa ne dici tu?

Si, bè, non sta a me valutare le cose però direi che sono contento a posteriori. Anche per il semplice fatto che dopo trent’anni ancora se ne parla, lo recuperiamo dal vivo… e chiaramente io mai mi sarei aspettato all’epoca quando eravamo ragazzi e facevamo questo disco che dopo trent’anni lo avremmo fatto (ancora, ndr).. Io mi immaginavo, a cinquantacinque anni, in una condizione esistenziale completamente diversa ma sicuramente me la immaginavo molto peggiore di quella che è adesso, dove invece ho la fortuna di fare il musicista di mestiere, di divertirmi molto e di essere qui in questo momento a parlare con te. (ride)

(…)
A questo punto, sulle note di Amsterdam, seguono saluti e ringraziamenti a Federico Fiumani con invito a tutti gli ascoltatori a partecipare al concerto.

Invito a cui noi ci associamo rimandando tutti alla consultazione delle prossime date.
E ricordando a fan vecchi e nuovi che in occasione del Tour – e del Trentennale –  è stata rilasciata una nuova bellissima ristampa di Siberia, edizione DeLuxe Vinile+CD, a tiratura limitata e numerata.
Che tra l’altro include un booklet di 16 pagine a colori con collage di recensioni e interviste del tempo e su CD, dopo la versione originale di Siberia rimasterizzata dall’edizione 2006, anche uno splendido live del concerto del 4/1/1985  tenutosi proprio a Modena.

Daniela Cisi

Leave a Reply

Your email address will not be published.