ROMA – Sono felice di dedicare un tributo a due giovani artiste, Costanza De Cecco e Giulia Giannini, che insieme hanno dato vita a Co.Ro. noto brand di architecture-à-porter.
Ricordo di avere incontrato Costanza e Giulia quando, appena laureate, avevano da poco lanciato il loro brand. Era il primo anno di università e mi trovavo a Roma per qualche giorno, all’interno di una mostra espositiva di gioielli dove vi erano decine di artisti che esponevano le proprie creazioni. Tra tutti Co.Ro. mi colpì. Trovai i gioielli nuovi, diversi e mi incuriosì il fatto che le due architette avessero trasportato il mondo dell’architettura nelle loro creazioni. Pensai che avrebbero fatto strada e oggi so che avevo ragione.
Come vi siete conosciute?
Ci siamo conosciute da giovanissime, al liceo. È proprio qui che nasce il nome Co.Ro, che si ispira infatti a COllegio ROmano, la sede del nostro liceo classico a Roma.
Dove nasce la vostra passione per il gioiello?
La passione è sempre stata latente, poi è diventata forte per entrambe durante il primo anno di università. Abbiamo studiato entrambe architettura. È proprio questa disciplina ad essere sempre stata la fonte d’ispirazione dei nostri gioielli. Costanza ha poi frequentato l’Accademia Costume e Moda a Roma, dove ha studiato Jewelry Design. Io invece ho lavorato presso alcune botteghe artigiane, un po’ per gioco. Poi è arrivata una bellissima opportunità, l’esperienza all’interno dell’atelier di Bernard Delettrez. Nel 2012, a diciannove anni, dopo queste esperienze, abbiamo deciso di dar vita al nostro progetto. Così è nato Co.Ro. Jewels.
Quali sono i materiali che prediligete, e quali tecniche di lavorazione vi contraddistinguono?
Conciliare innovazione e artigianalità è essenziale per la nostra filosofia, per questo alle tecniche tradizionali come la cera persa, abbiamo integrato metodi innovativi come la stampa 3D. Ne è un ottimo esempio l’Anello Prospettiva, che è realizzato per metà a mano e per metà con stampa 3D. L’anello è ispirato alla falsa prospettiva del Palazzo Spada di Roma a opera dell’architetto barocco Francesco Borromini.
Come definireste il vostro legame con il territorio?
Fortissimo. I nostri gioielli sono realizzati tutti artigianalmente in Italia. Roma e le bellezze architettoniche italiane sono sempre state vitali per noi. Dall’antico acquedotto, al Pantheon, al Colosseo, alla chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, da qualsiasi opera architettonica traiamo profonda ispirazione. Siamo molto legate sentimentalmente anche al comune marchigiano di Visso, che è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2016. In suo onore abbiamo lanciato un anello in limited edition che rappresenta le due torri medievali, simbolo del borgo, e devoluto tutti i ricavi alla sua ricostruzione. Il forte legame che abbiamo con il territorio si traduce anche nel legame con gli artigiani di Roma con i quali collaboriamo fianco a fianco nella realizzazione delle collezioni. È anche per questo che partendo da un modello di vendita wholesale, dove partecipavamo alle fiere, creavamo due collezioni ogni anno, oggi abbiamo deciso di seguire un percorso diverso, più libero, indipendente. Ora produciamo una collezione all’anno, seguiamo un tempo più lento, più umano, che ci permette di ascoltare la nostra ispirazione e valorizzare il lavoro degli artigiani.
Tra tutte le vostre creazioni, ce n’è una a cui siete particolarmente legate?
È difficile scegliere un gioiello, siamo affezionate a tutte le nostre creazioni. Certo, rimane unico il valore emozionale del primo che abbiamo realizzato, il bracciale Gasometro. Ci ricorda i tempi dell’università quando Co.Ro. era un sogno! E oggi per noi rappresenta quel sogno fatto realtà!
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