Klimt e l’arte italiana in mostra al Mart di Rovereto

Klimt e l’arte italiana in mostra al Mart di Rovereto

ITALIA – Se non siete mai stati al Museo di arte moderna e contemporanea a Rovereto, segnatelo come luogo dove andare almeno una volta. Ho avuto l’onore di assistere alla mostra di Klimt a Rovereto.

Klimt e l’arte italiana è una mostra imperdibile. L’edificio sede del Mart, è stato progettato nel 2002, dall’architetto ticinese Mario Botta in collaborazione con l’ingegnere roveretano Giulio Andreoli. La struttura s’innalza su quattro piani. La piazza, antistante all’ingresso principale, è coperta da una cupola di vetro e acciaio con un’altezza massima di 25 metri e un diametro di 40 metri, esattamente come il Pantheon a Roma.

Quando si entra nel Museo si respira sempre il profumo dell’arte. Le sale espositive contengono mostre e collezioni permanenti 

Per gli appassionati d’arte, ma anche per coloro che amano semplicemente osservare il “bello”, visitare il Mart è puro piacere visivo ed emotivo. Ogni volta che vado a visitare una mostra, ne esco arricchita, ma soprattutto incuriosita di scoprire molto di più.

In questo articolo vi racconto Klimt e l’arte italiana in mostra dal 16 Marzo al 27 Agosto 2023. Nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi.

La mostra si sviluppa intorno a due opere d’arte dell’artista viennese, Gustave Klimt (1862 – 1918), Le tre età della donna  e  La Giuditta II.

I due capolavori, il primo conservato nella Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, il secondo nella Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia, sono eccezionalmente riuniti ed affiancati ad altri artisti che sono stati influenzati dal periodo aureo di Klimt o, per posizione geografica, dalle Secessioni mitteleuropee.

A proposito di Secessione, intesa come movimento di opposizione ai rigidi canoni accademici e al conservatorismo, Klimt è il padre della Secessione Viennese.

Nel 1897, lui ed altri 19 artisti, fondano il movimento che raccoglie le arti plastiche e l’architettura. Volendo essere innovatori, gli artisti non seguono uno stile specifico, ma sono aperti a varie correnti, dal simbolismo, al naturalismo e modernismo. Scelgono come simbolo la dea greca Atena che rappresenta la saggezza e le buone cause.

Ora seguitemi all’interno della Sala.

Primi passi e su due prospettive diverse ci appaiono le opere klimtiane, rappresentative del periodo aureo.

L’artista ama viaggiare in Italia, le sue città preferite sono Venezia e Ravenna. La prima volta che vede i mosaici bizantini nelle chiese ravennati rimane impressionato tanto da maturare una vena artistica ispirata all’oro e alla brillantezza. Le sue opere diventano espressioni di fasto e opulenza. Usa la foglia d’oro o di platino che esalta la decorazione degli sfondi che risplendono con piccoli motivi ornamentali simili a murrine o pietre preziose.

La prima opera di Klimt che ci accoglie è  Giuditta II (1909 – olio su tela).

                                                                                                          Giuditta II (1909 – olio su tela).

Gli occhi si soffermano sulla estensione verticale della donna, maggiormente definita dalle due bande laterali dorate. Il corpo di Giuditta biblica è ritagliato e incastonato all’interno della superficie decorata, ma conserva il senso del volume nel volto, nel busto nudo e nelle mani. La gonna lunga è un mosaico colorato. È l’incarnazione della bellezza, della seduzione e della morte. Tiene per i capelli la testa decapitata di Oloferne, generale Nabucodonosor.

Altri passi e ammiriamo Le tre età della donna (1903 – olio su tela)

                                                                                                       Le tre età della donna (1903 – olio su tela)

La rappresentazione impietosa e poetica del ciclo della vita.

I corpi umani di Klimt sono sempre filiformi e in una estensione verticale che li rende statuari. In questo capolavoro sono raffigurate tre generazioni: la donna anziana, capelli grigi, testa china, volto nascosto, schiena ricurva, pancia prominente e magrezza. Elementi fisici che rappresentano il trascorrere del tempo, la stanchezza di una vita, una maternità vissuta, una consapevolezza che la vita volge sul finire e lo sfiorire della bellezza e della forza della gioventù. La donna giovane che tiene in braccio una bambina è la giovinezza. Capelli dorati e decorati, guance rosa, volto sereno, pelle liscia e luminosa e una recente maternità. La bambina è l’inizio della vita, la necessità di cure, il bisogno della protezione e dell’amore è la tranquillità dell’infanzia. Nello sfondo ornato da pezzi di murrine, la figura della donna anziana è in una posizione posteriore alla giovane donna e alla bambina, segno che se ne sta andando.

