La magia del marchio LONGO

La magia del marchio LONGO

BOLOGNA – Al museo del patrimonio industriale a Bologna c’è stata una mostra sullo storico marchio LONGO. Da analizzare è il libro riguardo LONGO curato da Ascanio Balbo di Vinadio inserito all’interno del museo come parte della splendida mostra.

Il mondo delle scuole elementari (chiamate dagli studenti dell’epoca “scuole alimentari”) era un mondo molto complesso. Quindi sto parlando di un periodo che parte dalla fine degli anni 50 e prosegue negli anni 60. Uno degli insegnamenti era quello dell’educazione civica dove la maestra ci diceva che i pedoni debbono camminare sotto al portico e le macchine muoversi in mezzo alla strada. Ora se qualche lettore ha l’opportunità di capitare a Bologna, la mia città natale, in questo periodo scoprirà che i pedoni nel fine settimana e anche buona parte della settimana camminano in mezzo alla strada mentre sotto al portico girano in continuazione motorini, biciclette e monopattini. La maggior parte di questi in senso contrario alla marcia del pedone. Esiste un proverbio che testimonia di questo modo di essere della mia città: “l’acqua va all’insu”.

Longo: l’importanza dello storico marchio

Voi direte: ma cosa c’entra tutto questo discorso con il marchio della Longo? Queste erano le regole che ci insegnavano allora e a cui bisognava strettamente attenersi. Non solo per quello che riguarda l’educazione ma tutta una serie di altri comportamenti. Ma il mondo delle scuole elementari non era fatto solo di codici e di regole era fatto per noi bambini di immagini, fantasie, desideri, proiezioni e soprattutto oggetti, oggetti da usare nella vita quotidiana a scuola ma che per noi rappresentavano un aspetto quasi magico e misterioso comunque molto affascinante.
Ascanio Balbo di Vinadio
Ascanio Balbo di Vinadio
Sto parlando delle famosissime gomme per cancellare LONGO per non parlare poi dei colori per la pittura, sempre LONGO e la gamma di inchiostri… e la meravigliosa carta carbone che faceva concorrenza proprio alle gomme, tra gli oggetti più usati e consumati con grande amore. Quando poi nacquero le prime Pilot sempre LONGO e i cuscinetti e inchiostri per timbri si entrava proprio in un mondo di sogno. Tutte queste informazioni per spiegarvi che cos’era nella testa di noi bambini il marchio LONGO: era un modo di essere quasi una condizione di vita, non si poteva pensare a delle azioni da svolgere durante le ore di lezione senza avere vicino un oggetto LONGO, sicuramente rassicurante.

Longo: la mostra dedicata a Bologna 

Ora presso il Museo del patrimonio industriale a Bologna (ex fornace Gallotti) è stata organizzata una mostra dedicata proprio alla ditta LONGO con un’appendice speciale di opere dell’artista Marco Angelini ispirate proprio alla storia dell’azienda LONGO. Voglio segnalarvi soprattutto il volume che è stato pubblicato da De Luca Editori d’Arte in questa occasione, come continuazione della mostra. Il volume è stato curato da Ascanio Balbo di Vinadio. Questo speciale curatore è riuscito a concepire questo volume dando vita a un vero dialogo tra materiali di cancelleria e creazioni artistiche che fanno rivivere una quotidianità di altri tempi nell’era digitale. Oggetti, persone e opere d’arte raccontano un’epoca recente ma che sembra lontanissima nel tempo. Un percorso insolito per riscoprire una delle industrie protagoniste del boom economico italiano.
Longo di Ascanio Balbo di Vinadio
Longo di Ascanio Balbo di Vinadio
Come ha sottolineato Lorenzo Sassoli de Bianchi Giorgio Longo fu tra i più singolari imprenditori italiani del dopoguerra. Operò in un contesto dominato da un razionalismo radicale in cui la ragione, appunto, dichiarava ogni giorno il proprio trionfo, glorificando se stessa, condannando o benedicendo il passato e abbracciando il presente. In quel contesto Giorgio Longo rappresentava un’eccezione. Era attento all’attualità, intravedeva le luci e le ombre che rendevano unici e irripetibili gli anni dedicati alla sua fiorente impresa.” Il volume è stato presentato nei giorni scorsi presso l’Associazione industriali di Bologna da Sandra Samoggia, presidente della fondazione Aldini Valeriani e da Daniele Vacchi, appartenente ad una delle famiglie più note dell’imprenditoria bolognese.
 
Federico Grilli

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