Artemis Fowl su Disney Plus è una noia mortale e un’occasione sprecata. Ecco perché

Artemis Fowl su Disney Plus è una noia mortale e un’occasione sprecata. Ecco perché

MONDO – Le attese di una generazione sono state disattese. Il film di Kenneth Branagh è un’opera passiva e priva di personalità nonostante la presenza nel cast di uno spento Colin Farrel. Ecco la nostra recensione di Artemis Fowl. 

Chiunque nei primi anni del Duemila fosse sufficientemente giovane da fruire romanzi fantasy per ragazzi (che con il boom della saga di Harry Potter ha invaso le librerie, innescando un fenomeno letterario che ancora oggi fatica a crollare), si sarà di sicuro imbattuto nella saga di Artemis Fowl creata dallo scrittore Eoin Colfer. La particolarità della serie si trova non tanto nell’esuberante mistura di folklore irlandese e fantascienza cyberpunk, ma nel protagonista Artemis stesso, un adolescente genio del crimine.

Poteva una casa di produzione lasciarsi sfuggire una potenziale gallina dalle uova d’oro? Ovviamente no, e dopo circa vent’anni di contese la Walt Disney è riuscita a mettere le mani sull’opera di Colfer e ad affidare la regia del progetto a Kenneth Branagh, non nuovo a collaborazioni con la Casa del Topo avendo diretto il primo capitolo di Thor e il remake live-action di Cenerentola.

A causa della pandemia di Coronavirus, il film di Artemis Fowl ha bypassato l’uscita in sala per venir rilasciato invece sulla piattaforma di Disney Plus. La scelta si è rivelata vincente poiché ci troviamo davanti a un lavoro degno di una fruizione casalinga che, almeno per ora, segna il punto più basso nella carriera registica di Kenneth Branagh.

La trama è molto semplice. Il dodicenne Artemis Fowl (Ferdia Shaw) è un precoce genio criminale alla ricerca del padre scomparso, il trafficante d’arte Fowl Senior (Colin Farrell). Il suo viaggio lo condurrà alla scoperta dell’esistenza di un regno fatato.

Ancorato a una sciatteria visiva e narrativa che sviluppa con estrema superficialità sia il potenziale interesse delle sottotrame che la lore del romanzo di Colfer, Artemis Fowl è uno young-adult che pare venire fuori dai tardi anni Novanta, con personaggi piatti e un tripudio di noiose scene d’azione per giustificare l’accumulo di effetti speciali fintissimi.

Se la macchina da presa di Branagh è passiva e priva di personalità, gli attori non fanno di meglio oscillando tra lo sprecato (inutile la presenza di Colin Farrell) e l’antipatico (il protagonista). Eliminata la sottile ambiguità morale dei personaggi del romanzo, resta un film disneyano nell’accezione più criticabile del termine di cui non resterà alcuna memoria.

Riccardo Antoniazzi

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