Intervista al maestro di chitarra Stefano Rossi

Intervista al maestro di chitarra Stefano Rossi

ROMA – Il nostro viaggio nel fantasmagorico mondo di YouTube continua e stavolta, torna a parlare di musica, rock e chitarra soprattutto. Ecco a voi la mia intervista con Stefano Rossi, youtuber di successo e insegnante di chitarra, che ogni giorno avvicina migliaia di principianti e amanti dello strumento sul Tubo. Con lui non ho parlato solo di didattica, ma anche della situazione del pop attuale, della possibile estinzione del rock e delle tappe fondamentali del suo percorso.

Se siete tra quelli che dopo aver ammirato un concerto emozionante, o dopo aver assistito in televisione o su YouTube ad una performance rock memorabile, avete esclamato a squarcia gola, “Mamma mia, quanto sarebbe bello imparare a suonare la chitarra!”, beh, forse abbiamo trovato quello che fa per voi. Su YouTube da qualche tempo, sta riscontrando molto successo Stefano Rossi, canale che offre lezioni di chitarra per principianti e canzoni facili per imparare a suonare la chitarra, oltre a numerose opinioni sulla scena musicale attuale e storica.

Stefano Rossi, direttore della scuola di musica Doopy, è un ragazzo appassionato. Oltre a offrire lezioni online a distanza, trucchetti, dritte e consigli pratici per imparare a suonare lo strumento più amato del mondo propone anche molti video dedicati al mondo della musica e dei grandi chitarristi mondiali, rilasciando opinioni anche spesso controcorrente riguardo il rock, il pop, il blues e molto altro.

INTERVISTA A STEFANO ROSSI: “AI NEO-CHITARRISTI POSSO DARE SOLO UN CONSIGLIO”.

Qualche giorno fa, sono riuscito ad intervistarlo, riuscendo ad affrontare con lui molte tematiche, didattiche e non, e sono rimasto contagiato dalla sua passione.

Come ti è venuta l’idea di creare un canale YouTube? Quali sono i tuoi obiettivi?

Io realizzo video da quando avevo 15 anni! Uno dei miei maggiori passatempi con gli amici era inventare e girare dei video stupidi (che ancora oggi conservo gelosamente in un archivio privato sigillato da ceralacca). Già diversi anni fa iniziai a caricare qualcosina su un canale “non ufficiale”, con zero pretese. A un certo punto ho pensato di mettermici seriamente e complice l’aiuto di mio papà fotografo, con conseguente risparmio sull’attrezzatura, ho provato a mettermi in gioco entrando in questo mondo tuffandomici di testa.

La risposta è stata pazzesca da subito: a dispetto di un numero di follower che non ne voleva sapere di salire (YouTube mi considerava “contenuto controverso” per via di come si chiamava il canale all’inizio, pensava parlassi di sostanze stupefacenti probabilmente) sono stato contattato per delle collaborazioni dopo appena due settimane di pubblicazioni da Claudio Cicolin e da  David Carelse di Chitarra Facile, praticamente i due giganti di YouTube in Italia per quanto riguarda la chitarra. È stato davvero incoraggiante vedere che il contenuto che proponevo da diversi anni nelle mie scuole di musica piacesse a chi era già nell’ambiente da così tanto tempo.

L’obiettivo principale del mio “approdo” su YouTube è di far conoscere la mia realtà didattica anche al di fuori della mia zona, permettendo a chi mi segue di effettuare delle lezioni online con me a distanza, cercando di ampliare ulteriormente la conoscenza del mio marchio e diventare un punto di riferimento sia per chi vuole imparare, sia per chi vuole insegnare a suonare fornendo quindi una proposta strutturata e valida per qualunque esigenza.

Chitarrista, arrangiatore, insegnante. Come ti piace definirti?

Assolutamente insegnante! Parafrasando un celebre detto, “chi non sa suonare insegna”!

Scherzi a parte, ho dedicato la maggior parte della mia vita musicale al trovare dei modi per cui più persone possibili raggiungano in breve tempo e con poca fatica la capacità di divertirsi suonando. Anni fa ho rifiutato un tour in Europa con una band che mi aveva notato durante un concerto perché sarei stato costretto ad allontanarmi per troppo tempo dall’insegnamento. Quello mi ha fatto capire quanto importante per me sia la didattica e a quanto sono disposto a rinunciare per continuare a esercitarla!

Qual è il consiglio principale che ti senti di dare a chi vuole imparare a suonare la chitarra?

Suonate tutti i giorni! Ritagliatevi un momento della giornata in cui vi esercitate e non saltatelo mai, quello fa veramente la differenza tra chi impara davvero a suonare e chi invece si blocca. Chiaramente a un certo punto subentrano alcuni aspetti che richiedono molto tempo e lì sta alla singola persona decidere se ritagliarsi più tempo o accontentarsi. Io l’ho reso il mio lavoro perché sapevo che qualunque altro mestiere avessi scelto, lo avrei fatto male perché sarei stato tutto il tempo a pensare alla chitarra!

