Sempre più Uffici Risorse Disumane nelle aziende italiane

Sempre più Uffici Risorse Disumane nelle aziende italiane

ITALIA – Oggigiorno le priorità cambiano continuamente e paradossalmente potrà sembrare strano ma pare ci sia un ritorno al passato. Un passato troppo lontano, quello che spesso è ben raccontato nei film.  Per molti si parla di lotta alla sopravvivenza. E non è solo una questione di covid. Al di là della pandemia, sono molte le persone che vivono male, per meglio dire sopravvivono. Da ricerche effettuate su giovani e meno giovani intervistati per una semplice chiacchierata, scopriamo, senza stupore, che in pole position per la disperazione è certamente il precariato e la disoccupazione. Tralasciando gli altri problemi. 

“E’ già qualcosina” pronuncia qualcuno. Quando si ha un lavoro occasionale e senza prospettive, ai nostri tempi non è corretto nemmeno affermarlo. Un lavoro precario senza un minimo di sicurezza ed eliminando quella voglia di fare progetti, viene identificato come è già qualcosina, quasi bisogna ringraziare ed esser grati. E bene sì, s’è sempre grati per quel poco che si ha, ma quel poco dovrebbe tutto al più essere una condizione di vita momentanea. Altrimenti diventa un impedimento per la propria realizzazione personale. La stessa che fa sentire la gente ingiustamente frustrata. Mette in condizioni vergognose fino ad umiliarti, sfidando i limiti della sopportazione.

UFFICI RISORSE DISUMANE: IL RUOLO (E LE COLPE) DELLE AZIENDE 

Uffici Risorse Disumane

Le aziende in tutto ciò hanno un ruolo decisamente importante. È vero che anche loro soffrono e ne risentono per la crisi generale, e ancor di più per la crisi della pandemia. È anche vero che i curriculum che ricevono ogni giorno sono davvero tanti, e spesso diventa pesante visionarli tutti. Ma d’altra parte qualche ragazzo intervistato mi chiede “ma io vorrei sapere perché non rispondono?”. E mi rendo conto che basterebbe anche un no. Un feedback negativo, purché non alimentino speranza. Stanchi di consumarsi e controllare l’e-mail quasi come fosse una patologia ossessiva nell’attesa di una benedetta, ormai maledetta, risposta. Insomma, anche se i curriculum sono parecchi, non trasformiamo gli Uffici Risorse Umane in Uffici Risorse Disumane. Tenere nel sedere il candidato non è certamente un buon modo, è come dire: sono io l’azienda e decido io. E poi ancora: devi adattarti ai miei ritmi e alle mie condizioni. Un atteggiamento che porta allo scoraggiamento, a uno sconforto senza rimedi, con questo continuare a snobbare. Un atteggiamento che richiama uno stile vecchio ed obsoleto, quasi medievale. Che dal sud Italia ormai s’è diffuso anche al nord, e anziché progredire si retrocede.

I poveri candidati chiedono solo un feedback. Candidati che nonostante sanno di essere della brava gente, si continuano a domandare “legittimamente” perché dover continuare a elemosinare, cosa c’è che non va. Gente che ha tentato, cercato e provato. Che ha usato tutte le risorse necessarie per farcela. Farcela a sopravvivere.

Vorrei ricordare che spesso si arriva allo sfinimento, come se impedisse di fare ulteriori sforzi perché consapevoli di non ottenere uno straccio di risultato. Anzi il risultato c’è ed è puramente soggettivo, e tra arrabbiati e scoraggiati, li accomuna un ingiustificato senso di frustrazione che permane per mesi addirittura anni. Qualcun’altro ha risposto che vive nella speranza che qualcosa possa davvero cambiare, ma è fin troppo consapevole che non accadrà mai. Una realtà che schiaffeggia le persone, le loro ambizioni e i loro sogni, una realtà che ti costringe a queste condizioni e poi ti insulta.

IL DIRITTO AL LAVORO, IL RICONOSCIMENTO, LA SICUREZZA E LA STABILITA’ GENERALE DEVONO ESSERE GARANTITI

Foto di Tim Gouw da Pexels

Chiediamo alle aziende di non rendersi complici. Il lavoro non deve essere speranza. Voglio ricordare alle aziende che non dovrebbe sfuggire il concetto, che spesso chi invia una candidatura ha background lodevole, un titolo universitario, pagato master e corsi di lingua, hanno fatto stage, lavori occasionali e precari. Insomma, hanno fatto sacrifici sempre per la solita benedetta o meglio maledetta speranza dì. E se così non fosse sono pur sempre delle persone in attesa di risposta. Persone che quando ricevono uno straccio di lavoro, sanno essere davvero riconoscenti e si impegnano per non deludere le aspettative del datore di lavoro.

Questo atteggiamento non fa bene a nessuno. Quest’articolo non ha l’intenzione di offendere e giudicare, ma semplicemente esprimere una realtà. Con la comprensione che le aziende sono sottoposte a diverse difficoltà, ma nonostante tutto non possono non degnare di uno sguardo coloro che richiedono la loro attenzione. Dovrebbe essere una legge rispondere ai candidati. Non creiamo Uffici Risorse Disumane.

In un Paese libero, democratico e civile. Il diritto al lavoro, il riconoscimento, la sicurezza e la stabilità generale devono essere garantiti.

 

Testo di Marco Agostino

Autore MyWhere

One Response to "Sempre più Uffici Risorse Disumane nelle aziende italiane"

  1. Teresa Paladin   28 Novembre 2020 at 10:50

    “In un Paese libero, democratico e civile. Il diritto al lavoro, il riconoscimento, la sicurezza e la stabilità generale devono essere garantiti”: sono profondamente d’accordo. L’uomo è un essere sociale per struttura identitaria e non si può togliergli diritti senza che tutta la sua vita e percezione del sè non ne vengano danneggiate. Occorre rispristinare la garanzia per tutti di poter svolgere un lavoro dignitoso e in grado di permettere di formare e mantenere adeguatamente una famiglia.

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