Misty. La mia anima sulle punte. Lo stupendo omaggio di Cristina Sarto alla ballerina afroamericana

Misty. La mia anima sulle punte. Lo stupendo omaggio di Cristina Sarto alla ballerina afroamericana

ITALIA – Da poco nelle librerie, Cristina Sarto ci porta con la sua nuova opera Misty. La mia anima sulle punte nel mondo dell’étoile dell’American Ballet Theatre di New York.

Chi è Misty Copeland? Lo so che in molti, soprattutto chi non segue il balletto, leggendo il titolo si saranno fatti questa domanda.

Sarò onesto. Non seguo il balletto e non conoscevo Misty. Ma quando mi è stata proposta la lettura di questo libro, non ho esitato. E mai scelta fu più giusta.

Non voglio parlare della trama (che immagino avrete già intuito) ma voglio dedicarmi alla figura, alla persona, di che l’autrice riesce a incorniciare nelle righe di questo libro.

Cristina Sarto, affermata giornalista che ha lavorato anche a New York, è riuscita con il suo linguaggio, la sua eleganza nell’arte scrittoria, a farmi entrare nella vita di una ballerina e ad apprezzarne, pagina dopo pagina, tutte le qualità.

Non amo fare paragoni, ma nell’ascoltare queste pagine mi sembrava di essere un racconto di Federico Buffa (apprezzatissimo divulgatore di storie sportive, per chi non lo conoscesse). Cristina mi ha letteralmente tenuto incollato alle pagine, non solo per la storia in sé, ma anche per la qualità della scrittura e del modo di raccontare questa storia.

L’autrice trasporta il lettore subito nell’infanzia di una ragazzina afroamericana che viene sballottata da una città all’altra dalla madre insieme ai fratelli. La povertà la fa da padrona nella sua vita.

Misty

Misty Copeland ha già 13 anni quando decide di entrare nel mondo della danza. Tardi. Per molte, ma non per lei, anche se non ancora non può saperlo. Anzi. È dura per lei, durissima. Perché tutte le sue compagne sono più avanti di lei nei fondamentali, nello sviluppo, nella tecnica.

Ma se c’è una cosa che Cristina ci racconta con una facilità e un coinvolgimento emotivo straordinario, è la voglia di compattare di Misty. Non la ferma niente.

Non la ferma la madre. Né la lontananza da casa e men che meno gli infortuni. Quelli che sembrano troncarle la carriera ancora prima di spiccare il volo. E infine, il colore della pelle. Forse il motivo che rischia di frenare maggiormente il suo percorso. E sì, perché mai nessuno era arrivato prima di lei a toccare la vetta della montagna.

Ma lei è forte. Cade, si alza e continua a combattere. Non solo sul palco. Anche nella vita dove diventa simbolo della sua comunità. Simbolo del movimento Black Lives Matter. Poi i rapporti fondamentali con personalità di spicco del mondo della politica, come Obama, e dello stesso balletto, come il nostro Roberto Bolle con il quale instaura negli anni una grande amicizia.

Una professionista esemplare. Una donna esemplare, in grado di fare di sé un simbolo per i più deboli, per quei ragazzi e quelle ragazze esclusi dalle opportunità solo perché il colore della pelle è “sbagliato”.

Un libro unico, con una storia sapientemente narrata senza cali. Cristina sa cosa scrivere, come scrivere e quando scrivere.

Non ti piace il balletto? Non ti interessa? Beh, fregatene. La storia di Misty non ti deluderà e conoscerai un eroe in più.

Vorrei ringraziare Lorenzo Battaglia e la sua casa editrice, Battaglia Edizioni, per avermi dato la possibilità di farvi scoprire questa perla narrativa. Un grazie va anche a Cristina per aver risposto alle mie domande.

INTERVISTA A CRISTINA SARTO

Buongiorno Cristina, eccoci qui a parlare del tuo libro, Misty Copeland. La mia anima sulle punte. Un libro che ci racconta la vita della ballerina afroamericana che con coraggio, forza e determinazione ha coronato il suo sogno, diventando un esempio per tutti. Partiamo subito con le domande, allora!

MyWhere MistyCopeland

Prima cosa che chiedo agli autori di solito è di presentarsi. Quindi, Cristina, racconta qualcosa di te ai lettori di MyWhere!

Sono una giornalista professionista, con vent’anni di esperienza. Prima ancora ho praticato ginnastica ritmica a livello agonistico e negli allenamenti era sempre previsto lo studio della danza classica.  Questo ha sicuramente contribuito a farmi appassionare al personaggio di Misty Copeland. Tornando alla mia carriera professionale, ho vissuto per 11 anni (fino alla metà del 2019) a New York, dove ho scritto di attualità per diversi periodici come Donna Moderna, Io Donna, Flair, Style del Corriere della Sera. Ho avuto la fortuna di incontrare tanti personaggi famosi e mi sono rimasti nel cuore quelli che hanno dimostrato un interesse sincero per le mie domande, che si sono presi del tempo per rispondere e lo hanno fatto guardandomi negli occhi, senza ribattere con risposte pre-confezionate a tavolino insieme ai loro agenti. Tra questi, Michelle Williams, il regista Night Shayamalan (quello del film Il Sesto Senso) e sicuramente Misty Copeland.

Perché hai scelto di raccontare Misty?