“POCHI CAPISCONO LA VERA REALTA’ DEI TALENT E IL ROCK NON SI E’ ESTINTO PER COLPA DI QUESTA GENERAZIONE”

stefano rossi
I Maneskin, uno dei più recenti prodotti di X Factor

Cosa ne pensi dei talent show?

Secondo me vanno presi per ciò che sono: showbusiness. Al suo interno ci può essere della buona musica oppure no, ma non è la qualità artistica l’interesse principale di chi si occupa di quell’industria. Quindi a mio parere criticare i talent per l’assenza di qualità della musica proposta è andare fuori contesto. E’ la stessa differenza tra fotografare una pizza e mangiarla: se ci interessa la foto, non occorre necessariamente che la pizza sia buona. Se ci interessa la pizza, la dobbiamo assaggiare. Ma criticare il fotografo perché la foto è bella ma la pizza fa schifo non ha senso. Lo showbusiness ha delle sue meccaniche per funzionare e i talent da questo punto di vista funzionano alla grande. Chi è interessato però solamente alla musica dovrebbe ascoltare ciò che viene proposto “coprendosi gli occhi” per evitare di esserne influenzato. In ogni caso, si tratta di un modo come un altro per sentire come la musica si evolve nel panorama popolare e questo aspetto può essere molto utile a qualunque compositore.

Abbiamo chiaramente tutto il diritto di non sopportare i talent e lo showbusiness in generale. Quindi se proprio non ci piacciono, smettiamo di seguirli. Meno seguito avranno, meno dureranno (ve lo ricordate il Festivalbar? Chissà come mai è sparito!

Qual è il tuo genere musicale preferito? 

E’ molto difficile per me rispondere perché mi ritengo un “anti-genere”: secondo me i gruppi e gli artisti vanno ascoltati a prescindere da questo.
Se però devo scegliere un macro-genere allora sicuramente il Rock, inteso partendo dall’evoluzione dal Blues, passando per la Fusion e sfociando nella musica elettronica. Diciamo che se dobbiamo dividere la musica in quattro macro-generi (classica, blues, jazz e rock) allora scelgo quest’ultimo che è anche il più ampio.

Spesso nei tuoi video, hai preso le difese del genere pop. Non pensi però che il pop di 10, 20, 30 fa fosse superiore a quello a cui assistiamo oggi, o siamo semplicemente fuorviati dall’effetto nostalgia?

Partiamo dal presupposto che il pop è un modo come un altro di vedere il rock, ossia un genere di “rottura” rispetto al passato. Il grande pregio del pop è che non si lascia facilmente incapsulare in un genere passato, anzi. Ogni decade ha il “suo pop” e questo lo rende a tutti gli effetti un genere mutevole e d’avanguardia rispetto agli altri. Il pop del passato non è meglio di quello odierno: semplicemente non ci rendiamo conto nel momento presente di cosa lascerà il segno. La parte nostalgica dentro di noi è fortissima e non ce ne rendiamo conto: uno studio dice che tra i 13 e i 14 anni delineiamo i nostri gusti musicali e questi rimarranno per tutto il resto della nostra vita. Per cui qualunque cosa ascoltiamo dopo i 20-22 anni ci sembra meno bella di ciò che abbiamo ascoltato nel periodo in cui abbiamo usato la musica per delinearci come persone. 

Abbiamo tutto il diritto di preferire la musica che ci fa riaffiorare i ricordi dei momenti più belli della nostra vita, ma un conto è la preferenza personale, un altro è invece la critica musicale, che deve invece tener presente tantissimi altri fattori.

Quindi, di buona musica se ne fa anche oggi, basta saperla ascoltare.

stefano rossi

Secondo te perché le grandi rock band si stanno estinguendo? Il ricambio generazionale non sembra esserci stato…

Perché le formazioni bossa nova si sono estinte?

Perché non ci sono più nella musica popolare delle figure blues di riferimento?

Perché non c’è più uno come Miles Davis che attira all’ascolto del jazz anche le persone che non lo conoscono?

Semplicemente perché ogni cosa ha il suo tempo. Se pensiamo alla “rock band” nel senso stretto del termine (chitarra-basso-batteria) allora hanno iniziato a estinguersi già a metà anni 80! 🙂

Il punto è capire che la musica del passato non tornerà, ma ce ne sarà sempre diversa. E sta a noi decidere se continuare ad ascoltare sempre le stesse canzoni, convincendoci che non c’è nulla di meglio, oppure provare a superare la barriera dell’ascolto nostalgico e cercare di cogliere quel qualcosa nella musica di oggi che finora ci è sfuggito.

INFO UTILI SU STEFANO ROSSI

Se la nostra intervista allo YouTuber Stefano Rossi vi ha colpito, vi suggerisco di dare un’occhiata al suo canale YouTube che ad oggi, conta più di 13 mila iscritti.

Ecco alcune informazioni utili su di lui.

 Stefano Rossi Canale YouTube

 Stefano Rossi Pagina Facebook

Stefano Rossi, Corsi e Didattica

 Scuola Doopy

 Pagina Facebook Scuola Doopy

Paolo Riggio

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