ITALIA – Ad una prima occhiata il libro Per fare una famiglia sembra essere destinato solo all’infanzia. In realtà offre spunti di riflessione semplici ma importanti per qualsiasi età.
Per fare una famiglia è fra i primi libri che ho sfogliato durante l’ultima edizione della Fiera del Libro per Ragazzi. Allo stand della casa editrice Lavieri sono stata attratta dall’accostamento dei sobri colori in copertina e dagli animali ritratti, semplici ma stravaganti. Come loro, mi sono incantata a guardare fuori dall’oblò un paesaggio in cui si può passare da una nuvola all’altra, usando una normalissima scala.
Un passo indietro e la stessa scala la ritrovo sulla testa di uno degli animali: di spalle, ha un vaso con un fiore appoggiato in testa e sulla terra di quel vaso un altro animale minuscolo sta… Chissà cosa starà facendo… Sta forse suonando una sorta di flauto? Le sue dimensioni microscopiche non permettono di farsi un’idea precisa ma, proprio per questo, aprono le porte della fantasia.
Se è vero che “Dio è nei dettagli”, come disse l’architetto Mies van der Rohe e altri prima di lui, le illustrazioni del peruviano Richolly Rosazza vi condurranno in un mondo divinamente leggero. Uno dei motivi per cui ritengo che non si tratti di un libro adatto solo ad un pubblico infantile risiede proprio in questo. Potete sfogliarlo guardando e apprezzando velocemente le figure, con l’impazienza dei bambini, oppure potete perdervi dietro a piccoli personaggi secondari, o a ciuffi di carote che spuntano dalle nuvole.
I protagonisti di ogni pagina sono una curiosa combinazione fra l’essere umano, l’animale vero e quello di fantasia. A collegarli sono gli atteggiamenti in cui ci possiamo riconoscere tutti: sorseggiare una bevanda, salutare la figlia che va a scuola. C’è spesso però qualcosa di felicemente “stonato” e di inatteso: mentre dormi su una amaca, cosa fanno quei libri stesi su un filo sopra di te?
Con un’illustrazione così ricca di spunti, il testo a filastrocca rimata saltella leggero da una pagina all’altra inserendosi naturalmente. Mario Pennacchio, autore potentino, dà voce a un io narrante di cui non si specifica il genere, favorendo così l’immedesimazione da parte di chiunque legga il racconto. Il messaggio arriva forte e chiaro: per fare una famiglia non importa aderire ad uno “standard”, l’importante è che ci siano amore, dialogo e rispetto. Con un tocco di ironia, poi, non trascura comfort quali «i libri, un vaso con i fiori, un comodo divano di tanti bei colori».
Da anni l’attenzione pubblica è concentrata sul genere e sull’omogeneità etnica degli elementi che formano un nucleo familiare. La filastrocca, invece, invita ad andare oltre. Creare una famiglia non è come comporre un puzzle, in cui ogni pezzo si incastra ad un solo altro pezzo per cui è stato tagliato. La costruzione di una famiglia assomiglia più alla creazione di un mosaico, dove l’accostamento delle tessere è dettato solo da una scelta personale.
Come sosteneva Hector Xtravaganza, importante ed eccentrico attivista della ballroom scene a New York: «Blood does not family make. Those are relatives. Family are those with whom you share your good, bad, and ugly, and still love one another in the end. Those are the ones you select.» (traduzione: Il sangue non fa famiglia. Quelli sono i parenti. La famiglia è fatta da quelli con cui condividi la buona, la cattiva e la peggior sorte e che alla fine si vogliono bene comunque. Sono quelli che scegli.)
Dopotutto, in un mosaico come per una famiglia, l’importante è che il risultato sia un insieme armonioso, che rispetti certi equilibri e che rimandi a un’idea di serenità. Per il resto, come conclude il libro: «Sorridi al tuo futuro per vivere contento… le chiacchiere e l’invidia le porterà via il vento».
Se volete dare un’occhiata al libro, questo è il link al book trailer.
Una scheda completa la trovate sul sito dell’editore Lavieri cliccando questo link.
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