La Rosa di Bagdad alla Biennale Disegno Rimini, il primo film animato italiano

La Rosa di Bagdad alla Biennale Disegno Rimini, il primo film animato italiano

RIMINI – In mostra a Palazzo Fulgor dal 4 maggio al 28 luglio, una trentina di opere originali (tutte di prestatori privati), di straordinaria qualità. Tutte esposte al pubblico per la prima volta.  Nella Giornata Mondiale del Disegno ecco l’occasione di entrare nel mondo della Biennale del Disegno di Rimini a Palazzo Fulgor: La mostra “La Rosa di Bagdad. Alla riscoperta del primo film animato italiano” è a cura di Andrea Losavio. Un episodio importantissimo della Storia del Cinema italiano, viene finalmente riportato alla luce e documentato e valorizzato.

Ve ne abbiamo parlato il 26 aprile in occasione della Giornata Mondiale del Disegno, un’ode alla creatività e all’espressione artistica. Una ricorrenza che trova le sue radici nel desiderio di celebrare e promuovere l’importanza del disegno nel tessuto sociale e culturale del mondo. Il concetto di una giornata dedicata al disegno è nato per iniziativa di alcuni artisti e organizzazioni culturali che hanno voluto sottolineare l’importanza del disegno come forma d’arte e strumento di comunicazione.

Le celebrazioni della Giornata Mondiale del Disegno sono spesso caratterizzate da eventi e attività che promuovono la pratica del disegno in varie forme. Si va dalle mostre d’arte alle sessioni di disegno dal vivo, dai workshop educativi alle dimostrazioni pubbliche di talento artistico. Oggi, nella giornata mondiale del disegno ci sembra doveroso segnalare un’ interessantissima mostra alla Biennale del Disegno di Rimini a Palazzo Fulgor dal titolo “La Rosa di Bagdad. Alla riscoperta del primo film animato italiano”.

La Rosa di Bagdad costituisce il primo leggendario lungometraggio a disegni animati italiano (primato condiviso con la pellicola I Fratelli Dinamite di NinoPagot). Venne realizzato fra gli anni 1940 e 1949, a colori. Altro primato assoluto, si tratta del primo film italiano girato interamente a colori con la tecnica del technicolor. Un procedimento realizzato presso studi cinematografici londinesi, gli unici a disporre di tale processo pionieristico.

Venne prodotto e diretto da Anton Gino Domeneghini, creativo pubblicitario milanese, folgorato dai films animati Disney, soprattutto da Biancaneve e i sette nani (1937), a cui si ispirò dichiaratamente per la realizzazione della “La Rosa di Bagdad”, nonché dai racconti “Le mille e una notte”, pur mantenendo un carattere di forte originalità estetica.

La Rosa di Bagdad
La Rosa di Bagdad

La Rosa di Bagdad: un capolavoro 

Fra i collaboratori chiamati da Domeneghini, artisti e disegnatori di primissimo piano del panorama nazionale del tempo. Tra loro Angelo Bioletto, famoso autore delle figurine Perugina dell’epoca, qui nella veste di ideatore dei personaggi. E gli illustratori scenografi Gildo Gusmaroli e Libico Maraja, capaci di affrescare magnifici fondali, ricchissimi di minuziosi dettagli di grande realismo lirico, in grado di competere con le migliori produzioni Disney. Nella compagine anche Riccardo Pick Mangiagalli, musicista e compositore di fama internazionale, allievo anche di Richard Strauss a Vienna, poi direttore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

Per la colonna sonora originale del film, Mangiagalli attinse anche dalla tradizione operistica italiana. Indimenticabile la sequenza in cui la principessa Zeila con voce suadente intona, al calar del sole che illumina tutta Bagdad, un canto capace di ammaliare il suo amato popolo…

La Rosa di Bagdad

La grande professionalità e le altissime capacità degli artefici del film, hanno fatto della “La Rosa di Bagdad” un assoluto capolavoro dell’animazione. Migliaia e miglia di disegni (fra sketch, layout e disegni di produzione) e di rodovetri (fogli trasparenti dipinti sul retro e applicati sui fondali per consentire di fotografare, fotogramma per fotogramma, i movimenti dei personaggi), diverse centinaia di minuziosi fondali anche dal grande formato, costituiscono lo straordinario Patrimonio cartaceo che consente ancora oggi, età del digitale, di cogliere appieno lo straordinario lavoro svolto per la realizzazione del Film (76 minuti di durata per 120 mila sequenze a passo 1 -fino ad 24 disegni per un secondo di animazione-).

