MONDO – Gli oggetti di scena… molto più che comparse. In questo articolo vi parliamo dei gadget della Settima Arte, pezzi talmente cult da essere riconosciuti come vere e proprie icone della Pop Cult.
Quali sono i migliori oggetti di scena della storia del cinema? A volte un semplice oggetto di scena può cambiare radicalmente la visione che abbiamo di un film, fissandone la memorabilità a prescindere dalle effettive qualità artistiche, e acquistando addirittura vita propria. Vediamo i dieci più significativi.
Spada laser da Star Wars (Vari, 1977-in corso)
Un oggetto di scena che non ha bisogno di presentazioni. Ogni bambino dal 5 ai 90 anni ne vuole una, e i forum su internet trasudano discussioni in merito ai diversi tipi, colori, e dettagli. Raramente un oggetto di finzione ha avuto un tale impatto nell’immaginario collettivo, rafforzato per altro da un suono riconoscibile all’orecchio di plurime generazioni.
Il Necronomicon da La casa (Sam Raimi, 1981)
Inventato da H. P. Lovecraft ma usato in questo celebre horror per risvegliare degli spaventosi demoni non-morti, il Necronomicon ha creato quasi per caso le carriere del regista Sam Raimi e dell’attore Bruce Campbell. Un libro maledetto, insomma, talmente riconoscibile da aver fatto un’apparizione nelle saghe più improbabili, Venerdì 13 compresa.
Maschera di Jason da Venerdì 13 (Vari, 1981-in corso)
Assieme al guantone artigliato di Freddie Kruger, la maschera da hockey di Jason è l’altra immagine subito riconducibile alla mitologia horror americana, prima strumento chiave di uno sport popolare, poi sinonimo di morte violenta. Checché ne dicano molti, il colossale psycho-killer armato di machete ha indossato la sua celebre maschera solo a partire dal secondo film della saga a lui dedicata.
La frusta di Indiana Jones (Steven Spielberg & James Mangold, 1981-in corso)
Se nel corso del Novecento la produzione di fruste è progressivamente calata, Indiana Jones ne ha rilanciato l’iconicità, arrivando a rappresentare l’anima del suo personaggio. Simbolo per eccellenza della grande avventura in luoghi esotici pregni di pericoli, la frusta è sempre stata un versatile strumento che ha aiutato il famoso archeologo a sbrogliarsi da situazioni potenzialmente mortali.
La Delorean da Ritorno al futuro (Robert Zemeckis, 1985-1989)
Ancora più della spada laser, un oggetto che nessuno ormai non conosce. Grazie alla fervida mente di Robert Zemeckis, l’automobile Delorean è ormai associata all’idea di “macchina del tempo”, che associata alla splendida formula di fantascienza e umorismo, ha consegnato alla storia del cinema forse la più riuscita estetizzazione del viaggio spazio-temporale e delle sue leggi fisiche.
Il poster di Rachel Welch da Le ali della libertà (Frank Darabont, 1994)
Il film d’ambientazione preistorica Un milione di anni fa non spicca per grande valore artistico, se non per la presenza (assai sessualizzata) dell’attrice Rachel Welch in bikini di pelliccia. Tuttavia l’apparizione del relativo poster nel dramma carcerario Le ali della libertà non ha fatto che consolidarne il valore affettivo presso una nutrita cerchia di cinefili. La principale ragione della popolarità di questo oggetto di scena è facilmente riconducibile al fine decorativo, ma ciò rischia di sminuirne il ruolo di tassello cardine nello sviluppo della vicenda.
L’orologio d’oro da Pulp Fiction (Quentin Tarantino, 1994)
Quando Christopher Walken ha raccontato al personaggio di Bruce Willis di aver conservato un prezioso orologio d’oro all’interno del suo sedere, ha creato un’immagine mentale a dir poco indelebile. Manco a dirlo, l’inestimabile valore affettivo che Willis nutre per questo oggetto mette in moto il frammento più divertente dello splendido cult targato Tarantino.
La VHS di Sadako da The Ring (Hideo Nakata, 1998)
La stretta correlazione tra oggetti della quotidianità e mondo soprannaturale è uno dei punti fermi della cinematografia horror asiatica. La VHS maledetta di The Ring, che decreta la morte del suo spettatore nel giro di sette giorni, è emblematica in tal senso. Già iconico all’uscita in sala, questo oggetto di scena al giorno d’oggi può essere visto come il canto del cigno dell’epoca dei videonoleggi, con tutto il perverso (e fascinoso, diciamoci la verità) retroterra underground e sottobanco a esso legato.
Wilson da Cast Away (Robert Zemeckis, 2000)
Fondamentale per riempire i lunghi silenzi del naufragio di Tom Hanks, Wilson è tra i più memorabili punti di riferimento popolari dell’ultimo ventennio, un semplice pallone che diventa personaggio a tutto tondo e, sorprendentemente, chiave di volta di numerosi studi psicologici. Giusto per comprendere la sua portata iconica, la società Wilson ha realizzato una serie di palloni da pallavolo con la caratteristica faccia insanguinata stampata su un lato.
L’Anello del Potere da Il Signore degli Anelli (Peter Jackson, 2001-2003)
È più di un mcguffin, è il vero protagonista della famosissima saga fantasy concepita da J.R.R. Tolkien e splendidamente adattata per il grande schermo da Peter Jackson. Forgiato tra le fiamme di Mordor dal Signore Oscuro Sauron, l’Anello del Potere è forse il manufatto magico definitivo, erede di una tradizione di anelli incantati che risale addirittura all’epopea dei Nibelunghi. Esso infatti, accorpando in sé una parte dello spirito maligno di Sauron, corrompe ogni essere vivente che se ne impadronisce, innescando le emozionanti vicende della trilogia, dalla smisurata battaglia iniziale al malinconico finale.
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