André Jacquart, una storia lunga un secolo

André Jacquart, una storia lunga un secolo

André Jacquart, una storia lunga un secolo. Intervista a Marie Doyard e all’Azienda Masciarelli.

André  Jacquart è un marchio di champagne balzato alla ribalta solo di recente, anche se  la sua storia affonda le radici già dagli albori del secolo scorso. Il marchio ha saputo mettersi in  luce solo negli ultimi decenni però, giungendo a  regalare un prodotto di alta qualità e dal fascino esponenziale.
La storia della Maison nasce nel 1908 allorché Michel Jacquart, il fondatore dell’azienda agricola, aveva acquistato  due soli ettari di vigne a Mesnil sur Oger.
Nel 1958 dopo che per mezzo secolo le uve coltivate venivano esclusivamente cedute,  André Jacquart  il nipote  di Michel, decise invece di tenersele tutte per sé,  avendo, stabilito di incominciare a produrre il “suo” Champagne e poiché due ettari erano pochi, espanse la propria vigna fino ad aggiungerne ancora arrivando così fino a otto, attualmente l’azienda dispone di ventiquattro ettari di cui almeno sedici sono distribuiti nella zona di Le-Mesnil, mentre l’azienda ha sede a Vertus. Partendo dal  fatidico 1958 fin al 2000,  la Maison, diciamolo, aveva prodotto sì degli Champagne ma non particolarmente eclatanti se confrontati ad altri, insomma Champagne sostanzialmente senza infamia ma anche senza lode e in quanto tale non abbastanza meritevoli dell’interesse degli intenditori o perlomeno  di quelli più esigenti. Un lungo tempo dedicato quindi a degli Exercices de style, avrebbe potuto commentare Quenot, quello speso per la produzione del vino più complesso per antonomasia quale lo Champagne è.
Nonostante la presenza in famiglia di un esperto dello Chardonnay e della produzione vinicola come Pascal Doyard, entrato in azienda a seguito del matrimonio con Chantal Jacquart,  il marchio non accennava lo stesso a spiccare il volo, fintanto che la conoscenza  unita alla intemperanza coraggiosa dei giovani, spinse Marie Doyard e il fratello Benoit nel 2004 a osare di più e a ottenere quindi di meglio. Come? Partiamo dal legno che sarà usato durante la vinificazione, scansando la fermentazione malolattica, allungando i tempi di autolisi ovvero le lunghe maturazioni sui lieviti intendendo 5 anni per i sans année e 7 per i millesimati e portando poi  il dosaggio finale all’uso dello zucchero ridotto al minimo. Geniale! Da quel momento in poi il destino della Maison venne positivamente ribaltato e il nome dello Champagne André Jacquart divenne degno di stare sugli scaffali delle migliori enoteche. La collezione comprende cinque gioielli, ovvero: Brut Expérience, Mesnil Expérience, Millésimé Expérience, Brut Nature e Rosé Expérience . 
Restando su di un numero di 100.000 bottiglie annue, la produzione può così definirsi davvero artigianale e come tale venir seguita con particolare attenzione durante tutte le fasi della lavorazione. Se “Monsieur Le Nôtre fait le miracle” creando i giardini di Versailles, Marie Doyard molto probabilmente ha fatto qualcosa di simile con l’etichetta di famiglia. Ma per capire meglio la morale di questa bella favola decido di domandarlo niente di meno che alla protagonista. Marie Doyard accoglie l’invito con spontanea cordialità e mi concede una breve intervista. Di seguito quanto trascritto, ho lasciato la versione originale con traduzione dal francese riportata in corsivo sotto ogni risposta.

Senta, mi può raccontare com’è iniziata questa Sua grande avventura con lo Champagne. Lei viene da una famiglia dalla solida reputazione nel campo però stiamo anche parlando del vino più complesso che ci sia, com’è riuscita una donna sicuramente intelligente come Lei è ma anche molto giovane nel contempo, a fare tutto questo?