Curiosità sul film

Lo stesso Disney spese parole molto lusinghiere sul film, lodando in particolare, come sperimentali di grande efficacia e qualità, due sequenze: una “aerea” – l’inseguimento in volo del giovane protagonista Amin da parte del perfido Burk – e una sottomarina – Amin che fugge gettandosi nel fiume, nuotando sott’acqua per sfuggire ancora una volta al malvagio Burk

La costruzione del film, lunga ed avventurosa, si interruppe più volte per gli eventi bellici. “La Rosa di Bagdad” finalmente presentata con successo di critica e pubblico alla Biennale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1949, si aggiudicò il primo premio internazionale di cinema per ragazzi. Nella medesima edizione proiettato anche I Fratelli Dinamite di Nino Pagot. Nonostante la buona accoglienza del film e i numerosi riconoscimenti anche internazionali, Domeneghini non diede alcun seguito all’esperienza e ritornò a lavorare nel mondo pubblicitario.

La Rosa di Bagdad

Dopo il lungometraggio “la Rosa di Bagdad”, l’animazione italiana si dedicò per circa un ventennio a produzioni animate a servizio della pubblicità. Prima su Grande Schermo e poi dal 1957 per la celeberrima trasmissione RAI TV Carosello… E ci vorranno ben altri 16 anni prima di vedere un nuovo lungometraggio animato italiano per il Cinema. Questo sarà realizzato dal genio Bruno Bozzetto con il capolavoro West and Soda del 1965.

La Biennale del disegno di Rimini 2024

Dopo la casa, il tavolo, i pensieri, le carte e i progetti accumulati durante la pandemia la Biennale del disegno di Rimini 2024 ci fa tornare nuovamente al viaggio. Quel che hanno prodotto gli artisti in questo tempo epocale, ma anche quello che, nei secoli passati, hanno espresso prima, durante e dopo il loro viaggiare, il loro formarsi, il loro bisogno di conoscere, diviene l’oggetto principale della quarta rassegna internazionale del disegno.

Nel recente passato, abbiamo compreso che poteva considerarsi un viaggio anche uscire col cane, anche raggiungere l’edicola, ma la cronaca ci ha risvegliato dal torpore ricordandoci la questione dell’esodo, che qualcuno viene ancora sfollato di forza dalle proprie case.

I mille disegni provengono dall’Accademia Reale di San Fernando di Madrid e dai Fonds Régional d’Art Contemporain de Picardie, spaziano dai taccuini di viaggio di Felice Giani a quelli di Mattotti; dalle incisioni di Piranesi ai progetti di Thayaht; ma anche da importanti collezioni private come lo Studiolo Rivi con maestri degli anni Cinquanta e Sessanta come Morandi, Fontana e Fautrier; dai Carteles del cinema cubano ai disegni de La rosa di Bagdad al Cantiere Contemporaneo.

Si dispiega così, nei luoghi principali della città di Rimini, un vasto percorso nelle immagini, un vero e proprio viaggio nel viaggio. Un tracciato di studio e di piacere che rileva tutta la vocazione d’accoglienza della città di Rimini, che da approdo balneare ha sempre cercato in sé il senso di una trasformazione, di un viaggio nell’immaginazione.

La mostra

In mostra a Palazzo Fulgor dal 4 maggio al 28 luglio, una trentina di opere originali (tutte di prestatori privati), di straordinaria qualità. Tutte esposte al pubblico per la prima volta. Fra queste alcuni preziosissimi ed elaborati fondali dipinti a mano firmati da Libico Maraja e Gildo Gusmaroli, Sandro Nardini, rodovetri di produzione e disegni originali realizzati da Angelo Bioletto. La mostra si completa con la proiezione integrale del film, su parete dedicata di grande dimensione. Tutto in modo da restituire tutta l’atmosfera della sala buia del Grande Schermo.
La Biennale del Disegno è organizzata dal Comune di Rimini e curata da Massimo Pulini.

La Rosa di Bagdad

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Fabiola Cinque

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