Quando parliamo di Capri parliamo di una delle più affascinanti isole al mondo dove la bellezza dei luoghi con la sua lussureggiante natura pare influire benevolmente persino sulla creatività di chi lavora su quest’isola che sembra essere baciata dagli dei. Fra le varie rinomate Aziende attive nel luogo troviamo Laboratorio Capri che posto quasi di fronte all’Hotel Quisisana, non distante dall’affascinante complesso trecentesco della Certosa di San Giacomo è il cuore pulsante di uno dei più interessanti laboratori di moda. Voluto da Michele Esposito nel 2010 suo ideatore ed erede della maestria artigianale del padre Gigino, un autentico maestro che insieme con la moglie era titolare dell’omonima Sartoria Gigino molto apprezzata sin dagli anni Cinquanta, dal jet set internazionale che eleggeva Capri fra le destinazioni ideali.
Michele Esposito, dopo aver trascorso alcuni decenni a Milano lavorando nella moda, ha dato vita a Laboratorio Capri, unendo quindi la straordinaria attività sartoriale di Gigino con la propria vena artistica. Michele ha saputo creare quindi un’eccellenza, dove novità e ricerca insieme si sposano con la tradizione caprese. Laboratorio Capri è l’officina sui generis per chi voglia distinguersi grazie all’edizione limitata delle loro proposte sartoriali fra le quali abiti, camicie, pantaloni, maglie e accessori destinati a uomo, donna e a bambino, rigorosamente fatti a mano in grado di impreziosire persino il guardaroba di una First Lady.
Le particolari collezioni di Michele Esposito, pur seguendo la palette artistica dei colori più vivaci legati alla tradizione del luogo, propongono forme meno solite, dove il ricordo degli Anni ’50 si riaffaccia piacevolmente, amalgamandosi a suggestioni attuali, aderendo a una portabilità spiccatamente contemporanea.
L’attenzione speciale di Laboratorio Capri verso i materiali usati e il disegno e ha finito con il coinvolgere l’arte del pittore Arvedo Arvedi. L’artista veronese ha addirittura prestato a Laboratorio Capri i propri lavori affinché vengano riprodotti su pashmine per essere indossati e mostrati con orgoglio.
Abbiamo incontrato Michele Esposito e nell’intervista che segue, apprendiamo qualcosa di più preciso sulle sue pashmine d’autore, in vista del vernissage di Arvedo Arvedi, il prossimo 1° Settembre a Roma.
Michele Esposito Lei è un figlio d’arte, essendo figlio del famoso Gigino. Com’è nata questa decisione di andare prima a Milano e poi di ritornare di nuovo a Capri, ce ne vuole parlare?
Mio papà per via dell’età pensava di chiudere, siccome Gigino era una sartoria storica anche piuttosto conosciuta, a noi dispiaceva. A me allora è venuto in mente che avrebbe potuto essere una buona idea riproporre (…) in chiave contemporanea quella che era stata la moda degli anni Cinquanta, quindi capi fatti a mano e l’esclusiva di trovarla solo qui, in questo punto vendita. Capri infatti era famosa per la Moda Capri, nota anche a Hollywood sin dagli Anni Cinquanta quando la gente veniva qui, si faceva confezionare il guardaroba estivo dai vari artigiani di Capri e poi andava in vacanza intorno al mondo.
Il cambio generazionale e l’evento delle griffe che hanno monopolizzato le piazze internazionali, hanno fatto sì che la Moda Capri e tutto ciò che era tipico caprese fosse sparito. Così io ho portato le mie idee e anche insieme con i miei genitori, che lavorano in questo campo da più di cinquant’anni, abbiamo iniziato a cercare degli artigiani che lavorassero per noi, partendo da una cosa molto piccola sono riuscito poi ad arrivare ad avere un negozio che offre prodotti artigianali in esclusiva solo qui. Devo dire che secondo me ho fatto goal perché ho richiamato un certo interesse.
