Il gioiello sentimentale nel periodo vittoriano

Il gioiello sentimentale nel periodo vittoriano

MONDO – Fin dagli albori della storia dell’umanità, in ogni civiltà, i gioielli si sono sempre fatti portatori di numerosi significati e simbolismi. Da sempre, non è solamente il corpo ad essere coinvolto, bensì la sfera culturale, emozionale ed affettiva. Ancor di più quando si tratta di un dono per una persona cara o di un ricordo di un legame intimo di amore o amicizia.

Il gioiello sentimentale ha da sempre ricoperto un ruolo centrale nella storia dell’uomo. Fluttuando, in quello che Alba Cappellieri, Professore Ordinario presso il Politecnico di Milano e Direttore del Museo del Gioiello di Vicenza, definisce un intreccio luminoso e variegato di valori e significati nel suo libro Il Gioiello Oggi, Arte Moda e Design. Nel corso della storia, i gioielli sono diventati custodie di messaggi destinati alla persona amata, e simbolo di profondo legame affettivo, mediante un immaginario simbolico che si è espresso anche in Inghilterra durante il regno della regina Vittoria.

Il gioiello sentimentale del periodo vittoriano

Regina Vittoria in lutto, William Bambridge,1862

 

Il gioiello sentimentale vittoriano è declinato in molteplici forme e materiali che non ci aspetteremmo affatto. Chi, al giorno d’oggi, considererebbe un gesto d’amore indossare i capelli di un caro defunto? Eppure, questo ornamento alquanto macabro divenne di grande moda all’epoca. Tra i tanti sentimenti celebrati dal gioiello, infatti, vi è anche quello del lutto, e nonostante le sue origini siano più antiche, lo stile mourning si affermò con forza durante l’età vittoriana. In particolare, in seguito al 1861, anno in cui morirono la madre della regina Vittoria e il marito Alberto. Da quel momento, la regina rimase in lutto per tutta la vita, ricordando il profondo legame di fedeltà con il principe consorte, e influenzando notevolmente la moda e lo stile dell’epoca.

Pendente con lavorazione a treccia realizzata con capelli, artista sconosciuto, Inghilterra | © Victoria and Albert Museum, Londra

I capelli non venivano solamente celati nei piccoli scomparti nascosti dei gioielli da lutto, ma venivano sfoggiati, e addirittura utilizzati come intreccio decorativo per bracciali, collane, orecchini, spille. Il desiderio di indossare un ricordo tangibile della persona cara defunta, in questo caso i capelli, era dettato dalla necessità di sentirla fisicamente vicina dopo il doloroso distacco. All’epoca, la fotografia era ancora poco diffusa, e il gioiello da lutto rappresentava di conseguenza l’unico modo per annullare le distanze e ricordare l’immagine della persona amata, sia per gli uomini che per le donne. Se da un lato la sobrietà era la regola, dall’altro stravaganti e a tratti inquietanti gioielli si diffusero sempre più.

Il colore dominante era il nero, e i materiali di solito erano piuttosto poveri, come il giaietto, per lasciare massima espressione al significato immateriale dell’oggetto. Tuttavia, allo stesso tempo, gli orafi si sbizzarrivano con immagini di vermi, urne e teschi, spesso accompagnati dalla scritta Memento Mori (“ricordati che devi morire”). Addirittura, furono utilizzati i denti dei defunti per la realizzazione di macabri gioielli. Ciò che per noi oggi sarebbe fonte di ribrezzo, al tempo aveva un fortissimo valore affettivo ed emozionale.

il gioiello sentimentale
Anello da lutto, artista sconosciuto, ca. 1860, Inghilterra | © Victoria and Albert Museum, Londra

L’anello col dente della persona perduta era quanto di più romantico si potesse pensare…al solo pensiero, oggi rabbrividiamo. In questo periodo sono inoltre ricorrenti i gioielli, in particolare anelli, in smalto nero dal gusto un po’ tetro, che riportano il nome del defunto, o le sue iniziali, o frasi d’amore a lui dedicate. Erano molto diffuse anche le miniature dei deceduti.

Talvolta, soprattutto sulle spille, veniva rappresentato solo l’occhio, simbolo di vigilanza e protezione sulla vita dei cari.

il gioiello sentimentale
Occhio in miniatura, artista sconosciuto, inizio del XIX secolo, Inghilterra | © Victoria and Albert Museum, Londra

In conclusione, in ogni epoca, il gioiello ha acquisito delle specificità e dei valori inconfondibili, che in alcuni casi si sono cristallizzati, diventando eterni, in altri casi sono andati perduti col tempo, rimanendo tuttavia un’affascinante fonte d’ispirazione ed oggetto di studio. È quest’ultimo il caso dei gioielli da lutto vittoriani: per noi oggi, sarebbe impensabile indossare tali ornamenti. Tuttavia, il tema del macabro, l’immaginario dei teschi, del Memento Mori, come esortazione a non dimenticare la fugacità della vita, dell’occhio che vigila sul presente e sul futuro, e persino dei denti, è ancora vivo nella gioielleria contemporanea. Volto a stupire e scandalizzare, in declinazioni sempre più fantasiose, il tema del tetro e del lugubre ha stravolto il suo riferimento, oggi non più quello del lutto. Rimane tuttavia estremamente affascinante lasciarsi ispirare dai limiti più estremi che la simbologia del gioiello ha raggiunto nel corso della storia. Una storia che ha accompagnato l’umanità fin dal principio e che non smetterà mai di meravigliarci.

Laura Inghirami

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