M.D.: Io rappresento la quinta generazione che porta avanti l’azienda di   famiglia,  sono la nipote di André JACQUART che era mio nonno materno  e la pronipote di Maurice DOYARD, il  fondatore di CIVC.
Ho iniziato ad occuparmi  dell’azienda dal 2001 -quindi sono ormai passati quindici anni – avendo comunque l’intenzione di «rivoluzionare» la marca André JACQUART e di farla rinascere finalmente. In famiglia non ci sono state pressioni né da parte dei miei genitori né tantomeno dei miei nonni,  è stata una mia decisione anche piuttosto ponderata. Noi siamo proprietari di 24 ettari, estesi principalmente sulla Côte des Blancs, essenzialmente nel paese di Mesnil-Sur-Oger (classificata Grand Cru) e inoltre Vertus (classificata Premier Cru). Desideravo mettere in campo una nuova filosofia, un nuovo approccio di vinificazione dei nostri vini e ricreare completamente una nuova gamma di  André JACQUART.

Je suis la 5eme génération à m’occuper de l’exploitation familiale, je suis la petite fille d’André JACQUART (mon grand-père maternel) et l’arrière-petite-fille de Maurice DOYARD (fondateur du CIVC).

Je suis revenue sur l’exploitation en 2004, il y a maintenant 12 ans, avec  l’intention de « révolutionner » la marque André JACQUART, de la faire renaître J

Je n’ai reçue aucune pression de la part de mes parents et grands-parents, décision très réfléchie.

Nous sommes propriétaires récoltants sur 24 hectares, principalement dans la Côte des Blancs, essentiellement sur le village du Mesnil-Sur-Oger (classé Grand Cru) puis Vertus (classé Premier Cru).

J’ai souhaité mettre en place une nouvelle philosophie, une nouvelle approche de vinification de nos vins et de complétement recréer une nouvelle gamme André JACQUART.

Complimenti, aveva già  le idee  chiare! Ma, allora quali  decisioni o anche cambiamenti ha dunque intrapreso?

M.D.: Principalmente  tre:
– l’invecchiamento  minimo di 5 anni per i nostri non millesimati  e invece di 7 fino a 8 anni   per i millesimati.
– la vinificazione in botti di rovere (o barrique borgognoni già utilizzati precedentemente da 2 fino a 4 vini) e l’esclusione della fermentazione malolattica, la gamma extra brut che contiene solo 4g  di zucchero per litro, esclusivamente Blanc des Blancs – cioè 100% Chardonnay.

Trois importantes décisions/changements :

– vieillissement de 5 ans minimum pour nos non millésimé et 7 à 8 ans pour nos millésimés

– vinification en fûts de chêne (barriques bourguignonnes déjà utilisées de 2 à 4 vins avant nous) et pas de fermentation Malo lactique

– gamme extra-brut 4 g/l  – exclusivement Blanc de Blancs – 100% Chardonnay

Raccontato in questo modo sembrerebbe semplice! 

M.D.: Io non avrei certo potuto fare tutti questi cambiamenti senza la qualità dei nostri terroir e tutto il lavoro delle generazioni precedenti. La sfida adesso consiste nel lavorare su di una intera gamma di champagne, molto alta e di nicchia.

Je n’aurais pas pu effectuer tous ces changements sans la qualité de nos terroirs et le travail des générations passées. Mon challenge est de travailler une gamme de champagne, très haut de gamme et de « niche »

Allora  Le chiederei qual è il Suo prossimo obiettivo e quali altre sorprese  ci riserverà per il futuro?

M.D.:Vorrei poter  riuscire a creare una solida reputazione del marchio André JACQUART anche  all’estero e condividere il nostro savoir-faire e la nostra passione con tutti gli amanti dello Champagne.

J’aimerai pouvoir construire une solide réputation à l’étranger de la marque André JACQUART, faire partager notre savoir-faire et notre passion à tous les « Champagne lover »

E noi non possiamo far altro che  augurare a Marie Doyard di riuscirci perché in questo modo ne saremo tutti piacevolmente coinvolti.  À la santé!