Laboratorio Capri unisce un prodotto mirabilmente realizzato, a materiali pregiati e un disegno e taglio impeccabili, oggi purtroppo siamo abituati a vedere sempre meno capi così curati e sempre più oggetti banali dalla durata effimera. Qual è la sua filosofia al riguardo?
Io credo che noi offriamo una collezione abbastanza vasta, proponendo dei pezzi per rinfrescare o completare il guardaroba. Quando vai in vacanza nel guardaroba che tu porti con te, alla fine, c’è sempre qualcosa di inadeguato, quindi noi siamo qui per aiutare a completare con quello che magari manca. A Capri risalta molto il colore, con la luce e l’atmosfera che c’è i colori sono già di loro molto vibranti e il colore qui funziona molto bene, a differenza che in città dove non osi nemmeno pensare di indossarlo. La nostra collezione Resort ad esempio, non è pretenziosa ed è adatta sia per il tempo libero che per il mare o la vacanza.
Oppure i capi si possono comunque mescolare, dipende tanto da come si fanno gli abbinamenti, no?
Assolutamente sì. Poi vengono accompagnati da accessori manufatti. Noi abbiamo creato anche una linea che si chiama Souvenir che è data da delle vecchie immagini anni Cinquanta noi abbiamo fatto dei tessuti, delle sciarpe, dei plaid, degli asciugamani, delle borse queste il tessuto poi viene lavorato artigianalmente, è una collezione che vuole essere simpaticamente monografica.
Il nome stesso della Sua attività “Laboratorio” suggerisce la parola “labor”, quindi lavoro e forse fatica, che cosa rappresenta invece per Lei il Suo lavoro?
Beh, rappresenta certamente l’espressione dell’essere. Io ho lavorato nella moda mi ha sempre interessato fin da quando ero bambino e seguivo una manifestazione che si chiamava Mare e Moda a Capri negli anni Settanta per cui ero rimasto folgorato. Il fatto di vivere a Capri vedere tutti questi personaggi internazionali che giravano in quell’epoca era molto affascinante e la moda è stata la mia passione. Sono un esteta, mi piace il bello sono curioso, viaggio tanto, prendo ispirazione da diverse situazioni che diciamo mi intrigano. E in più ho il know how nel DNA che mi hanno trasmesso i miei genitori, crescendo qui in sartoria, certe cose le percepisci e poi Capri è stata un grandissimo palcoscenico.
Oscar Wilde diceva che “bisognerebbe essere un’opera d’arte o indossarne una” Lei pare che sia riuscito nella seconda intenzione dell’autore proponendo scialli che riportano opere di Arvedo Arvedi. Com’è nato questo sodalizio fra Lei e l’artista?
Loro (Arvedo Arvedi e la moglie ndr) passavano sempre dal negozio perché avevano l’albergo qui vicino, quindi si sono fermati spesso a guardare la vetrina, Arvedo è estremamente socievole, la moglie ha comperato alcune cose, così ci siamo conosciuti. In seguito Arvedo mi ha fatto vedere i suoi dipinti e me ne ha regalato uno che ho messo in negozio. (…) Lui aveva visto le nostre pashmine in seta e in modal stampate con cartoline illustrate e l’idea gli era piaciuta e mi ha chiesto se con i suoi colori così vibranti sarebbe stato possibile realizzarne usando le immagini dei suoi quadri. Abbiamo provato a farne una che è venuta benissimo e in occasione della Mostra a Roma di settembre (Imago Mundi alla Galleria Angelica di Roma ndr) Arvedo ha pensato di realizzarne alcune, così si ha sempre l’idea di indossare un’opera d’arte.
Allora chi volesse una pashmina di questo tipo dovrà solo procurarsi l’invito per l’inaugurazione della mostra che si terrà in Galleria Angelica di via Sant’Agostino 11, a Roma il primo settembre in occasione della preview. L’esposizione sarà poi aperta al pubblico dal 2 al 12 Settembre 2016.
INFO
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