A seguire le sezioni degli artisti italiani che sono stati influenzati dall’artista viennese.

Una panoramica veloce, per evitare di togliervi il piacere di visitare la mostra di persona.

Vittorio Zecchin (1878 -1947) muranese.

L’artista fonde il decorativismo klimtiano con le suggestioni veneziane.  È un artista e un artigiano. Spazia dalla pittura, agli arazzi, mosaici, vetri e creazione di mobili. Lo stile è orientaleggiante, fiabesco e onirico.

La fede (1915 -arazzo in seta ricamata con fili policromi a piccolo e grande punto e “punto Zecchin”)

 

Le principesse e i guerrieri (1914 – olio e oro su  tela)

Galileo Chini (1873 -1956) fiorentino.

Pittore, ceramista e decoratore. Ha lo spirito delle Secessioni.

Dipinge un ciclo formato da 18 grandi tele sul tema della primavera che perennemente si rinnova, un soggetto che nell’arte della Secessione viennese ha un ruolo centrale;  “la primavera sacra” è il simbolo della rinascita delle arti.

La primavera classica (1914 – tempera olio e oro su tela)

 

  

La vita e l’animazione dei prati (1914 – tempera olio e oro su tela)

L’influsso di Klimt è evidente nella profusione di motivi ornamentali che alternano forme circolari e triangolari all’interno di cascate di fiori simili a murrine veneziane, nonché nella composizione verticale delle figure. Il suo soggiorno in Oriente ha influenzato la ricchezza delle decorazioni.

Luigi Bonazza (1877 – 1965) trentino.

Proveniente da  una regione che fino al 1918 ha fatto parte dell’impero Austro Ungarico, risente maggiormente delle Secessioni e assorbe una cultura che oscilla tra germanesimo e latinità. Bonazza preferisce l’Accademia di Vienna a quelle di Milano e Venezia.

La leggenda di Orfeo/rinacita d’Euridice/morte d’Orfeo (1905 – olio su tela) realizzata a Vienna, opera secessionista

Teodoro Wolf Ferrari (1878 -1945) veneto.

Ha frequentato la Secessione di Monaco. Le sue opere risentono dell’influenza klimtiana nel rinnovamento della pittura di paesaggio con salici, betulle e specchi d’acqua,  soggetti molto  cari al maestro viennese. La lezione secessionista si fonde  con influssi francesi e un gusto giapponese ampiamente diffuso nell’arte tra l’Ottocento e il Novecento.

Paesaggio con betulle e glicini (1917 – olio su tela)

Felice Casorati (1883 -1963) piemontese.

Interpreta in maniera originale lo stile secessionista. Giunge a un linguaggio rarefatto di intensa spiritualità di cui La preghiera è un perfetto esempio.  “Sono diventato un visionario, un sognatore non dipingo più che le immagini che vedo nei sogni, le notti stellate, gli essere invisibili, gli spiriti puri e le allucinazioni” scrive l’artista in una lettera a un’amica.

La preghiera (1914 – tempera su fustagno)

 

Notturno a San Floriano (1912 – tempera su cartoncino)

Adolfo Wildt (1868 -1931) milanese. E’ il Klimt della scultura. Nelle sue opere scultoree si ritrovano l’esilità, l’astrazione lineare, la tendenza espressionista e quella decorativa di ispirazione secessionista. L’influsso di Klimt è evidente nelle figure di eterea bellezza ambientate in spazi rarefatti. L’oro per Wildt è simbolo di santità, ovvero come da tradizione dell’arte cristiana, mentre per Klimt, l’oro rappresenta la felicità dell’arte e il trionfo della sensualità.

L’anima e la sua veste (1916 – gesso parzialmente dorato)

 

Maria dà luce ai pargoli cristiani (1918 – gesso )

Vi ho presentato alcune opere, ma la mostra raccoglie altri artisti, impossibile descriverle tutte, e poi se lo facessi vi toglierei la curiosità di andarla a visitare di persona.

Avete tempo fino al 27/08/2023, sono certa che uscirete dal Mart entusiasti, come è successo a me!

Foto Anita Orso per MyWhere

Anita Orso

Leave a Reply

Your email address will not be published.