MILANO – La nuova raccolta di poesie di Stefania Rabuffetti è stata presentata a Bookcity Milano. Parole affamate di parole è un’antologia drammaticamente intima che si sviluppa attraverso 10 sezioni tematiche ciascuna delle quali è introdotta da tavole illustrate dell’artista madrileno José Molina.
In occasione di Bookcity Milano, sabato scorso si è tenuto un evento raccontando la poesia di Stefania Rabuffetti che con la presentazione del suo ultimo libro Parole Affamate di Parole, ha tenuto tutti incollati alle proprie sedie nell’ascolto affamato proprio come il titolo del suo ultimo libro.
Non da meno, hanno partecipato l’attrice Barbara de Rossi, che ha letto alcuni versi, allo scrittore poeta Renato Minore, che ha voluto introdurre la poetessa Stefania e Massimo Arcangeli, linguista che ha voluto coordinare il via vai di battute.
E’ stato proprio questo trio così ben amalgamato che ha permesso all’evento tenutosi nel centro storico culturale di una Milano d’altri tempi, quale è il Circolo Filologico Milanese, a far sì che fosse un successo.
Stefania Rabuffetti nasce a Roma e nel 2007 si avvicina alla poesia come ancora di salvezza a depressione, apatia e senso di alienazione. Come celebrano i suoi versi, la poesia ha trovato lei fino a non poterne piu’ farne a meno.
Nell’ultimo suo libro “Parole Affamate di Parole”, è proprio un crescendo bulimico di parole, parole fagocitate che rimandano ad altre parole sputate e da lì altre ancora da metabolizzare.
Si tratta di un antologia biografica che gira intorno a dieci temi principali di opposizioni e contrapposizioni: amore/odio, luce/buio, ragione/follia, verità/bugia, realtà/sogno, voce/silenzi, male/bene, vita/morte.
L’assenza di una reale punteggiatura, rende la lettura fluida e scorrevole e questo libro altresì necessario ad alleggerire il peso del male di vivere.
Non vi è salvezza nella poesia di Stefania, ma un approdo, un porto verso il quale dirigersi, una domanda.
Parole Affamate di Parole è un diario senza date, dove passato presente e futuro si incrociano per poi tornare verso la fine del libro alle prime date dell’inizio. E questa voce di Stefania mai sazia che cerca e produce altre parole in un bulimico processo di scrittura che altro non è che una ricerca continua e costante nell’”equilibrio” delle parole.
Ed in questa donna apparentemente minuta, fragile ed introversa esce una potenza di versi che ci rimandano ad una lotta corpo a corpo fra la propria anima ed il proprio cuore – corpo.
E proprio Stefania ne esce vittoriosa regalandoci questo libro di ben cinquecento pagine tutte da leggere!
Complimenti!
LA POESIA MI E’ VENUTA A CERCARE
Lo stile di Stefania Rabuffetti mi ha colpito davvero. Vi lascio con la poesia che mi è rimasta di più, S’intitola “La poesia mi è venuta a cercare”
La poesia mi è venuta a cercare
ha bussato alla porta del cuore
mi ha soffiato negli occhi parole
mi ha ubriacato di immagini
mi ha accecato di colore
ha svuotato le mie lacrime
e le ha dipinte di sole
la poesia è stato un colpo di fulmine
un amore istantaneo
che ha preso le redini dalla mia mano
riesco ancora a sentirne il respiro
a modellare il suo scheletro
nel mio pensiero
sento la sua vita sbocciare
come un fiore di carta
la sua anima dissetare il mio spirito
un brivido caldo ristorare i miei sensi
e alleggerire il peso del mio male di vivere.
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Cara Carmen, le tue parole riguardo l’opera di Stefania Rabuffetti trasmettono emozioni forti, vive, che lei è riuscita a trasmetterti. Mi hai incuriosita. Credo proprio che leggero le sue poesie.