L’ho fatto perché Misty Copeland è un personaggio ricchissimo di sfumature: la sua storia contiene tante storie insieme e tutte sono portatrici di temi, valori, battaglie di cui è necessario parlare in Italia. Il primo tema a me molto caro è certamente quello del riscatto sociale: sapere che una bambina povera, apparentemente destinata a una vita priva di grandi successi, sia riuscita a eccellere in un mondo così elitario come quello del balletto, ci racconta molto del potere dell’auto-determinazione. Mi piacerebbe che qualche ragazzina, leggendo queste righe, inizi a credere di più in se stessa e nelle sue possibilità. Credo inoltre che in un Paese che ha ancora molto da imparare in tema d’integrazione razziale e lotta agli stereotipi sia importante raccontare la storia di una donna afroamericana vincente: non sono solo i calciatori o i rapper di colore a farcela, insomma. Infine, Misty Copeland è un meraviglioso esempio di celebrity che avverte su di sé una certa responsabilità: ha una piattaforma da cui parlare la usa per portare avanti battaglie importanti, all’insegna dell’inclusione e della giustizia sociale. Sono ancora pochi in Italia i personaggi in Italia che condividono questo impegno.

C’è qualche passaggio della vita di Misty che avresti voluto raccontarci ma hai deciso di non inserire?

Ho raccontato tutto, per completezza, ma c’è una parte che avrei preferito evitare. Quella che si sofferma sulla battaglia legale per la custodia della 14enne Misty tra la madre e la sua prima insegnante. Per due anni Misty aveva vissuto da lei, in un quartiere elegante di San Pedro, in California, in un periodo in cui la madre, in grave difficoltà economica, non sarebbe riuscita a garantirle le attenzioni di cui aveva bisogno per sviluppare il suo talento. La madre, però, la rivoleva indietro e da questo attrito era nato uno scontro asprissimo, finito su tutti i giornali. Alla fine Misty era tornata a casa, dalla sua famiglia, ma questo episodio l’aveva segnata moltissimo. Lei stessa lo ha raccontato, e per questo anch’io ho scelto di inserirlo nel libro, ma se penso alla sofferenza di quella ragazzina che voleva essere notata solo per come ballava, non per le sue tragedie personali, un po’ mi dispiace.

Misty è una donna forte, indubbiamente una figura a cui far riferimento. Ma cos’ che ti ha colpito maggiormente in lei?

La capacità di tirare dritto per la sua strada, di rialzarsi dopo ogni caduta, per esempio dopo l’intervento per riparare la tibia sinistra, martoriata da ben 6 fratture da stress, di non farsi influenzare da chi ha provato a fermarla dicendole: “Non hai il fisico giusto”. “Sei già troppo avanti con gli anni per recuperare il terreno perso”.
“Hai la pelle troppo scura”. Misty Copeland aveva un grandissimo talento, ma tutto sembrava remarle contro. Solo grazie al suo spirito di sacrificio, all’abnegazione e alla determinazione è arrivata al successo.

Misty è entrata in contatto con molte personalità importanti. Qual è secondo te quella che maggiormente ha influito nella vita e nelle scelte di Misty?

Direi Raven Wilkinson, una delle prime danzatrici nere della storia. Raven era una ballerina del Ballet Russe de Monte Carlo, con cui negli anni Cinquanta girava gli Stati Uniti in tournée. Era il periodo di Martin Luther King Jr. e delle lotte per i diritti degli afroamericani eppure la carriera di Raven era stata segnata da diversi episodi razzisti. Quando si esibiva negli Stati del Sud, dove la schiavitù era stata più diffusa, doveva mentire sule sue origini, fingendosi spagnola, dormire in albergacci per “coloured people”, schiarirsi la pelle con un fondotinta bianco. Nonostante queste umiliazioni, durante un’esibizione in Alabama alcuni membri del Ku Klux Klan fecero irruzioni in teatro e interruppero lo spettacolo in segno di protesta per quella danzatrice afroamericana. Raven fu costretta a fuggire in Olanda, dove finì la sua carriera per poi tornare a vivere a NYC. Era ormai un’anziana signora quando Misty, che poco alla volta si era messa a indagare le vite delle artiste nere del passato, scoprì che erano vicine di casa, nell’Upper West Side di Manhattan, e volle conoscerla. Da allora Raven Wilkinson è sempre stata la madrina/consigliera di Misty. Prima di ogni spettacolo le ha sempre lasciato un messaggio in segreteria telefonica: “Quando balli permettimi di essere il vento dietro di te”.  Raven Wilkinson è morta nel dicembre del 2018.

C’è qualche altro personaggio di cui ti piacerebbe raccontare la storia nel prossimo futuro?

No, a dire il vero. Ma sono un’appassionata di scienza e medicina e ho in mente un libro scientifico-divulgativo su come si sviluppa il cervello bilingue nei bambini.

  

Grazie mille Cristina per aver dedicato un po’ del tuo tempo ai nostri lettori! Complimenti ancora per il tuo bellissimo libro, che mi ha aperto un nuovo mondo e che, spero, lo possa aprire anche a chi ci legge.

Da ultimo, vi lascio i link per l’acquisto:

Battaglia Edizioni

 

In homepage foto dì Cristina Sarto autrice del libro Misty

Francesco Frosini

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