A questo punto però benché più che soddisfatta delle risposte di  Marie Doyard, decido di andare oltre e prendo contatti con  l’Azienda Masciarelli, distributrice in Italia dei suoi vini, per sapere ancora qualcosa di più riguardo lo champagne André Jacquard. Quanto segue è la trascrizione dell’intervista.

André JacquartCome mai fra tutte le etichette di champagne disponibili sul mercato, la Vostra scelta – che per altro condivido – è caduta proprio sullo champagne Andrè Jacquart?
Volevamo inserire nella Gianni’s Selection – (n.d.r. Distribuzione nata nel 2005 da un’idea straordinaria di Gianni Masciarelli, specializzata nella selezione, importazione e distribuzione in Italia di vini di alta gamma provenienti dalle aree enologiche più interessanti d’Europa) – una piccola azienda partner dal taglio artigianale, che offrisse un prodotto di altissima qualità e che al tempo stesso sposasse a pieno la nostra filosofia. Siamo rimasti subito colpiti da tutta la gamma di prodotti e dal lavoro svolto in cantina: vini provenienti da lunghe maturazioni sui lieviti (dai 5 ai 7 anni), bassi dosaggi, barrique per le fermentazioni. Poi abbiamo conosciuto Marie Doyard, vera “dame” dello champagne, e abbiamo confermato la nostra prima impressione. E’ una giovane donna ma di grande esperienza, visto che nel mondo di questo grande vino c’è nata tanto da parte di padre, quanto di madre. Il cognome che porta è quello di una delle più importanti famiglie della Champagne (Maurice Doyard fu il co-fondatore del CIVC), mentre da parte di madre (Jacquart) siamo di fronte a importantissimi vigneron di Le-Mesnil.

Se si dovesse descrivere uno di questi champagne – nell’ambito André Jacquart, ovviamente – come lo si dovrebbe raccontare?
Il Brut Expérience, il suo biglietto da visita. Parliamo del suo “prodotto d’ entrata”, uno Chardonnay proveniente da due zone nobili – Vertus e Mesnil sur Oger – zone d’eccellenza per lo Champagne, che prevede un investimento di 60 mesi sui lieviti. L’attuale Brut in commercio viene da una base di vendemmia 2010, un 60% del vin de reserve da 4 annate, fino alla 2006. Uno champagne dritto, pulito, che mette d’accordo tutti, piacevole, preciso, ma non banale, che colpisce e  sorprende.

Qual è invece quello, secondo Voi, più adatto ad essere consumato in questo periodo e con quali piatti  abbinarlo per esaltarlo  meglio?
Sono tutti eccellenti, il consumo dello champagne non è più legato alla stagionalità o alle ricorrenze. A nostro parere, il Mesnil Experience è un fantastico Blanc de Blancs frutto di un’accurata scelta delle vecchie vigne selezionando le uve a monte, prima della pressatura, fermentate per l’8o%  in barrique usate, senza svolgere la malolattica. Basato sull’annata 2008, questo champagne vede solo il 20% di vins de réserve dell’annata precedente; poi, dopo quasi 5 anni sui lieviti è stato dosato a soli 4 g/l. È uno champagne che ti cattura immediatamente per le grandi freschezza e pulizia, con sentori di agrumi, fiori bianchi e mineralità. Il legno si avverte, ma in maniera piacevole. Poi il dosaggio dona quella giusta rotondità che ne fa uno champagne eccellente, ma non meno versatile: dall’aperitivo alla tavola, fino al semplice piacere di berlo.

Questa domanda invece mi riguarda da vicino,  ossia la temperatura: come dev’essere servito lo champagne, a che temperatura e quali errori, specialmente, andrebbero evitati?
8-10 gradi. Temperature più basse andrebbero a “compromettere” tutto lo spettro olfattivo di cui è dotato il prodotto.

André Jacquart

INFO
Masciarelli Tenute agricole (clicca qui)

ANDRÉ JACQUART (clicca qui)

Daniela Ferro

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